GAMBIA. Jammeh davanti alla CPI?

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Decine di gambiani sono scomparsi senza lasciare traccia durante i 22 anni di “regno” del presidente Yahya Jammeh (nella foto).

I parenti hanno cercato per un decennio di trovare gli scomparsi ma ora credono tutti che i loro congiunti siano morti e cercano giustizia.

Alcune famiglie sperano di raccogliere prove per una causa contro Jammeh per violazioni dei diritti umani, tra cui detenzioni illegali, torture e omicidi degli oppositori, accuse che i suoi sostenitori negano, riporta Defence Web.

La costruzione di un caso potrebbe essere difficile, ance se il caso dell’ex presidente del Ciad Hissène Habré, condannato all’ergastolo l’anno scorso per crimini contro l’umanità, più di un quarto di secolo dopo la sua caduta, lascia delle speranze. Habré è stato condannato da un tribunale in Senegal con l’aiuto di una serie di documenti, ma i funzionari per i diritti affermano che non c’è nessuna prova contro Jammeh finora.
Un’altra complicazione è che la Guinea Equatoriale non ha alcun trattato di estradizione con il Gambia.

Molti gambiani vogliono portare Jammeh davanti alla Corte penale internazionale, che ha messo sotto processo l’ex presidente della Costa d’Avorio Laurent Gbagbo.

Anche se Jammeh è fuggito prima di ritirare il Gambia dalla Cpi, la Guinea Equatoriale non ne è mai stata un membro e quindi sarebbe improbabile che lo consegnasse.

La polizia in Gambia ha promesso di indagare su almeno 30 persone fino ad ora segnalate come scomparse o uccise da quando Jammeh ha preso il potere nel 1994, tra cui giornalisti, uomini d’affari e soldati. Ad oggi diversi alti funzionari sono stati arrestati, tra cui l’ex capo della direzione del carceri, il ministro degli interni e capo dei servizi segreti che è stato accusato di omicidio la scorsa settimana.

Il nuovo presidente del Gambia Adama Barrow ha promesso di scoprire quanto è accaduto e di creare una commissione di riconciliazione per i crimini del passato che comprenda anche le presunte torture.

Luigi Medici