IRAQ. Le milizie sciite lanciano la resistenza anti Usa e minacciano di occupare la Green Zone

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Il governo di Muhammad Allawi è ancora un governo ombra, nel senso che non è stato sottoposto all’approvazione del parlamento. Non si sa chi saranno i ministri e nemmeno se avrà la maggioranza al momento del voto, ma i politici iracheni sono tutti pronti con le loro richieste e istanze in cambio del proprio voto favorevole. 

Il leader della milizia irachena Asaib Ahl al-Haqq, Qais al Kazali, ha detto che presto comincerà la rappresaglia delle unità di resistenza islamica contro le basi statunitensi per l’uccisione di Qassem Soleimani e Abu Mahdi Muhandis. Il silenzio portato avanti fino a ora era dovuto al fatto che si aspettava una soluzione politica che non è arrivata e quindi ora le milizie si muoveranno per conto proprio contro gli Usa. 

Ali Akbar Velayati, consigliere della guida iraniana per gli affari internazionali, ha minacciato le forze americane in Iraq, sottolineando che saranno espulse con la forza se non lasciano l’Iraq. Il leader della coalizione nazionale irachena, Iyad Allawi, ha risposto al consigliere Velayati: «Ancora una volta, l’Iran attraversa le linee rosse, dimostra i suoi interventi sulla questione irachena sfidando la volontà degli iracheni e assicurando che il primo Ministro designato guadagnerà fiducia e che l’asse Teheran – Baghdad – Damasco – Beirut – Palestina sarà un asse per espellere gli americani e i loro alleati». 

Come se non bastassero le tensioni interne all’Iraq, il ministro della Sicurezza israeliano, Naftali Bennett, ha rivelato la scorsa settimana un nuovo accordo tra Tel Aviv e Washington, relativo alla “risposta all’Iran”, indicando che l’America e Israele condivideranno la risposta a Teheran in Siria e Iraq. Accordo che ha sollevato gli animi dei politici legati alle milizie sciite filo iraniane.

Qais Al Khazali, senza troppi giri di parole ha chiamato il suo popolo alla resistenza contro gli Stati Uniti da un punto di vista economico e se serve anche militare; ha detto che non solo gli sciiti parteciperanno alla resistenza anti Usa ma anche i sunniti di Anbar, Salahuddin e Mosul. 

Questa forma di resistenza sarà la risposta agli omicidi di Soleimani e al Muhandis che al momento non hanno ottenuto giustizia. Al Khazali ha chiesto inoltre, seguendo le richieste dell’autorità religiosa, elezioni anticipate. 

Per quanto riguarda il voto di fiducia al governo, Allawi ha detto che il sì arriverà solo se porterà avanti l’uscita delle truppe americane dall‘Iraq. 

Ma le dichiarazioni più preoccupanti vengono da Kazem al-Issawi, uomo molto vicino a Muqtada al Sadr che ha dichiarato a una testata locale irachena: «Trasformeremo l’Iraq in un inferno e rovesceremo il primo Ministro designato tra tre giorni». La minaccia dell’ex aiutante jihadista di Muqtada al-Sadr, detto anche Abu Doaa al-Issawi è proseguita asserendo che se il governo di Allawi verrà ostacolato, lui e i suoi uomini circonderanno la Green zone metendo in scatole istituzioni irachene e le ambasciate straniere.

Graziella Giangiulio