
Il disagio psicologico colpisce più del 50 per cento dei pazienti con tumore, ma in sette casi su dieci la depressione non viene affrontata e curata. La definizione, esatta, che “racchiude” e identifica questi disturbi corrisponde a “distress emozionale”.
«Hanno un impatto parecchio negativo sulla qualità della vita, sull’adesione ai trattamenti e, quale ulteriore conseguenza negativa, sulla sopravvivenza stessa dei malati oncologici. Solamente il 37% dei Paesi europei – spiegano da AIOM – stanzia budget specifici e dedicati sul supporto psiconcologico». Da noi la figura dello psicologico riservato all’oncologia è prevista, sulla carta, in circa la metà dei centri specializzati; seppur nella realtà meno di un malato su cinque riceva aiuto concreto.
Da qui la richiesta della reale integrazione dell’assistenza psicosociale nella pratica clinica di ogni giorno – tramite la previsione e l’utilizzo di risorse ad hoc – mossa dall’Associazione Italiana di Oncologia Medico durante il congresso della European Society for Medical Oncology a Madrid.
«Il supporto psicosociale dev’essere componente essenziale del trattamento oncologico. Costituisce – dice Saverio Cinieri, presidente AIOM – l’elemento chiave di ogni strategia volta a migliorare la qualità di vita delle persone con tumore. Nonostante la consapevolezza e l’esistenza in vari Paesi di linee guida che raccomandano interventi psicosociali basati sull’evidenza, molti pazienti oncologici nei fatti non li ricevono. I bisogni troppo spesso non vengono rilevati e, quindi, non trattati in maniera opportuna. Inoltre, il Piano Oncologico Nazionale 2023-2027 non prevede risorse indirizzate all’assistenza psiconcologica».
La cura del disagio mentale si traduce nel miglioramento della sopravvivenza. Infatti, i pazienti con evidenti sintomi depressivi aderiscono meno ai protocolli terapeutici. Da uno studio è stato possibile evincere come il grado d’accettazione della chemioterapia post-chirurgia del carcinoma alla mammella tra le donne con depressione e che non hanno richiesto aiuto psicologico, si fermi solo al 51%.
Inoltre una metanalisi, che ha incluso 27 studi per un totale di 9.417 persone affette da diversi tipi di neoplasia, ha rivelato che i tassi di mortalità erano fino al 25% più elevati in pazienti con sintomi depressivi e fino al 39% più elevati in pazienti con depressione maggiore-minore. In Europa ogni anno si stimano poco meno di 4 milioni di nuovi casi di tumore. Nel 2022, in Italia, sono stati all’incirca 400mila.
«La salute psicologica della persona che riceve la diagnosi di cancro è messa a dura prova da distress emozionale, paura di recidive, preoccupazione per i familiari, difficoltà nella sfera sociale, lavorativa, economica e sessuale» commenta Gabriella Pravettoni, docente di Psicologia delle decisioni all’Università degli Studi di Milano e direttrice della Divisione di Psiconcologia dell’Istituto Europeo di Oncologia. «Tutto ciò può generare differenti tipologie di bisogni psicosociali. Spesso, però, i risvolti psicologici della malattia vengono lasciati sullo sfondo, in secondo piano, rispetto a quelle che si traducono in necessità strettamente di stampo clinico. In tantissime situazioni la presenza di distress emozionale non viene rilevata, sia per le difficoltà degli oncologi a discutere dell’argomento durante la visita, sia per la riluttanza dei pazienti a confidarli al proprio medico specialista».
Marco Valeriani