CLIMA. L’Abisso svelato: il 2050 sarà l’anno del Disastro

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Il mondo è destinato a vedere il Pil globale crollare di un catastrofico 15% entro il 2050 se non si pone un freno alle attuali tendenze delle emissioni e se il riscaldamento globale raggiunge i 2,2°C entro il 2050. Nell’ultimo rapporto del Global Climate Service di Oxford Economics si avverte che la catastrofe climatica rappresenta una grave minaccia per l’economia globale, in quanto i Paesi più freddi non beneficeranno più del modesto riscaldamento.

Tuttavia, l’entità della minaccia è sconcertante, con una probabile contrazione del 15% se si seguirà il percorso delle emissioni globali. In effetti, se il riscaldamento globale continuerà al ritmo attuale, potrebbe verificarsi un totale annientamento economico, con un aumento di 5°C entro il 2100, avverte il rapporto. Ciò significherebbe l’estinzione di massa della maggior parte delle specie animali, rafforzando la preoccupazione che il mondo non sia in grado di far fronte fisicamente o economicamente al continuo aumento della temperatura.

Il gruppo di ricerca ha individuato un punto di svolta di 1,1°C per le anomalie di temperatura rispetto ai livelli medi. La ricerca ha rilevato che se le temperature aumentano oltre questo scostamento dalle norme storiche, la crescita della produttività comincerà ad appiattirsi e a diminuire.

In totale, un riscaldamento di 2,2°C entro il 2050 potrebbe ridurre i livelli del Pil globale del 10-20%. In prospettiva, un riscaldamento fino a 5°C entro il 2100 porterebbe all’annientamento economico, in linea con le ricerche scientifiche sulle soglie di estinzione di massa.

In parole povere, se il cambiamento climatico continuasse ai ritmi attuali, o anche solo non raggiungesse gli obiettivi dell’Accordo di Parigi di 1,5°C, ampie zone del mondo potrebbero non essere più abitabili, con conseguenti sofferenze, migrazioni di massa dai Paesi caldi a quelli più freddi e il crollo del sistema economico globale.

Il rapporto è in linea con una delle conclusioni emerse dalla COP27: il cambiamento climatico non è più solo un problema climatico o ambientale, ma è ora una questione politica, economica e sociale che deve essere affrontata se l’umanità vuole continuare a vivere la vita che conosce attualmente ed evitare un’apocalisse umana.

Tuttavia, sebbene il comunicato finale della conferenza abbia riaffermato il desiderio delle Nazioni Unite e dei governi di raggiungere gli obiettivi di 1,5 gradi dell’Accordo di Parigi del 2015, non ha preso alcun nuovo accordo vincolante per i governi su come farlo. Tali misure sono necessarie con la massima urgenza per proteggere la popolazione mondiale dalle conseguenze economiche del cambiamento climatico.

Ma non sono tutte cattive notizie. Il mondo ha lentamente iniziato a fare passi avanti nel potenziamento delle energie rinnovabili, anche se la crescita delle emissioni di CO2 non ha ancora invertito la rotta.

L’Agenzia Internazionale per l’Energia ha dichiarato all’inizio di questo mese che l’energia solare è destinata a superare il carbone come principale fonte di approvvigionamento energetico del mondo entro l’inizio del 2025. Ha inoltre annunciato la “più grande revisione al rialzo mai fatta” per le previsioni sulle energie rinnovabili.

Il mondo si appresta ad aggiungere 2.400 GW di capacità verde – una quantità pari all’intera capacità energetica della Cina di oggi – tra il 2022 e il 2027, il doppio di quanto fatto nei cinque anni precedenti.

Nel suo rapporto, Oxford Economics afferma che quando le temperature si discostano maggiormente dalle loro medie storiche, l’economia è più vulnerabile al collasso rispetto a quando le temperature medie aumentano in modo generalizzato.

Ciò significa che l’attuale riscaldamento dell’atmosfera terrestre avrà un impatto maggiore sui posti di lavoro, sui redditi e sul benessere economico delle persone rispetto a quanto si pensava in precedenza.

Il quadro presentato da Oxford Economics è apocalittico e può essere evitato solo se i governi e le aziende spingono le questioni ecologiche in cima alle loro agende di investimento e non permettono a questi temi di scivolare via.

Maddalena Ingrao

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