Pirateria attiva e in crescita

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ITALIA – Roma 12/10/2014. Anche se la pirateria somala è quasi scomparsa, i pirati sono sempre più attivi in altre regioni del mondo, soprattutto in Africa Occidentale e Sud-Est asiatico, con il fenomeno che continua a crescere in Asia.

Secondo i dati diffusi ieri da Dryad Maritime, la pirateria continua in tutto il mondo a livelli simili a quelli del secondo trimestre del 2014. Anche se c’è stato un calo complessivo del 27% tra il secondo e il terzo trimestre, gli assalti dei pirati continuano in tutto il mondo.
Il Golfo di Guinea ha registrato 15 episodi confermati tra luglio e settembre di quest’anno, rispetto ai 22 del primo trimestre dell’anno e ai 14 del secondo, secondo Dryad. Tra di essi, un dirottamento, sei assalti, tre rapine e tre imbarchi. «La criminalità marittima continua a spostarsi a ovest verso la zona di confine tra Ghana e Togo, come dimostra il furto e il successivo dirottamento del carico delle navi cisterna MT Haisoon 6 e MT Fiera Artemis», si legge nel documento. Al contrario, e in linea con il periodo del Monsone di SudOvest nel Corno d’Africa, la velocità del vento e onde alte più di cinque metri nell’Oceano Indiano, nel Mare Arabico e nel Golfo di Aden hanno precluso le operazioni della pirateria somala. Tuttavia, le condizioni monsoniche non hanno influenzato il Mar Rosso meridionale e il Golfo di Oman con 16 tentativi segnalati, nessuno dei quali è stato classificato come atto di pirateria per Dryad. «Con mare calmo e venti leggeri previsti nei prossimi mesi, le condizioni saranno più favorevoli per le operazioni dei pirati. Tuttavia, la mancanza di fondi, attrezzature e manodopera rischia di limitare il numero di atti pirateschi in mare. C’è il potenziale per le operazioni dei pirati tese a riavviare le operazioni nelle regioni meridionali della Somalia, dove il vantaggio di un accesso relativamente facile al bacino meridionale somalo, le aree al largo di Mombasa e Dar es Salaam, la distanza dalle concentrazioni di forze navali nel Golfo di Aden, rendono quest’area un probabile terreno di caccia», si legge. «I pirati non hanno colpito nelle zone pattugliate da navi da guerra da parecchio tempo ormai, ma non sono stati in grado di prendere il mare in altri settori a causa delle condizioni meteorologiche avverse. Le prossimesettimane dimostreranno se i criminali somali tenteranno la sorte nell’Oceano», Dryad consiglia di mantenere una distanza di almeno 300 miglia nautiche dalla costa, quando in transito lungo la costa orientale della Somalia, per rendere meno probabile gli assalti. La criminalità marittima in tutto il Sud-Est asiatico è proseguita a ritmo costante durante l’ultimo trimestre, con altri cinque sequestri di navi cisterna nelle vicinanze di Singapore. Inoltre, altri otto vascelli sono stati attaccati mentre erano all’ancora, portando il numero totale di incidenti simili avvenuti finora nel 2014 a 30, mentre, nel 2013, si erano registrati solo nove episodi nello stesso periodo. In Indonesia, invece, il numero di incidenti è sceso da 18 a cinque: un calo che Dryad Maritime attribuisce al miglioramento nel sistema di pattugliamento e alla politica messa in atto dalla Polizia marittima indonesiana. Agli inizi di ottobre, i pirati hanno liberato la petroliera battente bandiera vietnamita MT Dawn 689 catturata dopo la sua partenza da Singapore. È stato “rilasciato” insieme con la nave e i 18 uomini di equipaggio, dopo che un un terzo delle 5200 tonnellate di petrolio erano state rubate. In totale, ci sono stati 51 incidenti nel Golfo di Guinea nel 2014, 38 nella regione dell’Oceano Indiano, 139 nel Sud Est Asiatico e sette nel resto del mondo. Ventisei equipaggi sono stati rapiti e uno ucciso quest’anno mentre altri 44 sono in cattività, secondo i dati Dryad. Secondo l’International Maritime Bureau’s Piracy Reporting Centre, ci sono stati 163 incidenti di pirateria in mare tra l’inizio dell’anno e il 16 settembre.