PANDEMIA. L’OMS considera i vaccini cinesi contro il COVID 19

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I vaccini contro il coronavirus sviluppati dalle aziende cinesi Sinovac e Sinopharm sono in fase di revisione per l’uso di emergenza da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità, aprendo potenzialmente la porta alla loro maggiore accettazione internazionale.

L’agenzia delle Nazioni Unite, riporta Scmp, è anche in contatto con un altro sviluppatore di vaccini cinese, CanSino, il cui vaccino è nella fase 3 di sperimentazione.

Il gruppo consultivo dell’Oms fa raccomandazioni su se, come e per chi i vaccini dovrebbero essere usati. La sua procedura di “elencazione dell’uso di emergenza” permette di valutare vaccini e trattamenti senza licenza per accelerare potenzialmente la loro approvazione da parte di singoli paesi o giurisdizioni nelle emergenze di salute pubblica.

L’Oms ha detto che «valuterà la qualità, la sicurezza e l’efficacia dei dati generati durante lo sviluppo e condurrà una valutazione del rischio-beneficio per decidere se possono essere utilizzati al di fuori degli studi clinici». Il processo aiuta gli stati membri dell’Oms e le agenzie di approvvigionamento delle Nazioni Unite a determinare l’accettabilità dei vaccini.

I vaccini che si dimostrano sicuri ed efficaci possono essere considerati per Covax, l’iniziativa guidata dall’Oms per un’equa distribuzione delle vaccinazioni.

I documenti dell’Oms hanno mostrato che il vaccino Sinopharm era in fase di valutazione, mentre Sinovac ha presentato i dati a metà gennaio e i suoi dossier di informazioni sul prodotto dovrebbero raggiungere l’Oms entro la fine del mese.

Il vaccino sviluppato dalla statale Sinopharm è diventato il primo ad essere approvato in Cina quando le autorità hanno dato l’approvazione con condizioni per il suo lancio sul mercato il 31 dicembre. Il vaccino ha dimostrato di essere sicuro ed efficace al 79 per cento nel prevenire il Covid-19, secondo un’analisi intermedia annunciata dalla società.

I dati della fase finale della sperimentazione per il vaccino Sinovac sono stati rilasciati in modo confuso e frammentario. A metà gennaio, l’istituto di ricerca brasiliano che ha condotto gli studi clinici di fase 3 ha detto che aveva un tasso di efficacia del 50 per cento.

Lucia Giannini