VENEZUELA. PDVSA ripara le raffinerie e vuole aiuto finanziario da Pechino

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La compagnia petrolifera statale venezuelana Petroleos de Venezuela sta cercando di riparare il cracker catalitico presso la sua raffineria El Palito da 146.000 barili al giorno nel tentativo di riavviare la produzione di benzina presso l’impianto dopo anni di inattività, riporta Reuters.

Le sanzioni statunitensi su Pdvsa, parte di una spinta per spodestare il presidente socialista Nicolas Maduro, hanno reso più difficile per il Venezuela importare benzina, causando una diffusa penuria di carburante. Le raffinerie del Paese dell’Opec, che hanno una capacità di circa 1,3 milioni di bpd, stanno producendo ad una piccola frazione di capacità a causa di anni di mancanza di manutenzione.

Le riparazioni a El Palito, che potrebbero utilizzare pezzi e attrezzature di altre raffinerie nazionali, cercherebbero di ripristinare la capacità della raffineria di produrre benzina a 91 ottani utilizzando il petrolio leggero prodotto in Venezuela.

Il progetto, tuttavia, si scontra con una serie di ostacoli, tra cui le difficoltà che Pdvsa incontra nel pagare gli appaltatori. Le sanzioni inflitte all’azienda l’hanno in gran parte tagliata fuori dal sistema finanziario globale.

Il governo del presidente Nicolas Maduro spera, però, di rinegoziare gli accordi petroliferi con Pechino in cambio di prestiti concordati quasi 15 anni fa con il defunto leader socialista Hugo Chavez, quando le due nazioni svilupparono un’alleanza economica costruita intorno alle spedizioni di petrolio.

La Cina ha bloccato nuovi prestiti diversi anni fa, quando l’economia del Venezuela è entrata in una spirale iperinflazionistica, ma Pechino ha mantenuto i legami diplomatici con Caracas e si oppone apertamente alle sanzioni petrolifere di Washington contro Maduro.

I colloqui sono stati avviati dal governo di Maduro e sono in corso, secondo Reuters, anche alla luce dei timori per la diffusione del covid19.

Inoltre il Venezuela è considerato altamente vulnerabile al coronavirus a causa dei continui blackout in molte parti del Paese e della mancanza di acqua corrente e di forniture mediche negli ospedali pubblici.

Luigi Medici