GUERRA FUTURA. La NATO non è pronta per la Terza Guerra Mondiale

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La guerra in Ucraina sta mostrando quanti e di quale portata siano i cambiamenti nella guerra moderna: sfortunatamente per la Nato, questo conflitto è anche foriero di cattive notizie.

Sebbene sia vero che l’Ucraina non disponeva di una potenza aerea adeguata e non avrebbe mai dovuto mettersi nella posizione di essere attaccata dalla Russia, lo ha fatto principalmente sulla base delle promesse della Nato e in particolare degli Stati Uniti, riporta AT.

Gli Stati Uniti e la Nato hanno offerto massicci aiuti militari per 100 miliardi di dollari e oltre, per un importo sorprendente di 100 milioni di dollari al giorno. Nonostante queste ingenti somme, l’Ucraina ha ripreso poco del territorio conquistato dai russi e, cosa ancora più pertinente, ha subito enormi perdite di uomini e mezzi.

Ogni paese poi ha deciso di aumentare la spesa per la difesa interna: la Polonia ha deciso di acquistare nuovi sistemi Patriot per un costo di 15 miliardi di dollari e elicotteri d’attacco Apache per 12 miliardi di dollari: la Germania sta acquistando il sistema di difesa aerea Arrow israeliano per 3,5 miliardi di dollari. Varsavia spenderà il 4% del suo Pil per la Difesa, superando di gran lunga gli altri paesi della Nato, meno gli Usa.

La Nato ha fornito all’Ucraina sorveglianza aerea e intelligence.

Sfortunatamente, la Nato perderà questo vantaggio in una guerra più ampia in cui i russi, o qualsiasi altro grande avversario, andranno a distruggere le risorse di ricognizione, anche nello spazio aereo internazionale, vista la vulnerabilità stessa del sistema, Starlink in primis.

Nonostante il massiccio coinvolgimento della Nato in Ucraina, comprese le forze speciali sul terreno che agiscono come consiglieri (e anche a detta dei russi, presunti mercenari, che sarebbero soldati Nato ben addestrati), la Russia non lo ha esteso al di fuori dei confini dell’Ucraina o della Russia.

Sia la sorveglianza locale e l’acquisizione degli obiettivi, effettuata con droni, saranno al centro dell’azione futura. Mosca dopo un inizio stentato ora viaggia bene: ha evoluto e collegato in rete i suoi droni Orlan, che non solo possono individuare gli obiettivi, ma possono anche bloccarli; ha introdotto capacità di jamming migliorate sul campo di battaglia.

Sembrerebbe che i russi abbiano imparato molto dalla guerra del Nagorno-Karabakh del 2020, in cui i loro jammer furono sopraffatti, e da allora si siano adattati.

I russi hanno imparato a sconfiggere alcune armi intelligenti e droni. Oggi la Nato è scarsamente equipaggiata per affrontare sciami di droni o addirittura per difendersi dai missili a medio e lungo raggio. In parte ciò è dovuto a spese mal indirizzate, in cui le difese aeree sono state trascurate o focalizzate principalmente sulle minacce nucleari strategiche.

Ma anche in questo caso la copertura della difesa aerea in Europa è lungi dall’essere adeguata. Inoltre, le difese aeree presenti nella Nato non sono collegate in rete e non sono ottimizzate per individuare le minacce e affrontare quelle più letali.

Gli Stati Uniti, per esempio, hanno difese aeree molto scarse. È criticamente carente non solo nella copertura contro le minacce dei missili balistici, ma anche dal punto di vista tattico. Dopo il rifiuto dell’Iron Dome, che contribuiscono a produrre, gli Stati Uniti hanno voluto sviluppare un “proprio” sistema che sarà operativo tra qualche anno e sarà molto più costoso.

Gli Stati Uniti stanno ora cercando di affrontare finalmente il problema degli sciami di droni, mentre i russi in Ucraina stanno già utilizzando attacchi sciami che mescolano droni con missili da crociera e bombe plananti, comprese molte esche, creando un enorme problema per le difese aeree a terra.

