NATO. Stoltenberg: “Rischio reale” di un conflitto in UE

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Non stupiscono le conclusioni sull’Ucraina del Segretario della Nato, Jens Stoltenberg: “Rischio reale” di un nuovo conflitto armato in Europa. Sia lui che gli Stati Uniti d’America sembrano non riuscire a capire le dinamiche dell’area a est dell’Europa e in Centro Asia e questo crea dissenso, incapacità di dialogo e forti tensioni.

Dalla fuoriuscita dall’Afghanistan degli USA e a seguire dei Paesi NATO, tutti gli “stan” sono sotto pressione. Non solo per l’enorme flusso di persone che cerca di fuggire dai talebani, ma soprattuto per il rientro di combattenti dall’Afghanistan di origini Uzbeke, Kirghize, Kazache, Tajike, russe, etc.

Il Kirghizistan ha annunciato che nella regione più a est dell’Afghanistan ci sono 42 campi di addestramento per combattenti. Questo rende la Russia particolarmente in allerta e pronta all’intervento. E questo pullulare di problemi ai confini dell’ex impero russo riguarda anche l’Ucraina.

Mentre i media ucraini durante le festività natalizie parlavano di continua attacchi delle forze di Lugansk e Donesk, i droni dell’OCSE registravano infrazioni, da parte dei militari ucraini, sulla linea del fronte agli accordi di Minsk da parte degli Ucraini.

Dal 2 all’8 gennaio si sono registrate 9 vittime tra i militari ucraini al confine: morti sulle loro mine, (campi minati) colpiti da cecchini per aver passato i confini, uccisi tra loro. I militari ucraini detengono inoltre miliziani del Donbass e di cui non si ha notizia. Gli ucraini hanno anche occupato una scuola nel Donbass per farne un loro quartier generale e sembra che Zelensky abbia chiesto al “settore destro” uomini per la linea del fronte. I giovani ucraini hanno dimostrato in più occasioni di non voler fare il militare e soprattutto di non volere andare al fronte.

Vladimir Putin e Sergej Viktorovič Lavrov hanno più volte detto che loro non attaccheranno l’Ucraina per primi, ma saranno pronti a difendere i cittadini russi presenti nel Donbass e in Crimea in caso di attacco di Kiev. Questo è possibile, a livello di politica interna, grazie a una normativa, che risale al 2008 durante la guerra in Georgia, ma ampliata nel 2021, secondo cui la Russia ha l’obbligo di intervenire se un suo cittadino all’estero è in pericolo. Circa 50.000 cittadini del Donbass sono diventati cittadini russi nel 2021. Che dunque la Russia raduni truppe vicino al confine ucraino con le tensioni sulla linea del fronte è dunque atteso.

Quello che è di più difficile comprensione è perché l’Ucraina proprio ora, in questo momento storico, debba entrare a far parte della NATO, e perché il presidente ucraino Volodymyr Oleksandrovyč Zelens’kyj abbia così voglia di riprendersi il Donbass e la Crimea sotto la bandiera NATO. E sempre in merito a quanto succede in Kazakhstan in questi giorni abbiamo visto kazaki con bandiere ucraine e ucraini con bandiere del Kazakstan manifestare in piazza della Libertà, a Maidan, Ucraina e Almaty, Kazakhstan.

La dichiarazione di oggi di Jens Stoltenberg: c’è un “rischio reale” di un nuovo conflitto armato in Europa arriva dopo una riunione a Bruxelles tra l’alleanza e i funzionari russi andata molto male.

La Russia ha circa 100.000 truppe vicino al confine con l’Ucraina, anche se nega qualsiasi piano per invadere l’ex repubblica sovietica. Mosca vuole un divieto di ulteriore espansione della NATO, compresa la promessa che l’Ucraina non sarà ammessa, e la fine dell’attività dell’alleanza nei paesi dell’Europa centrale e orientale che hanno aderito dopo il 1997. Queste richieste hanno incontrato un’accoglienza gelida da parte dei diplomatici statunitensi a Ginevra all’inizio di questa settimana e non sono state accolte dalla NATO dopo quattro ore di colloqui del Consiglio NATO-Russia mercoledì.

Stoltenberg dopo aver detto che c’è un “rischio reale per un nuovo conflitto armato in Europa”, ha anche detto che l’alleanza “farà il possibile per prevenire qualsiasi scenario del genere”. Prevenire lo scenario è insindacabile. Il prossimo paese che potrebbe vivere una rivolta o un tentato colpo di stato come in Kazakhstan nei giorni scorsi è l’Uzbekistan che sta allacciando rapporti molto stretti con i talebani per cercare di non avere un elevato flusso di rientro di terroristi.

Stoltenberg ha aggiunto: “Se la Russia ancora una volta usa la forza contro l’Ucraina e invade ulteriormente l’Ucraina, allora dobbiamo seriamente esaminare la necessità di aumentare ulteriormente la nostra presenza nella parte orientale dell’alleanza”.

Graziella Giangiulio