#ISRAELHAMASWAR. Haniyeh a Teheran. Houthi rivendicano sei attacchi in 72 ore. Colpite 4 navi commerciali. Raid arei israeliani su Rafah

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Continua ad essere al centro dell’attenzione della social sfera israeliana e delle milizie legate ad Hamas la risoluzione del Consiglio di Sicurezza. Gli amministratori dei canali non nutrono molte speranze nell’applicazione della risoluzione. 

Euro-Mediterranean Human Rights Monitor afferma che le ricorrenti vittime derivanti dalla caduta degli aiuti dagli aerei richiedono un intervento urgente da parte della comunità internazionale. Dovrebbero essere trovati meccanismi per fornire aiuti a Gaza City e al suo nord per garantire che raggiungano i bisognosi in un modo che preservi la loro dignità e preservi la loro vita.

Dodici palestinesi sono annegati lunedì dopo esseri impigliati nelle corde dei paracadute dei pacchi di aiuti lanciati dagli aerei e caduti in mare. In precedenza erano già decedute 10 persone in incidenti separati sempre a seguito degli aiuti caduti su di loro a Gaza e nel nord da quando è stata usata questa tecnica nelle ultime settimane.

Il Commissario generale dell’UNRWA afferma che: “La decisione di Israele di impedire il passaggio dei convogli dell’agenzia verso il nord di Gaza mira a impedire la sopravvivenza delle persone a rischio di morte”.

Nella giornata del 26 marzo il leader di Hamas Ismail Haniyeh è andato a Teheran. La visita arriva dopo la risposta negativa di Hamas alla questione degli ostaggi, Israele ha ritirato la delegazione che ha trascorso l’ultima settimana e mezza in Qatar. In Iran Haniyeh ha incontrato il ministro degli Esteri iraniano Abdollahian a Teheran.

Il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano Nasser Kanaani ha considerato l’adozione da parte del Consiglio di Sicurezza dell’ONU di una risoluzione sul cessate il fuoco nella Striscia di Gaza, “un passo positivo ma insufficiente”.

Hamas ha riferito ai “mediatori” della sua posizione e ritiene Netanyahu di essere un ostacolo al raggiungimento di un accordo.

Il portavoce delle forze yemenite Yahya Saree ha dichiarato che le forze armate yemenite hanno annunciato l’attuazione di sei operazioni militari nelle ultime 72 ore con una serie di missili balistici e droni, colpendo quattro navi e due cacciatorpediniere militari nel Golfo di Aden e nel Mar Rosso, e una serie di obiettivi israeliani nel Golfo di Aden e nel Mar Rosso. “Le forze navali e la forza missilistica hanno effettuato quattro operazioni congiunte su quattro navi, tra cui la nave americana MAERSK SARATOGA nel Golfo di Aden, la nave americana APL DETROIT nel Mar Rosso, la nave britannica HUANG PU nel Mar Rosso e una nave (PRETTY LADY), diretta ai porti di Israele”. Sempre secondo Saree: “L’aeronautica militare, con l’aiuto di Dio Onnipotente, ha effettuato un’operazione militare di qualità prendendo di mira due cacciatorpediniere da guerra americani nel Mar Rosso (…) La forza missilistica ha effettuato un’operazione militare in cui ha preso di mira una serie di obiettivi israeliani nell’area di Umm al-Rashrash, a sud di Israele”.

Ed ora uno sguardo ai combattimenti tra Israele e Hamas aggiornato alle 17:00 del 26 marzo

La Resistenza islamica in Libano dichiara di aver lanciato più di 50 razzi Katyusha scontro la caserma “Yardan” nel Golan siriano ora sotto controllo di Israele, “il principale quartier generale del comando in tempo di guerra”. La resistenza islamica in Libano ha poi rivendicato un attacco missilistico contro un edificio utilizzato dai soldati israeliani nella colonia “Shomera”. Sempre al confine tra Libano e Israele per errore dei contadini israeliani sono stati colpiti da militari israeliani scambiati per uomini di Hezbollah che cercavano di infiltrarsi. Una potente esplosione è stata segnalata nella base aerea militare di Meron, nel nord di Israele.

Battaglia di Khan Yunis: situazione delle nuove operazioni israeliane negli ospedali. Negli ultimi due giorni nel sud della Striscia di Gaza, dopo un lungo periodo di relativa calma, gli scontri sono ripresi inaspettatamente a Khan Yunis. Tutto è iniziato con attacchi aerei israeliani su diverse zone della città, seguiti dall’ingresso delle forze israeliane negli ospedali Nasser e Al-Amal.

Il comando israeliano ha affermato la necessità di continuare a “smantellare le infrastrutture terroristiche” e di eliminare i militanti rimasti lì. Contemporaneamente, secondo un resoconto, unità delle forze di difesa israeliane hanno tentato di sorprendere e arrestare un membro di alto rango di Hamas all’ospedale Nasser, ma senza successo.

Il territorio degli ospedali Al-Amal e Nasser è isolato da unità dell’IDF e veicoli blindati, mentre squadre di genieri stanno attualmente erigendo barriere di terra. Le truppe israeliane stanno conducendo attacchi aerei e di artiglieria alla periferia dei complessi, dove sono anche impegnati in combattimenti con i militanti.

Truppe israeliane e veicoli blindati sono stati osservati anche nelle aree dell’Università di Al-Aqsa e della vicina Moschea di Al-Qubba. Ottenendo il controllo di quest’area, i militari israeliani, sono riusciti a stabilire dei posti di blocco sull’autostrada Gush Katif, attraverso la quale i rifugiati hanno cominciato a passare verso il campo di Al-Mawasi.

Da lunedì scorso, le truppe israeliane stanno conducendo un’operazione per eliminare la presenza di Hamas dalle vicinanze dell’ospedale Ash-Shifa a Gaza. A quanto pare, il comando dell’IDF ha deciso di intraprendere azioni simili nel sud. Questi raid significano in gran parte un cambiamento significativo nella situazione nell’enclave, dove il conflitto si è sostanzialmente trasformato per Israele in un’operazione antiterrorismo.

Anche Rafah sta subendo massicci bombardamenti, con sei edifici residenziali distrutti il 25 mattina e oltre 30 vittime nel raid. Nel frattempo, il comando israeliano continua a prepararsi per l’offensiva, il cui piano è stato ufficialmente approvato una settimana prima dal primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu. La questione delle future azioni delle truppe israeliane a Rafah rimane senza risposta, e la prospettiva di un attacco appare attualmente incerta. Questa incertezza è particolarmente notevole considerando la sostanziale riduzione della presenza militare dell’IDF nella Striscia di Gaza, con solo cinque brigate rimaste sul picco di 23 durante l’operazione militare: tre nella parte meridionale e due nel nord.

L’esercito israeliano ha continuato, all’alba del 26 marzo, a prendere di mira le aree a nord-ovest della città di Gaza e Beit Lahia, mentre aerei da guerra israeliani e bombardamenti di artiglieria hanno preso di mira varie aree della Striscia, in particolare la città di Rafah.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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