SALUTE. Tumori del sangue, il 70% dei pazienti oggi guarisce

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Arrivano dalla conferenza annuale della SOHO Italy (Society of Hematologic Oncology) notizie davvero confortanti sulla qualità della vita nelle persone colpite da tumore del sangue.

Allo stato attuale, il 70% dei pazienti raggiunge la guarigione piena o la remissione completa. Dati più che positivi, se si considera come solo quindici anni fa la stessa “voce” percentuale fosse meno della metà.

Gli ottimi risultati discendono dall’impiego di terapie altamente innovative: tra esse le più avanzate corrispondono alle CAR T, ovvero alle terapie cellulari, e all’introduzione degli anticorpi bispecifici (l’Italia, altra buona notizia, si posiziona al vertice della classifica in fatto di ricerca).

I tumori del sangue più frequenti sono i linfomi, le leucemie e il mieloma multiplo: tumori che ogni anno nel nostro Paese registrano all’incirca 30mila nuovi casi.

Oggi il 60-70% della popolazione trattata con CAR T vive oltre i 12 mesi. Nel mieloma multiplo gli anticorpi monoclonali bispecifici aggrediscono le cellule “impazzite” con la precisione del laser. Mentre nella leucemia mieloide acuta, le armi, via via più selettive, consentono di togliere linfa alle cellule leucemiche.

«La terapia a base di CAR T ha favorito una grande rivoluzione nella lotta ai tumori del sangue» spiega Giovanni Martinelli, direttore scientifico dellIstituto Romagnolo per lo Studio dei Tumori Dino Amadori’ – IRST IRCCS, Meldola . «Si punta infatti arisvegliareil sistema immunitario. Nei linfomi aggressivi, come quello non Hodgkin, grazie alle CAR T il 40% dei pazienti guarisce con una singola infusione. Da qui gli studi per un analogo utilizzo nel mieloma multiplo, nella leucemia linfoblastica acuta dellanziano e nella leucemia mieloide acuta».

Le CAR T si basano sui linfociti del paziente modificati geneticamente. Il procedimento si attua in fasi distinte: prima la raccolta dei linfociti T, poi la loro ingegnerizzazione (in centri ad hoc negli Stati Uniti), quindi l’espansione in laboratori specializzati allinterno di bioreattori sterili e, infine, la reinfusione.

«In Italia – puntualizza Martinelli – si contano sulle dita di una mano le istituzioni accademiche dotate di officine dedicate alle CAR T. Occorre subito un cambio di passo».

«Nel mieloma multiplo, che ha origine nel midollo osseo e colpisce ogni anno più di 5.700 persone, la sopravvivenza è passata – da vent’anni a questa parte – dai 36 mesi ai quasi 7 anni», spiega Claudio Cerchione, dirigente medico ricercatore della Divisione di Ematologia dell’IRST Dino Amadori IRCCS . «Ora possiamo parlare di cronicizzazione della malattia».

Massima precisione altresì nelle terapie a contrasto della leucemia mieloide acuta (oltre 3.000 persone l’anno in Italia, anziani in primis).

Non a caso, la storia delle terapie mirate è iniziata proprio dai tumori del sangue; in particolare dalla leucemia mieloide cronica (mille nuove diagnosi l’anno nel nostro Paese, soprattutto negli anziani).

«La leucemia mieloide cronica costituisce – commenta Giuseppe Saglio professore emerito di Ematologia all’Università di Torino – il paradigma delle terapie a bersaglio molecolare. Prima di queste molecole, le uniche alternative erano rappresentate dal trapianto di midollo –che abbisogna di un donatore compatibile – e dallinterferone: a cui rispondeva meno del 20% dei pazienti».

Marco Valeriani