BULGARIA. Accordo con la Romania per la creazione di una centrale idroelettrica sul Danubio

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La Bulgaria sta lavorando alla strategia energetica 2053, ideata nei mesi successivi all’invasione russa dell’Ucraina. E se il piano concede l’utilizzo di centrali a carbone fino al 2030, nel frattempo il governo intende lavorare per investire sulle rinnovabili.

Sofia si è già messa all’opera per l’idroelettrico, puntando sulla cooperazione con la Romania: i due governi nelle prossime settimane dovrebbero infatti firmare un memorandum di cooperazione per la costruzione di due centrali sul Danubio.

Secondo gli esperti i due impianti dovrebbero essere operativi nell’arco di cinque/sei anni, e da accordi il piano dovrà essere affidato alla compagnia nazionale romena Hidroelectrica. La prima delle due centrali verrebbe realizzata nei pressi di Nikopol in Bulgaria: il progetto ha già passato gli studi di fattibilità e dovrebbe avere una capacità di 480 megawatt. Invece poco ancora si sa del secondo piano, se non che si intende realizzarlo non lontano dalla città di Silistra.

La prima centrale quindi sarà situata tra Turnu Măgurele in Romania e Nikopol in Bulgaria. Avrà una capacità di 840 MW. Per questo progetto sono già stati realizzati degli studi di fattibilità, come detto. La seconda centrale idroelettrica sarà situata vicino a Silistra, sul versante bulgaro, e a Kalarash, sul versante rumeno. Lo studio di fattibilità per questo progetto è solo nella fase iniziale.

Le due centrali saranno utilizzate congiuntamente dai due Paesi confinanti sul modello delle centrali idroelettriche della Porta di Ferro, gestite congiuntamente da Romania e Serbia, riporta BalkanInsight.

I ministri dell’energia dei due paesi, Virgil Popescu e Rosen Hristov, hanno già discusso del piano: per i due governi farebbe anche parte di una strategia di cooperazione bilaterale che punta anche a promuovere la realizzazione di nuove infrastrutture che colleghino i due paesi membri Ue. Non senza un certo scetticismo da parte di Bucarest su alcuni punti, visto che il paese rischia anche di perdere parte del traffico di beni sul porto di Constata sul Mar Nero.

Per entrambi i paesi, comunque, il piano fa parte di una strategia di autonomia energetica: per la Romania comunque non rappresenterebbe una novità, e anzi come cita Balkan Insight le due centrali si rifarebbero al modello delle centrali idroelettriche Iron Gate che sorgono sul Danubio nella zona di confine con la Serbia.

Carlo Comensoli

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