Cina e Taiwan hanno siglato un accordo di protezione degli investimenti e un altro doganale.
L’accordo in essere da molto tempo e da altrettanto in stallo proteggerà gli uomini d’affari taiwanesi che vogliono investire in Cina. Sì perché investire nel Paese della Grande Muraglia può essere pericoloso. Secondo le cifre fornite ad Asia Times Online da Tung Chen-yuan, professore alla National Chengchi University ed ex vice capo di Taiwan Mainland Consiglio Affari (MAC), dal 2008 al 2010, 93 taishang (investirori di Taiwan) hanno incontrato una fine prematura durante il lavoro in Cina; 52 sono stati vittime di saccheggi, distruzione di proprietà o di estorsione; 35 sono stati rapiti e detenuti illegalmente, e 308 sono stati arrestati dalle forze dell’ordine in seguito ad alcune controversie finite male. Il giro di afafri è cospicuo, sono, infatti, circa 800.000 gli uomini d’affari taiwanesi che risiedono in Cina. E si stima che abbiano investito 300 miliardi di dollari nel continente negli ultimi 20 anni, ma spesso i taishang sono finiti per essere una facile preda dei loro partner commerciali cinesi e dei funzionari corrotti vista l’assenza di un quadro giuridico chiaro che regoli i rapporti tra i due Paesi. Taipei però è rimasta delusa perché non si è dato seguito nell’accordo alla parte inerente all’arbitrato internazionale presso la Camera di Commercio Internazionale, in questo modo i cittadini di Taiwan continueranno, in caso di arresto, a sparire nelle carceri cinesi. L’accordo tuttavia apre le porte per aprire un dialogo in materia di arbritrato internazionale.