ARTE. La Musica di Picasso a Parigi

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Ma quanti di voi sanno che a Picasso piaceva la musica? «La Filarmonica di Parigi esplora i legami tra il lavoro di Picasso e la musica attraverso una mostra senza precedenti di oltre 200 dipinti, sculture, costumi, accessori e strumenti. Un’esperienza musicale scioccante!» A darne notizia la rivista kultura.bg.

La musica di Picasso, questo è il nome della mostra tematica, che aprirà il 22 settembre e durerà fino al 3 gennaio 2021 nella “Città della musica” (Cité de la Musique) a Parigi. L’idea che al grande artista non piacesse la musica nasce da una affermazione del 1966, quando scrisse: «In generale, quando si parla di arte astratta, si dice sempre che è musica. Quando vogliamo dire cose buone su di lui, parliamo di musica. È tutta una questione di musica … non credo sia per questo che non mi piace la musica». 

In realtà come molti artisti del suo tempo, Cocteau, Stravinsky, Nijinsky e Coco Chanel, Pablo Picasso ha preso parte all’avventura delle stagioni russe di Sergei Diaghilev. Nel 1917 creò le scenografie, i costumi e il sipario per la Parata, un balletto in un atto creato da Eric Satie sulla base dei testi di Jean Cocteau: Un’opera d’arte totale! Nel 1919 realizzò le scenografie per Cappello a tre dita di Manuel de Faye, nel 1920 per Pulcinella di Igor Stravinsky e nel 1924 per Le avventure di Mercurio di Eric Sati, e Il treno blu di Darius Millau.

Picasso visse in Spagna fino al 1904 e vi tornò di tanto in tanto fino al 1934. Le opere testimoniano il suo attaccamento alla cultura spagnola, dove la musica diversa occupa un posto di rilievo. Per l’artista, andaluso di nascita, catalano nel cuore, la musica è intessuta nella vita, parte integrante dell’anima, come lo è con qualsiasi spagnolo. Il musicista arlecchino fu presente negli anni successivi. Picasso scoprì Parigi durante l’Esposizione Universale del 1900. Fece altre due visite alla Capitale della Cultura.

Che rapporto ha avuto quindi Picasso con l’universo musicale? Sottolineando l’attaccamento dell’artista alla musica popolare , alla sua dimensione rituale e all’atmosfera sonora degli spettacoli a cui amava assistere (circo, fanfara, corrida), la mostra esamina attentamente la cultura musicale e l’ambiente di Picasso. Inoltre traccia e mette in discussione le tante amicizie strette con illustri musicisti, come Satie, Stravinski, Falla o Milhaud, con i quali il pittore lavorò a stretto contatto in uno spirito di sintesi delle arti.

L’avventura cubista ha portato Picasso ad interessarsi agli strumenti musicali: mandolino, violino e chitarra, flauto, clarinetto o tenora… Il corpo cavo degli strumenti a corda che ha poi raccolto è stato per lui un’opportunità per approfondire le sue nozioni. volume e disegno, vuoto e pienezza, giocando sull’inversione dei segni della rappresentazione. Allo stesso tempo, le sue collaborazioni con i Ballets Russes di Diaghilev offrono al pittore l’opportunità di sperimentare il concetto di arte totale, caro a molte avanguardie. Ricca di costumi e accessori a testimonianza dell’immersione di Picasso nel mondo del palcoscenico, la mostra riunisce per la prima volta anche una ventina di strumenti musicali.

Anna Lotti