Pierre Piccinin: “Scusate il ritardo, ho numerose “gatte” da pelare”

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BELGIO – Bruxelles 22/09/2013. «Perdonate se rispondo così tardi a domande così legittime, ma, come avrete ben capito, ho numerose “gatte” da pelare.

(…) In due parole dunque (ma potrete trovare ulteriori dettagli sul mio blog, già da ora, e sempre di più nei prossimi giorni con l’uscita delle mie interviste e reportage su “Le Soir Magazine” e “The New Times”, con l’intervento di Domenico Quirico che conferma le mie risposte) i nostri rapitori sono stati precisamente identificati e, in particolare, il principale responsabile del rapimento, che comandava durante l’intero nostro sequestro, Ammar Bougai, che non si tratta di uno qualsiasi poiché è uno dei fondatori e dei principali dirigenti delle Brigade Al-Farouk. 

Eravamo detenuti a qualche km dalla frontiera, e lo siamo stati per più di tre settimane, a Bab al-Hawa, dove le milizie delle Brigate al-Farouk controllano il passaggio. Ci hanno, quindi, mantenuto prigionieri quando sarebbe stato più conveniente per loro farci passare in Turchia, in meno di un quarto d’ora. 

Le Brigate Al-Farouk mentono (facciamola semplice) quando fingono di aver giocato il ruolo di intermediario tra noi e quelli che, a loro dire, ci avevano rapiti (Al-Qaeda) (vedere il loro comunicato datato 19 settembre 2013); al-Qaeda (è ciò che ci è stato dichiarato) che, in realtà non ha mai avuto alcun ruolo nel nostro “affare” è il nome che serve ai criminali che ci hanno sequestrato, come copertura. Proprio come il grande lupo cattivo fingono di non aver mai divorato la nonna… gran bell’affare, ce lo aspettavamo.

Per di più, ritengo che, a seguito di questa azione criminale, le Brigate al-Farouk debbano ormai essere iscritte sulla lista delle organizzazioni terroriste.

Quanto alla conversazione che un’indiscrezione ci ha permesso di ascoltare con stupore, non si tratta affatto di una questione di infiltrati del regime messi là, cosi, tanto per fare scena, perché, tra le altre cose, da una parte, l’azione ha avuto luogo nel centro di comando delle Brigate al-Farouk e dell’ Esercito Libero Siriano a Bab al-Hawa, in presenza di numerosi militari che andavano e venivano intorno ai tre protagonisti; ma dall’altra parte e soprattutto, uno di quest’ultimi, il generale dell’Asl, che ci aveva scelti, è uno degli stretti collaboratori di Ammar Bougai.

E i ribelli stessi non avevano, con assoluta certezza, alcun interesse a farci credere che fossero responsabili del massacro di Al-Gutha. 

Quanto all’uso dell’inglese, credo poter dedurre che il terzo coinvolto di questa conversazione non era arabo e non parlava arabo. A partire da questo elemento, a ciascuno congetturare sulla sua identità e il suo ruolo; quanto a me, mi guarderò bene dal farlo, ad ogni modo, per ora. 

Per concludere con l’affare dei Gaz à al-Gutha, ciò che abbiamo sentito non mi ha meravigliato ; già diverse volte, alcuni gruppi ribelli avevano tentato di far credere che il regime aveva utilizzato il gas, alcuni video, e diverse messiscene, circolavano a questo proposito. Ovviamente, il regime non ha mai avuto interesse a utilizzare le armi chimiche: non ne ha bisogno e soprattutto non a Al-Gutha dove nessun interesse strategico preoccupava eccessivamente lo stato maggiore siriano, che non avrebbe tratto alcun vantaggio militare significativo facendo uso di questo tipo di armi; invece, sarebbe stato (e lo è stato) suicida da parte del regime mettere in opera un questo genere di attacco, così da donare alla comunità internazionale una buona ragione di intervenire. È tutto ciò che ci avrebbero “guadagnato”.

Ciò detto, come ben sappiamo, gli Stati Uniti non hanno mai veramente avuto l’intenzione di sbarazzarsi della dittatura siriana (indebolirla, certo, ma niente di più) che aveva raggiunto un “modus vivendi” soddisfacente in rapporto a Israele (e dubito che lo status quo fosse mantenuto dai movimenti jihadisti se avessero raggiunto il loro fine).

Il dramma di al-Gutha non è dunque “servito” a niente: la comunità internazionale non interverrà (l’accordo russo-statunitense sulla messa sotto tutela delle armi chimiche siriane ha così costituito una magnifica via di uscita per Obama, Cameron e Hollande che, oltre al fatto di avere qualche difficoltà con i loro rispettivi parlamenti, non sapevano più come liberarsi da quelle dichiarazioni tonanti che avevano rilasciato sui possibili ed eventuali bombardamenti unilaterali in Siria)

Ecco ciò che rimette, mi pare, le cose al loro posto.

Come sapete, ho ardentemente sostenuto l’Asl e continuo a farlo più che mai, soprattutto rispetto a questi gruppi che disonorano la rivoluzione. Dal mio rientro in Belgio, i miei amici di Aleppo mi hanno telefonato per gioire insieme della mia liberazione e deplorare l’azione terrorista di questi elementi della rivoluzione, che ne sporcano l’ immagine. Purtroppo, come ho già scritto, non è colpa loro: l’Occidente ha abbandonato la rivoluzione e certi gruppi, quindi, non sanno più che farsene dei giornalisti europei. È la loro nuova filosofia e i rapimenti si moltiplicano. Biasimo, quindi, quelli come Padre Paolo e quel giovane fotografo che mi aveva accompagnato ad Aleppo l’anno passato, Edouard Elias, entrambi rapiti quando Domenico ed io eravamo già prigionieri in Siria. 

Per il resto, non faccio che raccontare il più onestamente possibile ciò che ho constatato tirando le logiche conclusioni. Ma la mia testimonianza ha probabilmente infastidito qualche sostenitore accanito di un campo o di un altro (è umano!), trasmettendomi il loro veleno. “Oggi, tutto; domani, niente…” Stando così le cose e rispetto a questo genere di comportamenti oltraggiosi e perciò insignificanti, ho imparato a lasciare abbaiare i cani e a lasciar passare la carovana.”

Bien à vous.

P.PICCININ 19.09.2013 14:37.