CAMBOGIA. Tariffe UE e siccità uccidono l’export di riso

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Il settore del riso in Cambogia è in via di prosciugamento: la siccità distrugge i raccolti e le banche commerciali che rifiutano la liquidità ai contadini e ai mugnai che hanno bisogno di prestiti per restare a galla. Nel 2019, il ministero dell’Agricoltura, delle Foreste e della Pesca ha avvertito gli agricoltori che potrebbero essere in grado di piantare un solo raccolto durante l’attuale stagione secca, che di solito dura fino ad aprile.

Il ministero ha detto che questo potrebbe portare a un raccolto di riso molto scarso nel 2020, un calo significativo considerando che il settore del riso è ancora uno dei principali settori che danno lavoro. Il settore agricolo, di cui la risicoltura è la componente più importante, occupava circa 3 milioni dei 15 milioni di lavoratori della Cambogia e rappresentava poco più di un quinto del prodotto interno lordo del Paese nel 2018, secondo i dati statali, ripresi da Asia Times.

Mentre il settore del riso ha da tempo problemi di sottofinanziamento e di mercato nero, ed è sempre più influenzato dai cambiamenti e dal degrado ambientale, le sue difficoltà sono state aggravate dalle tariffe dell’Unione Europea imposte nel 2019 sulle importazioni di riso dalla Cambogia. Le spedizioni di riso verso l’Europa, in precedenza il più grande mercato di esportazione della Cambogia, sono diminuite a causa delle tariffe di circa un terzo lo scorso anno, passando da quasi 300.000 tonnellate nel 2018 a circa 200.000 tonnellate, secondo le statistiche del ministero dell’Agricoltura cambogiano.

Il danno all’economia cambogiana è stato in parte attutito da un aumento del 46% delle esportazioni di riso verso la Cina, suo principale alleato politico. Giorni dopo l’entrata in vigore delle tariffe doganali dell’Unione Europea lo scorso gennaio, il presidente cinese Xi Jinping ha promesso di aumentare la quota di riso delle importazioni cinesi dalla Cambogia a 400.000 tonnellate, rispetto alle 300.000 tonnellate fissate nel 2018. La Cina però non era riuscita a soddisfare la sua quota fissata per il 2018, quando ha acquistato solo 170.000 tonnellate rispetto alle 300.000 promesse.

Nonostante il quasi raddoppio, la Cambogia ha esportato in Cina solo 248.100 tonnellate di riso lavorato nel 2019, secondo la Direzione generale dell’agricoltura cambogiana. Questo significa che non ha raggiunto l’obiettivo delle 400.000 tonnellate e quindi probabilmente non sarà sufficiente a sollevare le prospettive del settore per il 2020. Questi numeri, però, non raccontano tutta la storia.

I dati ufficiali mostrano che il valore finanziario totale dell’export di riso è sceso del 4,3%, scendendo a 501 milioni di dollari. In altre parole, le esportazioni verso la Cina non sono così redditizie come quelle verso l’Ue.

Luigi Medici