STATO ISLAMICO. Daesh attacca gli interessi cinesi in Afghanistan

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L’intensificarsi delle minacce da parte di Daesh sta mettendo in dubbio il futuro dei progetti minerari cinesi in Afghanistan, finanziati con ingenti somme di denaro.

All’inizio del mese di gennaio, la Xinjiang Central Asia Petroleum and Gas, Capeic , ha firmato un accordo di 25 anni per l’estrazione di petrolio con le autorità talebane afghane per il giacimento di Amu River, nel nord-ovest dell’Afghanistan. L’azienda dovrebbe investire 150 milioni di dollari nel primo anno del contratto e 540 milioni di dollari in tre anni.

Si tratta del primo accordo di investimento internazionale riconosciuto dai Talebani da quando sono saliti al potere nell’agosto 2021. La Cina sarebbe anche in trattative con i Talebani per lo sfruttamento di enormi riserve di rame a Mes Aynak, 40 chilometri a sud-est di Kabul.

Tuttavia, la crescente impronta economica della Cina in Afghanistan ha attirato l’attenzione dei mujahidin di Daesh. Isis ha, infatti, intensificato la retorica ostile contro Pechino.

Lo scorso settembre, ha pubblicato un approfondito editoriale intitolato “Il sogno ad occhi aperti dell’imperialismo cinese” sulla sua rivista Voice of Khorasan. L’articolo avvertiva che la ricerca di risorse da parte della Cina nelle terre musulmane e il trattamento riservato alla popolazione musulmana uigura nella regione autonoma dello Xinjiang avrebbero potuto portare a delle conseguenze: una vera dichiarazione di guerra.

Dopo il ritiro degli Stati Uniti dall’Afghanistan, avvenuto un anno e mezzo fa, Daesh ha trovato più spazio per operare liberamente nel Paese e ha iniziato a mettere in pratica le sue minacce contro gli interessi cinesi.

A dicembre 2022, Isis ha rivendicato un attacco a un hotel di Kabul frequentato da cittadini cinesi. Questo mese, si è pensato che l’attacco al ministero degli Esteri dell’Afghanistan dell’11 gennaio avesse come obiettivo una delegazione cinese all’interno del Paese.

«Si tratta di un attacco terroristico estremamente oltraggioso e ne siamo profondamente scioccati», ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri cinese Wang Wenbin a proposito dell’attacco all’hotel. Pechino ha apprezzato la “reazione netta” delle forze di sicurezza afghane e ha aggiunto: «Chiediamo inoltre al governo provvisorio afghano di adottare misure forti e risolute per garantire la sicurezza dei cittadini, delle istituzioni e dei progetti cinesi in Afghanistan». Anche se Isis ha preso di mira diverse missioni straniere e un tempio Sikh nell’ultimo anno, la Cina sembra essere un obiettivo primario a causa dei suoi legami con i Talebani e dell’ancora di salvezza economica che sembra prestare al regime, riporta Nikkei.

Daesh è la più grande organizzazione terroristica islamica nel mirino della Cina e rappresenta un rischio significativo per la sicurezza della presenza diplomatica ed economica di Pechino in Afghanistan.

Il Partito islamico del Turkistan, un altro gruppo di insorti che difende i diritti dei musulmani uiguri, avrebbe stabilito delle basi nella provincia afghana nord-orientale di Badakhshan. Il gruppo, tuttavia, è sottoposto a pressioni da parte dei Talebani che lo ospitano affinché si astenga dall’attaccare gli interessi cinesi all’interno dell’Afghanistan o dall’utilizzare il suolo afghano per lanciare operazioni contro tali obiettivi all’estero.

Se il Tip si sta “riorientando” come movimento politico, Daesh può così rafforzare i suoi ranghi, reclutando militanti scontenti che vogliono adottare una linea più dura. Il malcontento che ribolle in Asia centrale contro quella che è vista come l’arroganza imperiale della Cina rende facile per Daesh reclutare da queste regioni.

Anche se i Talebani afghani proteggono i gruppi militanti di etnia pashtun, come il Ttp pakistano e la rete Haqqani, Daesh è visto come un intruso straniero con combattenti di etnia diversa come ceceni, uzbeki e indiani.

Da canto sui Isis cerca di creare un contrasto tra i suoi combattenti e i Talebani, accusando questi ultimi di essere un movimento nazionalista pashtun con una posizione non interventista, che si rifiuta di usare la sua influenza politica per aiutare i musulmani uiguri oppressi nello Xinjiang. Attaccando cinesi e minacciando la Cina Daesh si presenta come l’unica vera avanguardia militante islamica che si batte per i musulmani del Turkestan orientale, come gli uiguri chiamano la loro madrepatria.

Antonio Albanese

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