Man mano che le armi diventano sempre più autonome (e quindi non bloccabili), la minaccia di attacchi sciami misti si moltiplicherà. In futuro questo sarà il compito dell’intelligenza artificiale che guiderà i sistemi di difesa aerea.

Simile storia per i carri armati: Leopard sul campo inefficaci perché mancano di difese efficaci. Da qui le sovrastrutture che abbiamo visto. Lo stesso dicasi degli Abrams più vecchi che verranno consegnati a Kiev.

Le difese attive non proteggono dalle mine o dagli attacchi di artiglieria pesante, ma possono aiutare contro armi anticarro, mortai e proiettili. Neanche i russi le hanno ma i loro carri hanno tutti un’armatura reattiva, anche se di prima generazione.

I russi hanno un nuovo sistema di armatura reattiva ma non è apparso sul campo di battaglia. Forse lo stanno trattenendo per una guerra futura.

Parte del problema degli Stati Uniti e della Nato è “concettuale”, c’è la convinzione innata che i russi non sarebbero in grado di adattarsi a nuove forme di guerra.

Non solo i russi si sono adattati, ma hanno introdotto nuove generazioni di armi che sembrano essere efficaci sul campo di battaglia o contro obiettivi di alto valore.

Mine lanciate dall’aria, che hanno reso difficile per l’Ucraina liberare la strada per le sue truppe, bombe plananti di precisione e missili ipersonici, che hanno preso di mira infrastrutture militari e civili, tra quelli che si sono visti.

Forse la cosa più significativa è che la Russia ha sviluppato un drone killer chiamato Lancet. Questo drone può colpire e distruggere carri armati e veicoli blindati in movimento e ha persino distrutto un sistema di difesa aerea Buk ucraino.

Finora sembra che né l’Ucraina né la Nato abbiano una risposta al Lancet, che viene continuamente migliorato.

In ogni guerra ci sarà un enorme bisogno di munizioni e di armi sostitutive. La guerra in Ucraina ha prosciugato gli arsenali e le scorte della Nato destinate ad altri imprevisti.

Un anno dopo l’inizio della guerra in Ucraina, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno iniziato a stipulare contratti con gli appaltatori della difesa per produrre più munizioni e armi intelligenti. Ma molti degli impianti di produzione erano chiusi da tempo e si sarebbe dovuto crearne di nuovi. Le catene di approvvigionamento dovrebbero essere rinnovate, ma per le armi più vecchie potrebbero non esistere più. Anche trovare lavoratori e ingegneri esperti è diventato una sfida poiché non c’erano così tanti volontari per lavori con contratto a breve termine.

Infine, molte parti e materiali dipendono dalle forniture provenienti dalla Cina; e i cinesi hanno iniziato a limitare le forniture di prodotti elettronici e di altro tipo (comprese le terre rare) esportate negli Stati Uniti e in Europa.

Questi stessi problemi si troverebbe ad affrontare la Nato in una guerra generale, tranne per il fatto che buona parte della produzione europea di armamenti potrebbe essere fermata da attacchi nemici.

Se le scorte della Nato sono insufficienti per l’Ucraina e totalmente inadeguate per la sicurezza della Nato, ora si apre il tema per il futuro.

Nessun governo vuole parlarne ma se la guerra in Ucraina finisse domani, gli Stati Uniti e la Nato sarebbero disposti a mantenere alti i livelli di spesa per la difesa, a ricostruire le scorte e a modernizzare le armi?

Uno degli esiti della guerra in Ucraina è la prova concreta che la Nato non è pronta a difendere i propri territori. Ciò cosa porterà? Un cambiamento importante? Un approccio diverso nella politica e nella strategia europea?

Per non parlare dele ripercussioni nel quadrante Pacifico.

Antonio Albanese

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