Le transazioni non in dollari nel commercio tra Cina e Russia sono decisamente aumentati nel primo trimestre di quest’anno, trainate da un più ampio uso dello yuan e del rublo.
Stando a quanto riporta Global Times, che cita uno studio della Renmin University of China, questo dato riflette una nuova tendenza alla de-dollarizzazione del rapporto commerciale bilaterale che riduce i costi. Secondo il rapporto, nel primo semestre di quest’anno, gli insediamenti commerciali bilaterali in dollari sono scesi al 46% dal 90% del 2015, mentre gli accordi si sono stabilizzati nello yuan e il rublo sono balzati al 24%.
Gli accordi in yuan o in rublo sono particolarmente convenienti per le transazioni di petrolio greggio e gas naturale tra i due paesi. Per molte aziende russe del settore energetico, l’espansione dell’uso dello yuan e del rublo può ridurre significativamente il rischio geopolitico del commercio in dollari Usa.
Questo tipo di scambio è conveniente per quelli che coinvolgono l’importazione di beni di largo consumo come il petrolio greggio, l’energia e le attrezzature militari dalla Russia poiché alcune di queste merci sono soggette alle sanzioni unilaterali degli Stati Uniti, può essere un modo per le imprese cinesi di evitare sanzioni secondarie”, ha detto Jiang.
La Cina e la Russia hanno anche incentivi politici ed economici per spingere in avanti la “de-dollarizzazione” ritenuta come un modo per evitare che gli Stati Uniti abusino del ruolo del dollaro.
La partnership tra Pechino e Mosca sta portando anche le loro relazioni politiche ad un nuovo livello. Con il commercio bilaterale in rapida crescita, gli addetti ai lavori dell’industria prevedono che l’uso dello yuan e del rublo negli insediamenti commerciali è pronto a fare ulteriori passi avanti.
Russia e Cina nel 2014 hanno firmato un accordo triennale di swap valutario del valore di 150 miliardi di yuan. L’accordo è stato prorogato per tre anni nel 2017. L’accordo consente alla banca centrale di ciascun Paese di accedere alla valuta dell’altro senza dover negoziare attraverso il dollaro Usa.
Anna Lotti