VENEZUELA. Siamo sicuri che il Petro sia garantito dal petrolio?

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Il governo venezuelano ha detto che il Petro sarà sostenuto dalle riserve di greggio del Campo 1 del Blocco Ayacucho, nella Striscia petrolifera dell’Orinoco. Ad Ayacucho 1 ci sono 5.342 milioni di barili di riserve certificate. Il prezzo di riferimento annunciato per Petro è di 60 dollari, vicino al prezzo di un barile di petrolio venezuelano, riporta Caracas Chronicles.

Il blog, assai critico verso il regime chavista, fa letteralmente le pulci all’affermazione di Caracas sul controvalore del Petro e si chiede:«Ma il Petro è veramente sostenuto dai barili di petrolio?»; per gli autori del blog, no.

Ed ecco le motivazioni: 1. Il petrolio nel campo Ayacucho 1 è sottoterra. Non è sviluppato e non c’è nemmeno un piano di sviluppo. Nemmeno l’infrastruttura necessaria, o le tubazioni per il trasporto del greggio; vanno ancora investiti miliardi di dollari, che non ci sono e che il governo Maduro non ha intenzione di spendere. Anche se ci fossero investimenti esteri metà dell’estratto andrebbe a Pdvsa che non lo può pagare e così via: «Dei 60 dollari teorici, il profitto operativo, derivante dall’estrazione del petrolio, sarebbe di 5-10 dollari al massimo per barile (…) Per renderlo più attraente, diciamo che lo Stato venezuelano rinuncia a tutte le tasse e royalties Il profitto dell’operazione raggiungerebbe i 30 dollari al barile, quindi l’investimento sarebbe recuperato molto più velocemente, ma dovremmo aspettare due anni per vedere quei barili» Data poi l’elevata volatilità politica del paese, l’investimento rischia di essere del tutto perdente.

2. Le riserve certificate nel Campo Ayacucho 1 non sarebbero tali. Dice il blog: «Ciò che è certificato è il petrolio originale sul sito, vale a dire l’entità delle risorse sotterranee. Il governo ha utilizzato un tasso di recupero del 20% su tali risorse per calcolare le riserve accertate quando, in realtà, i tassi di recupero nella Striscia petrolifera sono molto più bassi (6-8% nei blocchi più produttivi), ed Ayacucho 1 è uno dei blocchi con la produttività più bassa prevista. Le effettive riserve accertate sono al massimo la metà dei 5.342 milioni di barili riportati e, non essendoci nemmeno un piano di sfruttamento di quel settore, non si può parlare di riserve accertate». 

Ed allora cui prodest il Petro? Il blog lancia un’altro strale contro Maduro: «In un paese che dipende da oltre il 90% delle sue esportazioni di petrolio e la cui produzione petrolifera sta crollando, chi vuole veramente il Petro? Coloro che vogliono convertire la moneta in dollari anonimamente, senza dover passare attraverso il sistema bancario internazionale(…) il Petro non è un prodotto a corso legale».

Graziella Giangiulio