Il 18 ottobre ha segnato la fine di un decennale embargo sulle armi delle Nazioni Unite contro l’Iran, dopo che gli Stati Uniti non sono riusciti a superare l’opposizione all’interno del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per farlo estendere. La data di scadenza dell’embargo è stata concordata nell’ambito dell’accordo nucleare del 2015, dal quale Washington si è ritirata unilateralmente nel 2018.
In teoria, riporta Rferl, l’Iran sarà ancora una volta in grado di acquistare e vendere armi convenzionali che includono carri armati, aerei da combattimento e artiglieria pesante. Questo sviluppo è stato condannato da Washington come una minaccia alla sicurezza globale. A Teheran, è già stato celebrato dal governo compreso il presidente Hassan Rohani.
Il 14 ottobre, Rohani ha detto: «Dieci anni di ingiuste sanzioni per le armi finiranno il 18 ottobre». Rohani ha detto che, da quel giorno in poi, «saremo in grado di vendere le nostre armi a chiunque sceglieremo e potremo acquistare armi da chiunque sceglieremo». Ma la dichiarazione di vittoria potrebbe essere prematura. Teheran non sarà in grado di fare un grande acquisto di armi a causa di diversi vincoli, tra cui le pesanti sanzioni economiche statunitensi che hanno lasciato il paese a corto di denaro.
Anche la Russia e la Cina, che si sono entrambe opposte alla campagna di Washington di “massima pressione” sull’Iran, saranno probabilmente riluttanti a vendere armi a Teheran, per la pressione degli Stati Uniti e a considerazioni geopolitiche, tra cui i legami di Mosca e Pechino con gli Stati del Golfo Persico con bilanci della difesa significativamente più alti della corrispondente spesa dell’Iran, stimata dalla Defense Intelligence Agency degli Stati Uniti a circa 20,7 miliardi di dollari nel 2019.
A settembre, la Russia ha detto di essere pronta a sviluppare legami militari con l’Iran dopo la revoca dell’embargo sulle armi: «Nuove opportunità emergeranno nella nostra cooperazione con l’Iran dopo la scadenza del regime speciale imposto dalla risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU il 18 ottobre», ha detto il 23 settembre il vice ministro degli Esteri Sergei Ryabkov a Interfax.
La Cina è già impegnata in trattative per una partnership strategica di 25 anni con l’Iran. Un rapporto del 2019 della U.S. Defense Intelligence Agency ha suggerito che, dopo la scadenza dell’embargo sulle armi dell’Onu, Teheran cercherà di acquistare aerei da combattimento avanzati.
A livello nazionale, in Iran, la scadenza dell’embargo è stata pubblicizzata come una vittoria per la repubblica islamica e una sconfitta per l’amministrazione del presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Graziella Giangiulio