I gay contro Sochi 2014

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RUSSIA – Sochi, 23/6/13. Si sono susseguite tutta la settimana varie manifestazioni di dissenso da parte della comunità gay mondiale e non solo verso l’organizzazione dei Giochi olimpici a Sochi, soprattutto in un momento in cui la Russia sta dimostrando un’ideologia fortemente conservatrice e discriminatoria.

È passata infatti alla Duma la legge riguardante il divieto di manifestare in qualsiasi modo simpatie verso la comunità omosessuale, incluso il parlarne a bambini o in pubblico. È una decisione che mette a dura prova la lotta per i diritti umani, particolarmente importante in Russia, e le preoccupazioni maggiori sono rivolte proprio all’imminente evento internazionale.  Il Comitato Olimpico Internazionale nel momento in cui sono iniziate le prime proteste verso un’Olimpiade di discriminazione, ha subito affermato come Sochi 2014, come un qualsiasi altro evento olimpico, accoglierà con piacere atleti di qualsiasi orientamento sessuale, in quanto promotore della parità dei diritti umani. Molti atleti si sono quindi decisi a prendere parte all’evento, ma il pericolo di forti minacce non riguarderebbe solamente loro, quanto anche il team e il personale che li supporta, oltre che ai fan. Sulla base di ciò, le comunità Lgbt  di tutto il mondo invitano al boicottaggio delle Olimpiadi, per questioni di sicurezza e dissenso. In particolar modo la comunità statunitense, che annovera molti rifugiati provenienti da paesi ex-sovietici, dimostra la profonda preoccupazione per questo evento, che mette a repentaglio la sicurezza per chiunque vi si rechi e abbia simpatie per i gay. Si temono repressioni e minacce da parte delle forze dell’ordine, oltre al pericolo di ripercussioni sugli atleti stessi a conclusione dei giochi. Oltre a ciò, il semplice fatto che sia la Russia ad ospitare un evento di simile portata, ovvero un paese in cui i diritti umani non vengono rispettati senza farne mistero, dovrebbe convincere non solo i simpatizzanti per la popolazione non-eterosessuale, quanto chiunque si batta per la difesa delle pari opportunità e dei propri diritti, a boicottare l’evento in segno di protesta. La comunità omosessuale non è al sicuro in Russia, e gli enti internazionali che si occupano della supervisione del rispetto dei diritti umani dovrebbero tener conto di ciò. Un’altra protesta che sta accogliendo sempre più partecipanti, riguarda non il boicottaggio, quanto l’organizzazione di vere e proprie manifestazioni durante l’evento. Non sarebbe infatti giusto nei confronti degli atleti, che tanto si sono allenati per raggiungere certi obiettivi, chiedere loro di boicottare l’evento sportivo per eccellenza, oltre al fatto che Putin sarebbe ben contento se atleti omosessuali, con rispettivo seguito, non partecipassero alle Olimpiadi. Sarebbe una protesta più efficace invece manifestare apertamente, rischiando la prigione, ma nella speranza di indirizzare l’attenzione internazionale su un problema evidentemente ancora sottovalutato.

Il 30 Giugno si terrà il Gay Pride a New York, dove verranno distribuiti volantini e prospetti informativi per coinvolgere la comunità americana nella protesta contro Sochi 2014.