CINA. Pechino affronta bene shock finanziari

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Morgan Stanley ha recentemente pubblicato uno studio di 118 pagine che spiega come la seconda economia più grande del mondo eviterà il tipo di shock finanziario temuto dagli investitori occidentali, e anzi andrà ancora meglio nei prossimi 10 anni.

Il rapporto si basa sulle capacità della Cina di riequilibrare la sua economia, di affrontare rapidamente il problema della formazione del debito e promuovere le riforme fondamentali per garantire che il paese raggiunga lo status di paese ad alto reddito entro il 2027.

L’alto livello di risparmio della Cina e le sue forti posizioni patrimoniali nette, sia a livello nazionale che estero, forniscono compensazioni adeguate contro gli shock finanziari, secondo gli analisti di Morgan Stanley ripresi da China Daily

Il mercato “A-share”, a cui gli investitori globali hanno avuto per lungo tempo un accesso limitato, può entrare in una nuova fase “toro” del mercato in quanto gli investitori nazionali passano da investimenti sulla proprietà e obbligazioni, di nuovo in azioni. La banca prevede che il benchmark dello Shanghai Composite Index raggiungerà 4.400 punti.

Ma alcuni analisti intervistati dal quotidiano cinese hanno detto che è troppo presto perché gli investitori portino al rialzo le azioni “A” perché rimane difficile dire se la stabilizzazione in corso della crescita economica sia sostenibile.

Nello studio si possono anche evincere un paio di avvertimenti, per mantenere l’equilibrio. La Cina ha bisogno di gestire con attenzione i propri debiti, e non lasciare che la necessità di una crescita lo scompagini.

Guardare ai tassi di interesse, dal momento che tagli netti, attualmente non previsti, suggerirebbero che Pechino stia perseguendo la crescita, ancora una volta, attraverso l’aumento della pressione sul deflusso di capitali. Guardare attentamente le riforme strutturali.

Lo spostamento verso il consumo è in corso e alcune delle sue capacità in eccesso sono state ridotte. Ma c’è stato un rallentamento e meno progressi si sono registrati sulla riforma delle sue mastodontiche imprese statali. I rendimenti attuali delle aziende di Stato sul patrimonio netto sono ai minimi storici.

Graziella Giangiulio