SALUTE. Malattia renale cronica: il 77% dei pazienti non riceve diagnosi

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Rappresentano quasi l’80%, soltanto nel nostro Paese, i pazienti, in stadio precoce, che non ricevono la diagnosi per Malattia Renale Cronica (MRC).

La MRC, val bene ricordarlo, è una condizione clinica altamente prevalente e sotto-diagnosticata pure negli individui con fattori di rischio già noti e che possono causarne l’insorgenza: come il diabete, l’ipertensione arteriosa e lo scompenso cardiaco.

In Italia chi è colpito da questa patologia in stadio precoce – gli specialisti parlano di “Stadio 3” – rimane molto spesso nel “limbo” della non diagnosi e non sa di essere malato.

A Orlando, in Florida, in occasione della Kidney Week 2022 dell’American Society of Nephrology (ASN), sono stati illustrati i nuovi esiti sull’importanza – anzi, sulla necessità davvero urgente – di screening mirati e diagnosi precoci per la Malattia Renale Cronica (MRC); nonché sull’effetto ottenuto grazie all’impiego dei farmaci specifici alla voce “Riduzione e contenimento delle spese sanitarie” a essa correlate. Risultati in seguito pubblicati sulle pagine dell’autorevole Journal of the American Society of Nephrology.

Piccolo passo indietro. Nel mondo la MRC colpisce oltre 800 milioni di persone (850 milioni per la precisione); con una prevalenza che si annuncia via via maggiore.

Da qui le risultanze dello studio multinazionale Reveal-Ckd il cui focus ha messo in luce – le percentuali ricavate rendono bene la portata del tema – tassi di sotto-diagnosi che oscillano, in maniera a dir poco preoccupante, dal 61.5% al 95.5% nei Paesi, in preponderanza occidentali, oggetto dell’analisi; ovvero gli Stati Uniti, l’Italia, la Germania, il Giappone e la Francia.

Nell’approfondimento italiano estrapolato dal medesimo dossier, vengono presi in considerazione sia i dati clinici provenienti dalle cartelle cliniche elettroniche compilate da 900 medici di medicina generale, sia quelli contenuti in database amministrativi: per un totale di 1,2 milioni di pazienti (il periodo di riferimento copre dal 2015 al 2021, primo anno dall’inizio della pandemia).

La coorte di studio ha incluso così 65.676 pazienti, di cui il 58% donne. La prevalenza complessiva di MRC senza diagnosi – e torniamo alla notizia di apertura – raggiunge il 77%.

La diagnosi precoce di MRC è dunque fondamentale per rallentare il declino della funzionalità renale e la sua progressione verso lo stadio terminale (con il conseguente “default” dell’organo, status non più reversibile, e pertanto il dover ricorrere alla dialisi o al trapianto).

«Eppure – spiega Luca De Nicola, Ordinario di Nefrologia all’Università degli Studi della Campania Luigi Vanvitelli di Napoli – rimane ampiamente sotto-diagnosticata, specie negli stadi iniziali. L’analisi effettuata da REVEAL-CKD mostra l’altissima percentuale di soggetti con MRC in Stadio 3 non diagnosticata; in particolare individui d’età superiore ai 65 anni e di sesso femminile, altresì in presenza di comorbidità quali diabete, scompenso cardiaco e ipertensione arteriosa. Lo studio conferma – commenta De Nicola – l’urgenza di uno screening precoce per una diagnosi di malattia tempestiva già agli esordi, affinché il maggior numero di persone possa beneficiare di una gestione e di un trattamento aderenti alle attuali linee guida. Ciò allo scopo di prevenire o ritardare l’avanzamento verso gli stadi terminali».

Marco Valeriani

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