#ISRAELHAMASWAR. Houthi: inizia la IV fase dell’escalation, attaccheremo tutte le navi nel Mar Rosso. Missili al Arqab su Tel Aviv e Beersheba

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Il sito americano Axios conferma che i membri del Senato, sia del partito repubblicano che di quello democratico, hanno tenuto il 30 aprile scorso un incontro virtuale con funzionari della Corte penale internazionale, per esprimere la loro preoccupazione circa la possibilità di emettere mandati di arresto contro funzionari israeliani. 

Dall’altra parte della barricata Hamas ha rilasciato un comunicato per fare pressione sull’opinione pubblica internazionale e la Corte Penale Internazionale contro Israele: “Apprezziamo molto le decisioni recentemente adottate dalla Repubblica di Turchia per la vittoria del nostro popolo palestinese, che è stato sottoposto ad un orribile genocidio, inclusa la cessazione dei rapporti commerciali con Israele, e l’annuncio di aderire alla causa per genocidio intentata dal Sud Africa contro “Israele” davanti alla Corte internazionale di giustizia”.

“Consideriamo queste decisioni coraggiose come un’estensione e un riflesso dell’autentica posizione del popolo turco a sostegno della lotta del nostro popolo palestinese e del suo diritto alla libertà e all’autodeterminazione. Chiediamo a tutti i paesi, in particolare quelli arabi e islamici, di recidere tutti i legami con l’entità nazi-israeliana, di isolarla a livello internazionale e di sforzarsi di ritenere essa e i suoi leader terroristi responsabili dei loro crimini sistematici contro i nostri bambini e i civili indifesi nel mondo striscia di Gaza”.

La Turchia ha annunciato di aver sospeso completamente gli scambi commerciali con Israele da giovedì scorso.

Nelle primo pomeriggio del 4 di maggio a parlare anche gli Houthi, questa volta il Portavoce delle forze armate yemenite, generale di brigata Yahya Saree: “Le forze armate yemenite stanno seguendo gli sviluppi della battaglia nella Striscia di Gaza, compresa la continuazione dell’aggressione israeliana e americana e i seri preparativi per effettuare un’operazione militare aggressiva contro l’area di Rafah”. E ancora ha detto: “Stiamo seguendo l’offerta presentata alla resistenza, in cui Israele vuole estrarre la carta dei prigionieri senza un cessate il fuoco permanente”. 

In risposta a quanto Israele sta portando avanti e per il mancato cessate il fuoco, il portavoce delle forze armate yemenite ha detto: “In attuazione delle direttive del comandante Abdul Malik Badr al-Din al-Houthi le forze armate yemenite annunciano l’inizio dell’attuazione della quarta fase di escalation. Prenderemo di mira tutte le navi che violano la nostra decisione di vietare la navigazione a tutte le navi dirette ai porti di Israele dal Mar Mediterraneo in qualsiasi area alla nostra portata. L’attuazione inizierà dal momento in cui verrà annunciata questa dichiarazione”. E ancora afferma: “Se il nemico israeliano intende lanciare un’operazione militare aggressiva contro Rafah, le forze armate yemenite imporranno sanzioni globali su tutte le navi di compagnie legate al rifornimento e all’ingresso nei porti israeliani di qualsiasi nazionalità e impedirà a tutte le navi di queste compagnie di transitare nella zona delle operazioni delle forze armate, indipendentemente dalla loro destinazione”.

“Le forze armate yemenite, con l’aiuto di Dio Onnipotente, quindi con il sostegno e il sostegno del grande popolo yemenita e di tutte le persone libere della nazione, non esiteranno a prepararsi e prepararsi per fasi di escalation più ampie e più forti fino a quando l’aggressione non cesserà e l’assedio del popolo palestinese nella Striscia di Gaza non sarà revocato”.

Anche la resistenza islamica irachena ha fatto un annuncio rivendicando un attacco a tre obiettivi vitali di Israele: attacco a Tel Aviv e Beersheba, che si trovano a 71 km a sud-ovest di Gerusalemme, obiettivo della resistenza mostrare l’efficacia e la portata dei suoi missili (due maggio). Si tratta di missili Al-Arqab. Con lo stesso tipo di missili affermano di aver colpito il 3 maggio un obiettivo nel mar Morto. 

Ed ora uno sguardo al fronte Israele – Hamas aggiorna sto alle ore 16:30 del 4 maggio

Continuano gli scontri Hezbollah – Israele nel sud del Libano e nord di Israele. Le Brigate Al-Qassam hanno bombardato i siti militari vicino al Kibbutz “Nirim” con uno sbarramento missilistico. In risposta l’esercito israeliano ha bombardato la città di Khiam nel sud del Libano. 

Secondo le IDF le sirene hanno suonato nel nord di Israele per tutta la mattinata. Seguendo le sirene che suonavano nel nord di Israele, l’IDF Aerial Defense Array ha intercettato con successo un aereo ostile che si era infiltrato dal Libano nell’area. Lievi danni sono stati causati nel villaggio di Julis a causa dei frammenti dell’intercettazione. Le sirene hanno suonato a Tziv’on, nel nord di Israele aerei da combattimento dell’IAF hanno colpito una struttura militare di Hezbollah nell’area di Markaba, nel sud del Libano. Inoltre, l’artiglieria dell’IDF ha sparato per rimuovere una minaccia nell’area di Aalma El Chaeb.

Nella notte l’IDF ha colpito due strutture militari di Hezbollah nella zona di Ayta ash Shab, nel sud del Libano nella giornata del tre maggio colpite Maroun al-Ras e Aitaroun, Bint Jbeil, Kafr Kila, nel sud del Libano. Hezbollah e la resistenza islamica hanno colpito il punto “Sarawat” di fronte alla città di “Yaroun” con missili contro raduno militare israeliano. 

Attacchi aerei israeliani anche a nord di Gaza: bombardata casa della famiglia “Abu Jalhoum” nelle vicinanze della Moschea Tawbah, a nord del campo di Jabalia, bombardato campo di Al-Shati, a ovest di Gaza City. Un raid israeliano ha preso di mira una casa nella zona di Al-Fakhoura, nel nord della Striscia di Gaza.

Le Brigate dei Martiri di Al-Aqsa rivendicano attacco contro i centri di comando e controllo lungo la linea di rifornimento verso l’asse “Netzarim” con una raffica di colpi di mortaio.

Si registrano raid anche a Rafah bombardamento contro case della famiglia Sheikh Al-Eid, tre feriti arrivati all’ospedale kuwaitiano.

Le forze israeliane attaccano Jabal Al-Arma a Beita, a sud di Nablus, dopo che i coloni si sono ritirati dal luogo.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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