#ISRAELHAMASWAR. Un’analisi del del 2021 svela in nuce i piani di Hamas contro Israele

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On line sono cominciate a comparire le prime analisi della guerra tra Israele e Hamas. Ne riportiamo una significativa per il cambio di paradigma che è avvenuto in Medio Oriente sotto gli occhi di tutti ma senza che nessuno se ne accorgesse. Si intitola: Spada di Gerusalemme – Una deterrenza in divenire (9 pagine). Il documento è in chiave araba e contro Israele: non spetta a noi giudicare quello che spetta alla storia dell’umanità fare, ma spetta a noi aprire gli occhi su quanto avviene in medio Oriente. Quindi tralasceremo commenti non pertinenti alla lettura del conflitto ma è interessante leggere come il mondo arabo vive la questione di Israele a partire dal 2017 con le scelte di Donald Trump quando ha dichiarato Gerusalemme capitale di Israele.

Nell’anteprima dell’analisi del 15 novembre 2023 si legge: “La recente battaglia di 11 giorni tra le fazioni della Resistenza a Gaza e lo Stato di Israele ha creato un nuovo precedente nella guerra arabo-israeliana per la Terra Santa, stabilendo nuove regole di ingaggio. Questo articolo discute la logica alla base di questa battaglia e valuta i risultati sul campo di battaglia di entrambi i belligeranti”. 

Il documento originale risale al 2021 e si legge: “La nuova era della guerra in Medio Oriente oggi si è spostata in gran parte dalla tradizionale guerra simmetrica tra due stati avversari a una battaglia asimmetrica tra forze ausiliarie in due campi in guerra. Questo tipo di guerra ha dettato nuove dottrine di guerra ma, cosa ancora più importante, ha cambiato il modo in cui vengono interpretati i campi di battaglia e il modo in cui viene deciso il vincitore o il perdente”.

Scorrendo il documento di 9 pagine si trova: “La recente battaglia Israele-Gaza è ancora uno dei conflitti più recenti che mostra il cambiamento nei conflitti in Medio Oriente tra attori statali e non statali. Questo tipo di conflitto ha costretto un nuovo consenso tra analisti e ricercatori militari riguardo non solo alla difficoltà nel reprimere ma piuttosto alla difficoltà nell’impedire che tali battaglie germogliassero in paesi non stabili, rendendo il Medio Oriente e l’Africa i più fertili per tali conflitti non statali”. 

Secondo l’autore: “Tuttavia, la situazione a Gaza, sebbene molto simile ai conflitti regionali in corso come la guerra civile siriana, le sue dinamiche sono diverse e molto più semplici rispetto ai conflitti successivi alla Primavera Araba del 2011. Non è un conflitto a base politica, come ad esempio la guerra civile in corso nello Yemen, non è un conflitto per un cambio di regime, come ad esempio la guerra civile in corso in Siria, ma piuttosto è un conflitto guidato dalla liberazione tra due nazioni in guerra. Questo conflitto non è nemmeno un conflitto Hamas-Israele, ma piuttosto un conflitto lungo 7 decenni tra una nazione che abita quelle terre e un’altra caratterizzata da un movimento estremista sionista multinazionale senza rivendicazioni recenti sulla terra ma con un testo religioso non vincolante e una lunga regno scomparso che fu costruito sulle rovine di un regno occupato dai primi migliaia di anni fa”.

E spiega: “Quest’ultima rivendicazione è valida come se i romani rivendicassero le loro terre nella regione MENA o l’impero ottomano sulle sue terre in Europa, o la rivendicazione degli Omayyadi sulla Spagna. Una rivendicazione di terra mai sentita su un regno estinto da tempo. L’ebraismo nato in queste terre, non è una rivendicazione di proprietà. Esiste una scuola di pensiero dietro il motivo per cui i siti religiosi e alcune terre sono classificati come sacri ma mai come un regno o un paese. Anche il Cristianesimo è nato lì, e l’Islam è nato nell’Hijaz, ma nessuno ha il diritto di rivendicare una terra come dono di Dio a una nazione”. 

Nel 2021 l’autore scriveva: “Il quartiere di Sheikh Jarrah è oggi sotto i riflettori della pulizia etnica […] L’importanza di questo quartiere non è data dalla sua posizione nella stessa Gerusalemme, ma piuttosto dal fatto che si tratta di un quartiere della Palestina storica che ha visto ancora una volta cambiare la sua storia e allontanare i suoi abitanti con la forza. La Resistenza Islamica (Hamas) e la Jihad Islamica Palestinese (PIJ) portano la bandiera della liberazione della Palestina e della rimozione degli israeliani che si stabilirono in queste terre dopo l’immigrazione illegale iniziata agli inizi del 1900”. Per i palestinesi . “Pertanto, la perdita di un altro quartiere palestinese non rappresenterebbe solo un ostacolo alla difficile liberazione, ma sarebbe piuttosto un evento che nega la pretesa di queste fazioni di essere armate e condurre una lotta armata contro lo Stato di Israele”. 

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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