#ISRAELHAMASWAR. Alta tensione nel nord di Israele: ucciso altro leader della Resistenza Islamica in Libano. Vendetta houthi dopo bombardamento USA

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Il ministero degli Esteri israeliano ha incaricato le ambasciate di esercitare pressioni su diplomatici e politici nei paesi ospitanti affinché rilascino dichiarazioni contro il processo avviato dal Sudafrica presso la Corte internazionale di giustizia con l’accusa di genocidio nella Striscia di Gaza, riferisce Axios con il link per una copia del telegramma urgente inviato dal servizio diplomatico israeliano.

Il messaggio afferma che “l’obiettivo strategico” di Israele è che la Corte respinga la richiesta di ingiunzione, si astenga dal dichiarare genocidio le azioni di Tel Aviv nella Striscia di Gaza e riconosca che l’esercito israeliano opera nella regione in conformità con il diritto internazionale.

Secondo il Washington Post, i funzionari statunitensi esprimono preoccupazione per il fatto che il primo Ministro Netanyahu stia considerando di espandere la guerra con Hezbollah come strumento per la sua sopravvivenza in carica, in mezzo alle crescenti critiche pubbliche nei confronti di Israele per la sua responsabilità negli eventi del 7 ottobre. Secondo una valutazione dell’intelligence statunitense: l’IDF avrà difficoltà ad avere successo nella guerra contro Hezbollah in Libano finché continuerà a combattere nella Striscia di Gaza.

L’esercito israeliano afferma di far pagare a Hezbollah un prezzo elevato per i suoi attacchi. Durante una visita in Cisgiordania, il Capo di Stato Maggiore dell’esercito israeliano Herzi Halevi ha affermato che l’esercito sta reagendo in modo aggressivo contro Hezbollah e non si sta dimostrando debole: «Nel nord, Hezbollah ha deciso di entrare in questa guerra, noi pretendiamo prezzi sempre più alti. Ha pagato ieri con sette morti, ieri ha pagato con due obiettivi molto, molto importanti, e noi stiamo aumentando il prezzo che paga».

Aggiunge che promette di riportare i coloni israeliani alle loro case nel nord vicino al Libano, e questo avverrà attraverso la pressione politico-militare su Hezbollah, «o ci ritroveremo con un’altra guerra».

Yoav Galant, ministro per la Difesa ha dichiarato alla stampa: «Abbiamo di fronte un asse, non un solo nemico [… ] e il fronte settentrionale ci preoccupa». In 24 ore l’IDF ha contato 100 morti e la maggior parte sono stati uccisi al confine con il sud del Libano. 

I coloni hanno bloccano la strada che porta alla Knesset e hanno chiesto un accordo per lo scambio di prigionieri e un cambiamento nel governo di Netanyahu. On line nella giornata dell’8 è apparso un prigioniero che ha dichiarato che il governo li ha lasciati soli. 

Secondo i media israeliani: gli attacchi di Hezbollah nel nord costano al governo 1,6 miliardi di dollari di perdite. Il quotidiano israeliano Yedioth Ahronoth parla in cifre delle perdite finanziarie subite da Israele mentre la guerra continua sui fronti meridionale e settentrionale.

Il Libano chiede che Israele smetta di violare la sua sovranità e ritiri le truppe dalle aree che l’esercito israeliano continua ad occupare, poiché un’ulteriore escalation potrebbe portare a una guerra regionale. Lo ha affermato il primo Ministro della Repubblica Najib Mikati incontrando a Beirut l’alto rappresentante dell’Ue per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell.

Fonti libanesi di Sky News riferiscono che il ministro degli Esteri tedesco sta presentando al Libano una proposta israeliana per stazionare truppe tedesche al confine che possano usare “forza militare”. A quanto esce sui media, la parte libanese sta rifiutando la proposta.

Secondo Bloomberg, che cita un alto funzionario statunitense che ha accompagnato Blinken nel suo viaggio in Turchia, Washington sta cercando di ottenere il sostegno di Ankara per i piani di gestione della Striscia di Gaza dopo la guerra. Blinken ha trasmesso il messaggio che l’amministrazione Biden non vuole intensificare le relazioni con l’Iran e sarà costretta a rispondere agli attacchi contro i suoi interessi.

Ismail Qaani, comandante della Forza Quds dell’IRGC, Iran ha detto: «Il mondo sta per vedere il fratello Al-Arouri diventare un incubo per Israele».

L’uccisione del leader di Hamas nel frattempo ha sospeso i negoziati per la liberazione degli ostaggi israeliani. Secondo la NBC News, l’uccisione del leader di Hamas Saleh Al-Arouri in un sobborgo di Beirut martedì 2 gennaio ha interrotto i negoziati con Hamas per il rilascio degli ostaggi.

A quanto si apprende da fonti social gli Stati Uniti avrebbero attaccato navi Houthi alla fonda e secondo fonti Houthi avrebbero perso la vita 10 tra ufficiali e marinai. L’episodio con tutta probabilità è del cinque gennaio scorso, quando la USS Dwight Eisenhower è entrata nel Mar Rosso. Secondo i dati del servizio informazioni dell’Istituto navale degli Stati Uniti: «Il gruppo d’attacco della portaerei USS Dwight Eisenhower si trova al largo delle coste dello Yemen», ha affermato il servizio, citando un funzionario militare statunitense. In precedenza, la portaerei si trovava nel Golfo di Aden.

Facendo un bilancio dei danni da attacchi Houthi, i loro attacchi nel Mar Rosso colpiscono più di 40 paesi e interrompono quasi il 20% del traffico marittimo globale. Lo ha affermato il segretario di Stato americano Antony Blinken in una conferenza stampa congiunta con il primo Ministro del Qatar Mohammed bin Abdel Rahman Al Thani. Il Cancelliere dello Scacchiere britannico Jeremy Hunt: «Gli attacchi Houthi nel Mar Rosso potrebbero avere conseguenze per l’economia britannica».

