TikTok è la piattaforma social più odiata e amata del momento. Nata nel 2016 in Cina con il nome di Douyin, di proprietà della società privata cinese ByteDance, ha sbancato il consenso di tutti gli amanti dei video brevi, cioè tutti: dai 12 anni agli 80. Come scriveva il filosofo Jacques Derrida in tempi non sospetti, la versione digitale della vita favorirà la propensione dell’essere umano di voler essere eterno.
Sostanzialmente per il filosofo Derrida, banalizzando, non ce ne voglia Maurizio Ferraris, l’essere umano vuole essere eterno e TikTok ti dà la possibilità di esserlo e contemporaneamente ti dà la possibilità di esserlo per chiunque in tutto il mondo.
L’assenza della parola e del linguaggio è stata sostituita dalla pregnante presenza dell’immagine e della gestualità, potremmo dire che l’evoluzione che ci ha portato a sviluppare sempre di più l’aspetto legato alla parola per comunicare con l’altro ora, nell’epoca in cui dell’altro non ci importa nulla, ci importa essere presenti sulla scena, dove il giudizio di perfetti conosciuti giudica la nostra vita quotidiana, la parola quasi si nega e si torna al gesto che tutti possono comprendere con qualche sfumatura dovuta alle diverse culture.
Il sorriso ha significati diversi per i diversi popoli, muovere il capo in segno di assenso cambia da cultura a cultura, ma diciamo in linea di massima ci si può intendere. Dunque il nuovo linguaggio universale, quello a cui aspirava Gottfried Wilhelm Leibniz non è l’informatica, ma TikTok. Qualcuno potrà obiettare che su TikTok ci sono tendenze, corsi di ogni tipo ma fondamentalmente c’è un imitare quello che fa qualcun altro come fanno i primati o i cuccioli di ogni specie animale: imitano.
Eppure questa universalità ha dei risvolti ritenuti pericolosi dagli stati. Il Senato statunitense ha proposto una legge che lo vieta. Il presidente James Michael Johnson ha annunciato che presenterà alla Camera dei Rappresentanti un disegno di legge sul divieto di TikTok, la legge è stata approvata. Qualcuno ha detto che il possibile divieto di TikTok negli Stati Uniti viola la libertà di parola. TikTok avrà 270 giorni per trovare un nuovo proprietario o essere rimosso da tutti gli app store statunitensi.
In Kirghizistan, TikTok ha smesso di aprirsi per molti utenti, riferisce Kloop.kg. In precedenza, il Ministero dello Sviluppo Digitale, sulla base di una lettera del Comitato di Stato per la Sicurezza Nazionale del Paese, aveva inviato una lettera agli operatori di telecomunicazioni sulla necessità di limitare l’accesso alla rete sociale a causa dei danni alla salute dei bambini, al loro fisico, sviluppo intellettuale, mentale, spirituale e morale in Kirghizistan.
Il Comitato statale per la sicurezza nazionale ha affermato che nel segmento kirghiso di TikTok “non esiste un approccio sistematico e basato su principi alla censura dei contenuti”, in particolare nello spazio informativo per bambini.
I dipartimenti kazaki stanno studiando la possibilità di limitare l’accesso al social network TikTok, ha affermato il ministro della Cultura e dell’Informazione del Kazakistan Aida Balaeva. “Non sto dicendo che lo vieteremo adesso, stiamo studiando la questione [limitare l’accesso a TikTok]. Perché quando gli stati vicini e altri adottano tali misure, studiamo anche la loro esperienza”, ha detto Balaeva. “Dobbiamo considerare [la questione della limitazione dell’accesso], perché siamo tutti coinvolti in questo, i bambini guardano e si vede quante parolacce ci sono”, ha spiegato il capo del Ministero della Cultura. In precedenza, il social network TikTok aveva parzialmente smesso di funzionare nel vicino Kirghizistan.
Qualcuno sostiene che il problema è che la piattaforma è cinese e quindi è performate volta allo spionaggio, altri che non essendo controllata da nessuno incide negativamente nella vita dei minorenni. Il dibattito è aperto. Di sicuro il divieto è la strada più facile, ma non è detto che sia la migliore. Forse è il caso di chiedersi quale società vogliamo nel futuro.
Nuove generazioni gestite da giudizi, consensi e di persone che non conoscono; a volte osannati, a volte perseguitati da comunità frequentate on line e presto avremo giovani coadiuvati nelle loro scelte dalle opinioni delle IA, forse dovremmo parlarne di più con i giovani e educarci al futuro che sta arrivando.
Graziella Giangiulio