LIBANO. Povertà al 55%

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La Commissione economica e sociale delle Nazioni Unite per l’Asia occidentale (ESCWA) ha avvertito mercoledì che la popolazione libanese che vive in condizioni di povertà è raddoppiata nel 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.

Ricordiamo che il Libano, ospita la più grande concentrazione di rifugiati pro capite del mondo, circa il 20 per cento della sua popolazione di 6.821.223 abitanti. L’ultimo rapporto dell’ESCWA indica che il tasso di povertà ha raggiunto il 55% nel 2020, mentre nel 2019 era del 28%.

L’organizzazione spiega che «l’esplosione massiccia e l’aumento sempre più rapido del numero di infezioni da coronavirus stanno paralizzando il Libano, che già soffre degli effetti di shock sovrapposti, che hanno esaurito la sua economia e causato un salto senza precedenti nei tassi di povertà».

Inoltre, il numero di persone che vivono in condizioni di estrema povertà è passato dall’8 per cento del 2019 al 23 per cento del 2020. Ciò significa che più di 2,7 milioni di libanesi dipendono da meno di 14 dollari al giorno.

«Secondo le stime dell’ESCWA, i tassi di povertà in Libano sono raddoppiati dal 28% nel 2019 al 55% nel 2020. Prima dell’esplosione di Beirut e del rapido aumento del numero di casi di covid 19, la percentuale di coloro che soffrono di povertà estrema era aumentata».

«L’istituzione di un fondo nazionale di solidarietà comunitaria è una necessità urgente per affrontare la crisi umanitaria», ha detto il segretario esecutivo dell’ESCWA, Rola Dashti.

L’agenzia delle Nazioni Unite ha esortato i donatori internazionali a sostenere i programmi di solidarietà «poiché il Libano ha anche i più alti livelli di disparità nella distribuzione della ricchezza nella regione araba e nel mondo».

A seguito dell’esplosione di Beirut, più di 300.000 persone sono rimaste senza casa. Inoltre, secondo le Nazioni Unite, il Libano ospita la più alta concentrazione di rifugiati pro capite al mondo, circa il 20% della sua popolazione, 6.821.223 abitanti.

Il 10 agosto 2020, il primo ministro libanese si è dimesso per le diffuse proteste seguite all’esplosione. Poiché l’élite politica deve ancora nominare un nuovo primo ministro e un gabinetto, molti libanesi sono costretti ad affidarsi all’aiuto di enti di beneficenza.

Anna Lotti