SIRIA. Trend Geopolitici 2024: possibile fronte dell’allargamento del conflitto Israele Hamas

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La guerra civile in Siria è iniziata nel 2011. Siamo al 2024 e ancora ci sacche di resistenza attive e che combattono il governo di Assad che è molto al di là del dover lasciare la presidenza. Nel nostro nuovo libro, tra le regioni più citate per motivi “cinetici”  ma non le sole, HTS che agisce nell’area di Idlib e il deserto siriano, la Badya, dove Daesh combatte contro tutti. 

Non possiamo dimenticare che la Turchia di Erdogan sta lentamente raggiungendo il suo obiettivo di dare vita alla zona cuscinetto nel nord del paese dove si annetterà la parte curda prima abitata  dai curdi tra cui quelli del PKK ed ora sotto attacco delle milizie filo turche e, notizia degli ultimi giorni grazie agli accordi con l’Iraq che ha dichiarato il PKK gruppo terrorista e in dirittura di arrivo quelli con la Siria mediati dalla Russia. A quanto pare Erdogan avrà il suo cuscinetto in Siria mentre Damasco si potrà concentrare nell’addestramento insieme ai russi per contrastare Israele.

Assad dunque anche se con meno controllo territoriale, grazie alle sue alleanze con Russia e Iran resta al potere e proprio in tema di alleanza ha visto e vede le milizie filo iraniane, ma siriane partecipare alla guerra contro Israele. La resistenza islamica irachena (alleata di Hamas) infatti include anche gruppi siriani che insieme a Hezbollah attaccano Israele dal Golan. Alture del Golan che grazie anche all’intervento di Trump sono passate sotto controllo di Israele nel 2021; e dove Tel Aviv ha raddoppiato le colonie. In realtà le alture del Golan costituiscono un altopiano montuoso, dell’estensione di circa 1800 km², compreso tra i territori di Siria, Israele e Libano. Zona da cui Hezbollah e le milizie siriane filo iraniane alleate di Damasco attaccano Israele. 

Il giorno 19 marzo l’IDF ha annunciato la formazione di una nuova brigata regionale al confine di Israele con Siria e Libano. La HeHarim, o Brigata di Montagna, sarà responsabile delle regioni del Monte Hermon e del Monte Dov come parte della 210a Divisione Basan, in sostituzione dell’attuale 810a Brigata Regionale Hermon. 

Nel comunicato IDF si legge: “Nell’ambito della risposta operativa alla situazione al confine settentrionale e in conformità con la valutazione della situazione, è stata istituita la Brigata “Heharim” (Le Montagne), che opererà al confine tra Siria e Libano. La brigata opererà sotto la 210a Divisione e difenderà i settori del Monte Hermon e del Monte Dov al posto della 810a Brigata Hermon. Il colonnello Liron Appleman è stato nominato comandante della brigata. A seguito degli sforzi congiunti di vari organismi dell’IDF e di un’analisi delle esigenze operative dell’IDF durante la guerra, la Brigata “Heharim” inizierà la sua attività nelle prossime settimane. La brigata sarà specializzata nel combattimento su terreni difficili e nella guerra nelle aree montuose, tra cui il Monte Hermon e il Monte Dov. Comandante della 210a Divisione BG Zion Ratzon: “L’istituzione della brigata fornirà una risposta operativa di alta qualità e consentirà la preparazione di misure sia difensive che offensive in una varietà di scenari che corrispondono al terreno e al nemico nella regione, su entrambi i fronti contemporaneamente: Libano e Siria”.

Israele dunque si prepara ad aprire il suo fronte nord o se visto dal Libano e Siria il fronte sud. Israele ha più volte bombardato l’area dell’aeroporto di Damasco affermando che li arrivavano le armi iraniane e i consiglieri militari dei Pasdaran che sostengono Hamas. 

La Siria inoltre ha un legame storico con Hezbollah. Nel 2011 il presidente siriano Bashar al-Assad, durante un colloquio con il capo del Ministero degli affari esteri turco, Ahmed Davutoglu, affermava che in caso di attacco della NATO, la Siria colpirebbe Israele: “non mi ci vorranno più di 6 ore per schierare centinaia di missili sulle alture di Golan e poi inviarli verso Tel Aviv”. E aggiungeva che il suo appello sarebbe stato seguito da Hezbollah, con sede nel sud del Libano, che avrebbe scatenato un attacco missilistico così potente su Israele che i servizi segreti dello stato ebraico “non si sarebbero mai sognati della sua forza”.

Ad oggi Hezbollah che impegna le brigate di Israele in alta Galilea, non ha impiegato le sue armi e non ha dato vita ad una vera e propria offesa o difesa, ha bombardato “i soliti siti dalle solite postazioni” che Israele ha poi “ri-bombardato” colpendo fattorie nel Libano sud. Entrambi rimangono entro gli accordi siglati nella risoluzione ONU 1701, adottata per porre fine alla guerra in Libano del 2006. 

Hezbollah però ha sempre detto che se i palestinesi verranno cacciati da Gaza, quando Hamas finirà le armi è pronta a intervenire e a sostituirla. 

A Partire da febbraio si sono intensificati i colloqui con il Libano: la Francia ha inviato al governo libanese una bozza di accordo di due pagine per porre fine alle ostilità tra Israele e Hezbollah. Il documento, in particolare, prevedeva il ritiro delle forze del gruppo libanese, comprese le formazioni Radwan, a 10 km dal confine e lo smantellamento di tutte le strutture militari in prossimità dello stesso. Nella fase finale della tregua, Parigi ha proposto di delimitare il confine terrestre con il sostegno delle forze di pace delle Nazioni Unite e di creare una zona libera da gruppi armati non statali tra esso e il fiume Litani. Ma il nodo da sciogliere resta sempre: Gaza. 

Il 20 marzo, le forze speciali israeliane hanno catturato un ufficiale dell’intelligence di Damasco in territorio siriano nell’area di Quneitra. 

Da qui si dipana la nostra analisi dello scenario siriano che dovrebbe poi svilupparsi nel 2024 con le effervescenze politico-militari alla luce dei recenti sviluppi geopolitici mediterranei. 

Il libro in duplice lingua, italiano e inglese, può essere scaricato cliccando qui

Siamo certi che anche questa nostra analisi catturerà la vostra attenzione. 

Redazione