BIELORUSSIA. La nuova arma di Minsk: i migranti siriani e iracheni puntati verso l’Europa

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Da anni Ankara utilizza la leva dei migranti che premono ai confini dell’Unione Europea per averne vantaggi, economici in primis. Questa strategia ha permesso ad Ankara di negoziare un accordo di risarcimento di 6 miliardi di euro per mantenere questi migranti sul suo suolo. Ora il metodo è stato emulato.

Stando a quanto riporta Meta-Defence, il ministro degli Interni lituano Agnė Bilotaitė, ha detto che Minsk utilizzerebbe ora un metodo simile per rispondere alle sanzioni europee e in particolare al sostegno dato dalla Lituania agli oppositori bielorussi in esilio.

Mentre Erdogan ha brandito la minaccia dei migranti che sono entrati in Turchia senza l’approvazione delle autorità del paese per fuggire dai combattimenti in Siria, il presidente bielorusso Alexander Lukashenko avrebbe organizzato un vero e proprio sistema per fare pressione sul suo vicino. I migranti siriani e iracheni presenti nei campi turchi o nei dintorni di Baghdad non pensano di andare in Bielorussia: l’accesso al Paese è difficile, non avendo confini con il Medio Oriente, né via terra né via mare.

Secondo la stampa lituana, sarebbero stati “reclutati” direttamente da agenti bielorussi in Turchia e Iraq, con l’offerta di un biglietto aereo per Minsk, un visto e la promessa di poter attraversare il confine lituano per entrare quindi nell’Unione europea. Una volta giunti nella capitale bielorussa, dovranno poi attendere un segnale delle autorità che indichi il luogo di incontro per attraversare il confine, con l’aiuto delle guardie di frontiera bielorusse.

Per le autorità bielorusse, le guardie di frontiera di Minsk sono state semplicemente incaricate di non impedire a “migranti” e trafficanti di entrare in Lituania, utilizzando questa leva come rappresaglia per le sanzioni imposte dagli europei al regime di Alexander Lukashenko.

Se confermato si tratterebbe di una grande manipolazione, volta a destabilizzare un membro della Nato e dell’Unione Europea. Inoltre, secondo Vilnius è difficile pensare che un simile meccanismo sia frutto dell’opera della sola Minsk: dietro c’è il supporto di altre potenze, come Russia, Iran e Turchia.

E inoltre, l’operazione sarebbe finanziariamente redditizia per lo stesso Alexander Lukashenko, che possiede la compagnia aerea che opera voli charter da Baghdad e Istanbul: ogni passeggero paga un biglietto da 1.500 euro a volo per andare a Minsk e inseguire il suo sogno europeo. I rischi possibili di sicurezza sono solo uno dei tanti problemi che andrebbero affrontati; la vicenda conferma che oramai il trasferimento forzoso di popolazioni è un’arma a disposizione di chi voglia utilizzarla.

Antonio Albanese