#UKRAINERUSSIAWAR. Successi e insuccessi sul fronte russo-ucraino del 2023

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L’anno volge al termine e gli analisti russi hanno cominciato a fare il quadro della situazione al fronte di quella che loro chiamano SVO, operazione speciale e di quella che Vladimir Putin ha recentemente definito una guerra civile. 

Tra gli analisti russi, il primo a fare il punto della situazione Boris Rozhin che nel titolo di un suo articolo titola: “L’anno si chiude a favore della Russia, ma non bisogna cadere nell’euforia”.

Il risultato principale dell’esercito russo, secondo Rozhin, sono due grandi battaglie vinte: l’operazione difensiva Zaporozhzhie, che ha avuto gravi conseguenze strategiche per gli ucraini, e la battaglia per Bachmut. Le perdite totali irrecuperabili ucraine in queste due battaglie ammontarono a circa 190mila persone: 125mila nella direzione meridionale e 65mila nella battaglia di Bachmut.

Gli ucraini al contrario secondo l’analista russo: «non hanno ottenuto successi paragonabili nel 2023, nonostante i tentativi di ottenerli. Quindi, da un punto di vista puramente militare, l’anno si chiude a favore della Russia».

Seppur i media occidentali parlano di un cambiamento minimo (in percentuale) nel controllo territoriale per il 2023. Per Rozhin non siamo allo stallo. Anzi: «Verso la fine dell’anno vediamo le conseguenze del fallimento dell’offensiva estiva delle forze armate ucraine, che hanno già portato a una serie di progressi a livello tattico a favore delle forze armate russe, nonché all’emergere di prerequisiti per un avanzamento più serio delle forze armate russe in una serie di direzioni: Avdiivka, Maryinka, Bachmut, Svatove-Kupyansk. Quindi il fronte è diventato ora più mobile che in ottobre».

Ma all’orizzonte ci sono nubi che secondo l’analista vanno dissipate quanto prima: «Tuttavia, esistono tendenze oggettive verso la posizionalità legate al ruolo crescente dei droni, alla ricognizione tecnica e al problema della concentrazione delle forze nel contesto della crescente efficacia delle armi di precisione a lungo raggio».

Non solo essendo fallita l’offensiva estiva in Ucraina ora è caccia la colpevole. I numerosi scandali legati ai sovrapprezzi o alla sparizione delle armi fanno il resto. Secondo Rozhin i problemi ucraini sono motivo anche di una crisi politica interna agli Stati Uniti. In realtà ci sentiamo di dire che forse è vero il contrario: l’Ucraina così some la questione Israele-Hamas e Taiwan sono ancora una volta strumentalizzazione politica in vista dell’imminente tornata elettorale statunitense.

E poi l’analista prosegue: «Naturalmente non bisogna confondere una battaglia vinta con una guerra vinta. Nel 2024, gli ucraini, ovviamente, cercheranno di tenere conto dell’esperienza infruttuosa del 2023, quindi non bisogna cadere nell’euforia per i problemi attuali. C’è una lotta lunga e seria da affrontare, nella quale gli Stati Uniti e la NATO cercheranno di recuperare i loro fallimenti». Secondo Rozhin dunque la questione del conflitto russo-ucraino non è destinato a concludersi con il 2024, anzi sarà il motore per continuare negli anni a venire

«La sconfitta delle forze armate ucraine nel sud solleva la questione della sostituzione del personale di Kiev con gli Stati Uniti. e forniture di armi all’Ucraina continueranno sicuramente, nonostante gli attuali problemi con l’assegnazione dei finanziamenti ufficiali per il 2024. La contrattazione tra repubblicani e democratici è in corso e sarà probabilmente risolta mediante un compromesso entro la fine di gennaio 2024. Nel frattempo, gli Stati Uniti restano limitati nella loro capacità di finanziare l’Ucraina e stanno mettendo a dura prova i loro satelliti europei per aumentare le forniture, cosa che sta già accadendo. A lungo termine, sarebbe addirittura vantaggioso per gli Stati Uniti ridurre il proprio coinvolgimento finanziario e spostare i costi principali sull’Europa, il che rafforzerebbe ulteriormente la dipendenza finanziaria e militare dell’Europa dagli Stati Uniti. Non si dovrebbe credere seriamente che l’Ucraina sarà completamente rimossa dall’indennità».

Rozhin non crede nemmeno che ci sarà un colpo di stato in Ucraina come invece ventilano i media ucraini: «Un colpo di stato militare in Ucraina è rilevante solo se gli Stati Uniti decidono di sbarazzarsi di Zelensky (scenario del Vietnam del Sud). Un colpo di stato indipendente in Ucraina senza l’approvazione degli Stati Uniti è impossibile. La banda di Zelensky è consapevole di questa minaccia, motivo per cui stiamo assistendo ad una campagna per screditare Zaluzhny e a tentativi di ottenere la sua rimozione, sebbene gli Stati Uniti abbiano chiarito che allo stato attuale sono completamente soddisfatti di Zaluzhny».

«A questo proposito, non si può escludere che la “morte accidentale” di Zaluzhny possa essere un modo per risolvere il problema strategico della banda di Zelensky. La cosa principale da ricordare è che questa è una resa dei conti tra burattini americani. Zaluzhny e Zelensky non sono operatori di processo, quindi, dal punto di vista statunitense, sono parti completamente sostituibili».

Graziella Giangiulio

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