#ISRAELHAMASWAR. Manifestazione dei parenti dei prigionieri davanti alla casa del ministro degli Affari strategici Ron Dermer. Scontri a Gaza e attacchi in Libano. Quattro attacchi Houti in 2 giorni

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Secondo Channel 12, i parenti dei prigionieri israeliani a Gaza manifestano davanti alla casa del ministro degli Affari strategici Ron Dermer a Gerusalemme chiedendone la liberazione. 

Dal Libano, il primo Ministro libanese Najīb Mikati ha detto che: “L’attacco israeliano a Khiam in seguito allo spiegamento dell’esercito libanese è un ‘palese atto di tradimento’” degli accordi e invita gli Stati Uniti e la Francia a “prendere una posizione chiara su quanto accaduto e a frenare l’aggressione israeliana”. 

In due giorni la resistenza islamica irachena e Ansar Allah hanno rivendicato quattro attacchi: uno a Sderot, due ad Ashkelon e uno a Giaffa. Hanno utilizzato droni e i media israeliani hanno riferito che il GPS a Tel Aviv è stato temporaneamente disattivato a causa del timore che i droni potessero raggiungere posizioni vitali nella città.

Nella tarda serata del 12 dicembre ha parlato il numero uno degli Houti, Sayyed Abdulmalik al-Houthi sull’aggressione israeliana e gli sviluppi regionali. In merito alla Siria ha detto: “Israele è avanzato in profondità in Siria, avvicinandosi a Damasco, distruggendo l’80% delle capacità militari siriane in una sola notte. Questa aggressione ignora le leggi internazionali e mira a imporre una nuova realtà di occupazione incontrollata”.

Secondo al Houthi: “Israele cerca di dominare la regione indebolendo le capacità militari nei paesi arabi e prendendo di mira i sistemi di difesa aerea, marittima e missilistica. Gli Stati Uniti e Israele collaborano per rimodellare il Medio Oriente, dividendo le nazioni in entità più piccole per facilitarne il controllo”.

Critiche anche al ruolo degli Stati Uniti in Siria: “Gli Stati Uniti occupano i giacimenti petroliferi siriani, sfruttando apertamente le risorse e consentendo le operazioni israeliane”. Al-Houthi invita il popolo siriano, le nazioni regionali e i gruppi arabi a unirsi contro l’aggressione israeliana. Critica il silenzio e l’inazione dei gruppi che controllano la Siria e i regimi arabi nei confronti dei crimini israeliani.

Ha sottolineato ancorata volta la centralità della lotta palestinese e denuncia la mancanza di sostegno alla resistenza palestinese in mezzo alle atrocità israeliane. Dice no alla normalizzazione dei rapporti con Israele perché in questo vede un “un preludio allo smantellamento delle nazioni arabe e all’eliminazione degli ostacoli all’espansione israeliana”. Al Houthi sollecita un’opposizione chiara e pubblica a Israele e agli Stati Uniti, evidenziando la necessità di unità e resistenza attiva. Infine critica lo spostamento delle risorse verso conflitti interni invece di supportare la resistenza contro Israele. Infine inquadra Israele e gli Stati Uniti come minacce unite, sollecitando una posizione collettiva contro i loro piani di predominio regionale.

Solo questa settimana, gli Houthi hanno lanciato 19 missili balistici e da crociera verso Israele, cinque navi statunitensi, tra cui due navi da guerra, nel Golfo di Aden, nonostante le loro avanzate contromisure.

Ed ora uno sguardo alle zone ancora in conflitto in Libano, Israele e Gaza aggiornato alle ore 16:00 del 13 dicembre.

L’esercito libanese ha ridistribuito le sue forze ad Ain Arab dopo che le truppe israeliane si sono ritirate negli ultimi due giorni dal sud-est di Khiam e Ain Arab verso la regione di Wazzani. L’esercito libanese continua ad aprire le strade attorno al centro di detenzione di Khiyam e al quartiere occidentale dopo aver completato la pubblica piazza e i suoi dintorni. Nel primo pomeriggio un drone israeliano prende di mira l’area di Tebna, nel sud del Libano.

A Gaza le Saraya Al-Quds informano di una fortificazione di artiglieria con colpi di mortaio sui raduni di soldati nemici sionisti e sui veicoli che erano penetrati vicino ad Aid Street nel quartiere di Al-Janina a est della città di Rafah. Portavoce delle Forze di sicurezza dell’Autorità palestinese, generale di brigata Anwar Rajab si è assunto: “la piena responsabilità dell’uccisone del giovane Rabhi Shalabi a Jenin e dichiariamo il nostro impegno ad affrontare le ripercussioni dell’incidente in modo coerente con la legge e in un modo che garantisca giustizia e rispetto dei diritti”. Tre morti e diversi feriti da attacco di un drone israeliano nel quartiere di Al-Nasr a Gaza City.

Le IDF in un comunicato fanno sapere: “Nel giorno trascorso, le truppe IDF che operavano a Beit Lahia, nel nord di Gaza, hanno localizzato e smantellato un sito di lancio di razzi sotterraneo che era diretto alle comunità nel sud di Israele. Nella zona sono stati localizzati tre lanciatori sotterranei multi-barile carichi di razzi e altre armi. A Rafah, le truppe IDF hanno localizzato cunicoli di tunnel, eliminato uomini di Hamas e smantellato siti di infrastrutture di Hamas nel corso dell’ultimo giorno. Durante le operazioni, le truppe hanno identificato una cellula di Hamas che si avvicinava alle truppe, che è stata poi colpita dall’IAF per sventare la minaccia. In allegato le foto dei lanciatori situati nell’area di Beit Lahia”. 

Le Brigate Abu Ali Mustafa riferiscono di aver colpito quartier generale di comando e controllo israeliano nell’asse di Netzarim, a nord del governatorato centrale nella Striscia di Gaza, con una raffica di razzi. Nel pomeriggio attaccare sull’asse Netzarim con missili “107” a corto raggio le Brigate dei Martiri di Al-Aqsa.

Le Brigate Al-Qassam sono riuscite a catturare 3 aerei “quadcopter” israeliani mentre stavano svolgendo missioni di intelligence nel quartiere di Al-Geneina, a est della città di Rafah, a sud della Striscia di Gaza.

Una forza dell’esercito israeliana ha preso d’assalto la città di Aqraba, a sud di Nablus. La resistenza ha intensificato le operazioni in CIasgiordania: “L’operazione del tunnel a sud di Gerusalemme, che ha provocato l’uccisione di un colono e il ferimento di altri tre, invita i combattenti della resistenza a intensificare le operazioni contro Israele”.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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