REGNO UNITO. L’industria vuole un accordo commerciale pre-Brexit

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La recente minaccia del primo Ministro britannico Theresa May che Londra potrebbe portare il paese fuori dell’Unione europea senza un nuovo accordo commerciale non è andata giù bene ai produttori britannici.

La loro organizzazione che li raccoglie, Eef, riporta Dw, ha detto che una Brexit senza un accordo commerciale con l’Ue sarebbe disastrosa per i produttori del Regno Unito, perché avrebbero dovuto sopportare il peso di eventuali nuovi ostacoli all’export e alla produzione.

«L’idea di essere in grado di andarsene via a mani vuote potrebbe essere una tattica di negoziazione, ma in realtà potrebbe sferrare un colpo rischioso e costoso», ha detto il coordinatore di Eef, Terry Scuoler in un comunicato.

Theresa May ha intenzione di portare a termine il processo della Brexit in due anni e ha messo in guardia i restanti 27 paesi membri dell’Unione Europea che «nessun accordo sarà meglio di un cattivo accordo».

May ha detto che il controllo dell’immigrazione è la sua priorità pur ammettendo che la Gran Bretagna deve rinunciare alla sua appartenenza mercato unico e unione doganale dell’Ue, al fine di raggiungere questo obiettivo.

Ma, in assenza di un nuovo accordo, gli scambi tra il Regno Unito e l’Ue dovranno seguire le regole base e le tariffe dell’Omc.

L’Eef ha detto che le esportazioni manifatturiere britanniche verso l’Ue tra cui automobili, prodotti chimici e macchinari potrebbero dover subire tariffe in media del 5,3 per cento. Il premier ha aggiunto che c’era anche il rischio di ulteriori ostacoli agli scambi viste le procedure doganali e i più elevati costi.

Oltre la metà dei manufatti della Gran Bretagna, misurati per il loro valore, vanno verso l’Unione europea, con una produzione che rappresenta circa il 10 per cento dell’economia del Regno Unito.

Le aziende del settore più grande, quello dei servizi, sono anche preoccupate per il loro futuro accesso al mercato unico dell’Ue, in particolare nel settore bancario.

Lucia Giannini