RUSSIA. Putin e bin Salman prolungano l’accordo sul calo della produzione petrolifera 

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Il presidente russo Vladimir Putin e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, riuniti a margine del vertice del G20 nella capitale argentina di Buenos Aires, hanno deciso di prorogare fino al 2019 l’accordo Opec+ per la gestione del mercato petrolifero.

Il mercato del petrolio è entrato in una spirale discendente all’inizio di ottobre, e alla fine di novembre i prezzi del petrolio hanno toccato i minimi in otto mesi, con il Brent sceso sotto i 62 dollari al barile. La ragione di questa tendenza al ribasso è un aumento record del volume delle riserve commerciali di petrolio negli Stati Uniti e, in aggiunta, l’effettivo aumento della produzione da parte dell’Arabia Saudita e di altri paesi dell’Opec, riporta Sputnik.

L’incontro tra il Presidente russo Vladimir Putin e il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman a margine del vertice del G20 di Buenos Aires ha messo fine all’incertezza del settore che temeva surplus di produzione e una diminuzione dei prezzi del greggio ai livelli del 2014. A seguito del vertice, i due hanno deciso di prorogare l’accordo sulla produzione petrolifera Opec+.

Il mercato ha reagito immediatamente e i prezzi del Brent sono aumentati del 5%. Arabia Saudita e Russia sono le parti chiave dell’accordo Opec+ e determinano quasi da sole le decisioni del cartello. 

I prezzi del petrolio sono stati anche stimolati dal fatto che gli Stati Uniti e la Cina hanno siglato una tregua di 90 giorni nella loro guerra commerciale: il presidente Donald Trump ha accettato di non aumentare le tariffe su 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi dal 10% al 25% a partire dal 1° gennaio, mentre il presidente cinese Xi Jinping ha promesso di acquistare più beni statunitensi per ridurre il deficit commerciale. 

Un simile “cessate il fuoco” è un fattore importante per il mercato del petrolio, in quanto riduce i rischi di perturbazioni nell’equilibrio tra domanda e offerta globale. Se riusciranno ancora a porre fine alla guerra commerciale, l’economia cinese riceverà una spinta e, di conseguenza, aumenterà il volume degli acquisti di energia per soddisfare il fabbisogno delle sue imprese.

Anna Lotti