UGANDA. Kampala passa all’energia verde per salvare le foreste

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L’Uganda si trova ad affrontare un paradosso complesso in cui la convergenza del settore del petrolio e del gas, delle energie rinnovabili (FER) e della conservazione delle foreste presenta un quadro complesso. Il Paese prevede di utilizzare il potenziale del petrolio e del gas in combinazione con le fonti energetiche rinnovabili per soddisfare il fabbisogno energetico nazionale e regionale, creare un numero significativo di posti di lavoro e stimolare la transizione verso l’energia sostenibile.

Un elemento chiave dello sviluppo futuro dell’Uganda è l’ambizioso progetto East Africa Pipeline, una collaborazione che coinvolge TotalEnergies, la cinese CNOOC e la Uganda National Oil Company. Nonostante le critiche globali da parte degli attivisti, il gasdotto multimiliardario da 240.000 barili al giorno è visto come il fulcro della traiettoria di sviluppo del paese.

L’Uganda, che già produce il 95% della sua elettricità da fonti idroelettriche e solari, si trova ad affrontare una sfida poiché la sua attuale capacità è di circa 2 GW, risultando in uno dei tassi di elettrificazione più bassi dell’Africa sub-sahariana. Il Paese mira a raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2065, evidenziando il passaggio dal fare affidamento principalmente su legna da ardere e carbone all’elettricità per 45 milioni di persone.

Per realizzare questa transizione, l’Uganda prevede di aumentare la propria capacità di energia rinnovabile fino a 52 GW entro il 2045, attingendo all’energia idroelettrica e solare. Allo stesso tempo, si prevede che l’introduzione di contatori elettrici intelligenti offrirà alternative elettriche economicamente vantaggiose, rivolte in particolare alle famiglie che attualmente dipendono da legno e carbone.

Tuttavia, l’urgenza di questo piano diventa chiara se si considera che se l’attuale domanda di legna da ardere continua, l’intero stock nazionale di foreste e copertura arborea dell’Uganda potrebbe scomparire entro due decenni. Pertanto, il futuro energetico del Paese è indissolubilmente legato al controverso gasdotto, poiché senza di esso la transizione prevista verso le energie rinnovabili, l’elettricità a prezzi accessibili e la conservazione delle foreste diventa un compito difficile.

Maddalena Ingrao 

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