#ISRAELHAMASWAR. Washington: pronte sanzioni all’Iran per bloccare gli attacchi nel Mar Rosso

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Gli attacchi americano-britannici in Yemen questa settimana sono stati 86 secondo le fonti yemenite. E Mentre a Ibb, si celebravano i funerali Funerali dei quattro uomini delle forze di sicurezza speciali uccisi dagli attacchi statunitensi-britannici. Il leader degli Houthi, Abdul-Malik Badr al-Din al-Houthi, ha postato un lungo audio in risposta agli attacchi. 

Tra le frasi del leader: “Le nostre capacità militari si stanno sviluppando ad un ritmo rapido e distinto. Ci sono progressi a livello di tattica, industrializzazione e sviluppo delle capacità militari nel paese”. Al Houti riferisce che: “Le nostre operazioni militari fanno parte di un movimento globale del nostro popolo nella battaglia della conquista promessa e del jihad santo”. 

E ha promesso di continuare ad attaccare le navi fino a quando Israele confermerà le bombe su Gaza. Il 9 febbraio e il 10 ancora attacchi americani-britannici contro lo Yemen

Il capo della delegazione negoziale dello Yemen Muhammad Abdel Salam ha dichiarato: «La continua aggressione americano-britannica contro lo Yemen rappresenta una violazione della sovranità di uno Stato indipendente. Affermiamo che l’aggressione non impedirà alle forze armate yemenite di continuare la loro missione di sostegno a Gaza».

«L’aggressione non sarà in grado di garantire la sicurezza delle navi israeliane o di quelle dirette ai porti della Palestina occupata. Affermiamo che l’aggressione americano-britannica è ciò che minaccia la navigazione internazionale nel Mar Rosso, nel Mar Arabico e nel Golfo di Aden». 

Secondo la stampa statunitense l’amministrazione Biden prevede di aumentare la pressione sul regime iraniano inasprendo le sanzioni petrolifere. L’obiettivo di Washington è ridurre la capacità di Teheran di finanziare le milizie che operano nella regione.

L’amministrazione è determinata ad applicare le sanzioni petrolifere anche a costo di una potenziale interruzione del mercato petrolifero globale, hanno detto fonti. Secondo quanto riferito, l’amministrazione ha anche deciso di intraprendere un’azione più dura contro l’Iran per il suo sostegno a Hamas e agli Houthi nello Yemen, che hanno interrotto il commercio globale.

La Casa Bianca si concentrerà sulle navi che trasportano petrolio iraniano, imponendo multe ai paesi che lo acquistano o aiutano a trasportarlo. Lo scorso anno le esportazioni di petrolio greggio e gas dell’Iran sono state in media di circa 1,4 milioni di barili al giorno. Un alto funzionario dell’amministrazione statunitense ha affermato che senza sanzioni, le esportazioni potrebbero superare i 2,5 milioni di barili al giorno.

Di questo l’Iran non sembra al momento essere preoccupato: il presidente iraniano Ebrahim Raisi ritornando sulla questione Israele-Hamas, in una conferenza stampa in cui ha condannato l’attacco in Iraq contro leader delle al Nujaba, che combattono al fianco di Hamas ha chiosato: «il sangue dei martiri di Gaza e della Palestina segnerà la fine di Israele».

L’Ayatollah Ali Khamenei a latere ha dichiarato: «Quanto sta accadendo a Gaza riflette la portata della corruzione del sistema globale… sottolineando che la vittoria del popolo della Striscia di Gaza si rafforzerà giorno dopo giorno».

Ricordiamo che l’Iran lavora con Paesi che spesso non hanno buone relazioni con gli Stati Uniti d’America e che negli ultimi due anni il settore difesa e armamenti è diventato una voce di bilancio importante. Il 23 gennaio l’esercito della Repubblica islamica dell’Iran ha rifornito i suoi arsenali con un nuovo lotto di droni destinati alle operazioni di ricognizione e di combattimento, fonte agenzia Mehr.

«Questi droni di fabbricazione iraniana sono dotati di sistemi di guerra elettronica, dispositivi di navigazione e armi d’attacco di precisione. In particolare, i militari hanno ricevuto i droni Ababil-4 e Ababil-5, che possono essere utilizzati per la ricognizione e il pattugliamento, la guerra elettronica e il combattimento aereo, e i droni Arash kamikaze, che possono essere lanciati a distanze considerevoli. L’esercito iraniano ha ricevuto anche droni Karrar per intercettare bersagli aerei, che sono stati i primi tra gli UAV militari iraniani in grado di sollevarsi fino a 14,3 mila metri di altezza».

In altre parole l’Iran si sta preparando a giorni peggiori e questi droni in produzione potrebbero già essere in mano Houthi.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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