EGITTO. Le entrate del Canale di Suez sono diminuite del 46% a gennaio

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L’aggravamento della situazione tra Israele e Hamas che ha chiamato in causa l’attacco degli Houthi alle navi che transitano nel mar Rosso comincia a far sentire il suo peso non solo in termini di vite umane ma anche in termini di perdite economiche. 

Tra i paesi a soffrire di più di questa escalation l’Egitto che deve far fronte ad una crisi economica importante. Durante la tornata elettorale del 2023 vinta da al Sisi il dibattito era proprio sul programma economico. La popolazione dell’Egitto, necessita di cibo ed energia, sta crescendo rapidamente, e la guerra in Ucraina e le sanzioni occidentali contro la Russia (uno dei principali fornitori di grano all’Egitto) non fanno altro che aggravare la situazione.

Un po’ di speranza arrivava solo dal settore energetico le autorità egiziane, infatti, hanno trasferito nel 2023, 4 quattro blocchi di petrolio e gas nell’ambito di una gara per i diritti di concessione nel Mediterraneo e nel Delta del Nilo all’italiana Eni, BP, QatarEnergy e alla russa Zarubezhneft.

La gara per l’esplorazione di 23 blocchi aperti, indetta dal Ministero del Petrolio egiziano, prevedeva: 10 appezzamenti di sottosuolo nel deserto occidentale dell’Egitto; 2 – nel deserto orientale; 7 – nel Golfo di Suez; 4 – sullo scaffale del Mar Rosso. Eni ha ricevuto 2 interi blocchi; ne svilupperà un altro insieme a BP e QatarEnergy. Il restante blocco è andato all’azienda russa.

Speranze che ora si assottigliano alla luce degli attacchi Houti nel mar Rosso. L’Autorità egiziana del Canale di Suez ha dichiarato che le entrate per gennaio 2024 sono diminuite del 46% rispetto allo stesso periodo del 2023, da 804 milioni di dollari a 428 milioni di dollari.

Il presidente dell’Autorità, Osama Rabie, ha affermato che nel gennaio 2024 sono passate attraverso il canale 1.362 navi, rispetto alle 2.155 navi nel gennaio 2023, con un calo del 36%.

Rabie ha osservato che questa è la prima volta che il Canale di Suez affronta una crisi, aggiungendo che l’Autorità ha tenuto numerosi incontri con organizzazioni e compagnie marittime per trovare una soluzione.

Secondo quanto oramai purtroppo noto, le navi subiscono ritardi da 12 a 15 giorni a seconda della velocità della nave e delle condizioni meteorologiche a causa di rotte alternative che aggirano il Mar Rosso e il Canale di Suez, interrompendo le catene di approvvigionamento globali.

In considerazione di ciò, i costi del trasporto marittimo e dell’assicurazione navale continuano ad aumentare a causa dell’aggravarsi della situazione nel Mar Rosso.

Luigi Medici 

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