Il 95% delle navi del commercio marittimo globale sono state costrette a riprendere le proprie rotte a causa della chiusura dello stretto di Bab el-Mandeb. Il capo della diplomazia europea Borrell presenterà una proposta per lanciare una missione militare separata dell’UE nel Mar Rosso, la sua discussione inizierà questa settimana. 

La compagnia di navigazione cinese di proprietà statale Cosco smette di visitare i porti israeliani. La quarta compagnia più grande nel mercato globale dei container, che rappresenta circa l’11% del commercio globale, ha fatto il passo anche se è meno minacciata nel Mar Rosso grazie alla sua proprietà da parte del governo cinese e ai legami di Pechino con l’Iran.

In risposta il capo del Consiglio politico supremo dello Yemen, Muhammad Ali al-Houthi, ha minacciato che qualsiasi paese che partecipasse alla forza multinazionale creata dagli Stati Uniti per proteggere la navigazione nel Mar Rosso «perderebbe la sua sicurezza marittima e diventerebbe un bersaglio per noi». L’8 gennaio il leader del gruppo Ansar Allah Houthi ha detto: «La risposta all’attacco americano che ha ucciso 10 dei nostri combattenti sarà dolorosa». 

Il sei gennaio il cacciatorpediniere della Marina statunitense DDG 59 Laboon ha abbattuto un UAV Houthi “per legittima difesa”. Solo due giorni fa, gli Stati Uniti e 12 alleati hanno lanciato un ultimo avvertimento agli Houthi nello Yemen.

Il direttore dell’ufficio di Abdul-Malik Al-Houthi, rivolgendosi alle famiglie dei martiri della Marina ha detto: «Vedrete ciò che vi piacerà e la risposta al nemico americano sarà dolorosa». Una delegazione dell’ufficio del Comandante Abdul Malik Badr Al-Din Al-Houthi, guidata dal direttore dell’ufficio, Safar Al-Sufi, ha visitato le famiglie dei caduti delle forze navali a Sanaa, dove ha dichiarato: «Vedrete ciò che vi piacerà, e la risposta al nemico americano sarà dolorosa. L’America si sta scontrando con un popolo che ha una ferma convinzione e fede, un’elevata consapevolezza e intuizione».

L’IDF invece fa sapere il sei gennaio che ha completamente liquidato la “base militare” di Hamas nel a nord di Gaza. «Abbiamo completato l’eliminazione della base militare di Hamas nella parte settentrionale del settore e continueremo ad approfondire i risultati, a rafforzare la barriera e le strutture difensive al confine», ha detto il portavoce dell’IDF, il contrammiraglio Daniel Hagari.

Sempre secondo l’IDF, Hamas ha sviluppato missili da crociera guidati sotto la guida dell’Iran. Le forze israeliane che operano a Gaza City hanno scoperto attrezzature tecnologiche, compresi componenti utilizzati da Hamas per costruire razzi di precisione, che in precedenza non si credeva possedesse il gruppo terroristico.

Ed ora uno sguardo ai combattimenti tra Israele e Hamas

Si registra la distruzione del porto di Gaza a causa dei bombardamenti israeliani. Il sette gennaio, un missile ha colpito il porto di Haifa. Non si sa se sia stato sparato dalla Striscia di Gaza o dal Libano, ma se il porto di Haifa dovesse essere attaccato regolarmente, per Israele inizierà un vero e proprio assedio navale, mentre l’attività al porto di Eilat cesserà.

Israele ha ucciso un altro uomo al vertice dell’asse, questa volta della Resistenza Islamica. È stato ucciso con un attacco di droni a Khirbet Salm mentre viaggiava sul suo veicolo a quattro ruote motrici. Si tratta del generale Jawad Al-Tawil, responsabile della sparatoria alla base aerea di Meron. 

Per quanto concerne gli attacchi anche l’8 gennaio Hezbollah ha preso di mira le fattorie libanesi di Shebaa con missili e le hanno distrutte, uomini della Resistenza islamica hanno attaccato un raduno di soldati israeliani nella vicinanze del sito di Jal al-Alam con missili. Ci sono morti e feriti nelle fila dell’esercito. Si registrano che attacchi di Israele contro Hezbollah. 

Le sirene hanno suonato nel nord di Israele a Beit Hillel, Kfar Giladi, Metulla, Kfar Yuval, Manara, Ma’yan Baruch, Margaliot, Misgav Am e Kiryat Shmona per paura di infiltrazioni di droni. Channel 12: «Pochi minuti prima dell’arrivo del primo ministro Netanyahu a Kiryat Shmona, un missile anticarro ha colpito il centro della città».

Sirene suonano anche in Galilea, le sirene suonano ad Avivim, Ramat Dalton, Baram, Dishon, Yiftah, Yaroun, Al-Malikiyah, Alma, Rehaniyya e Ramot Naftali nell’Alta Galilea, temendo l’infiltrazione di droni stessa cosa a Jefte, Ramot Naftali, Al-Malikiyah e Dishon sempre nell’Alta Galilea. 

Anche nel centro di Gaza si registrano gli scontri a est del campo profughi di Bureij. Ci sarebbero morti e feriti da ambo le parti. Scontri registrati anche a nord-est di Deir al-Balah uso di armi pesanti e si prevedevano morti e feriti tra le fila del nemico.

Continuano anche gli scontri nel sud di Gaza a est e centro del campo profughi di Khan Yunis. Gli israeliani hanno lanciato bombardamenti a cui sono seguiti altri scontri. Le Qassam fermano di aver distrutto mezzi e ucciso militari. 

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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