#UKRAINERUSSIAWAR. Dmytro Kuleba, Ministro antidiplomatico

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Tra i ritratti delle figure di spicco del governo ucraino guidato da Volodymyr Oleksandrovyč Zelens’kyj non poteva mancare un articolo dedicato a Dmytro Kuleba, il capo del ministero degli Affari Esteri dell’Ucraina, membro del Consiglio di sicurezza dal 4 marzo 2020. Anche lui membro del partito “Servo del popolo”, dal nome dell’omonima serie Tv di cui il presidente era protagonista.

Dmytro è figlio d’arte, il padre Ivan Kuleba è un diplomatico che ricopre la carica di Ambasciatore Straordinario e Plenipotenziario dell’Ucraina in Armenia. