BREXIT. La Guerra delle Capesante

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Ancora una volta la Gran Bretagna convive con i dolori del Brexit.

Si aggrava infatti la crisi sui diritti di pesca, ormai definita dai media come “la guerra delle Capesante”, tra Francia e Gran Bretagna, con Londra che convocato l’ambasciatrice francese, Catherine Colonna a Downing Street.

Il governo Johnson ha infatti condannato le minacce francesi “ingiustificate” e ha espresso “rammarico per il linguaggio conflittuale che è stato costantemente utilizzato dal governo francese su questo tema, il che non facilita la soluzione di questa situazione”.

Nelle scorse ore le autorità francesi hanno sequestrato un peschereccio britannico sorpreso a pescare nella baia della Senna senza le autorizzazioni necessarie. Il Regno Unito ha definito una violazione del diritto internazionale la minaccia della Francia di bloccare le barche britanniche.

Questi controlli, consueti “durante la stagione della pesca delle capesante”, fanno anche “parte dell’inasprimento dei controlli nella Manica, nell’ambito delle discussioni sulle licenze con il Regno Unito e la Commissione europea”, ha precisato il ministro francese per il Mare Annick Girardin.

Il ministro ha assicurato che le misure di ritorsione contro la Gran Bretagna “per difendere i diritti dei pescatori francesi” non sono una dichiarazione “di guerra” ma riflettono la “battaglia” in atto per costringere i britannici a rispettare l’accordo post Brexit.

Gli accordi sulla pesca rientrano tra le questioni maggiormente dibattute nel dopo Brexit. L’entrata in vigore dell’accordo sulla Brexit ha fatto decadere l’intesa sottoscritta nel 2004 tra i pescatori bretoni, normanni e inglesi per spartirsi la zona di pesca delle isole del Canale della Manica, in particolare dell’isola di Jersey. L’accordo post-Brexit, concluso in extremis alla fine del 2020 tra Londra e Bruxelles, prevede che i pescatori europei possano continuare a lavorare in alcune acque britanniche a condizione di poter dimostrare che vi pescavano prima dell’uscita della Gran Bretagna dell’Ue, ma la disputa si gioca sulla natura e l’ampiezza delle giustificazioni da fornire.

La Francia, nel frattempo, si dice “aperta alle discussioni” se Londra “rispetta gli impegni”, queste le parole del premier francese, Jean Castex, all’indomani degli annunci sulle misure di ritorsione del governo francese sulle licenze di pesca post-Brexit, ritenute “deludenti e sproporzionate” dai britannici.

Intanto, il governo di Boris Johnson ha disposto una verifica urgente delle autorità marittime sulle “circostanze” esatte del sequestro del peschereccio britannico avvenuto in acque francesi su decisione di Parigi.

Salvatore Nicoletta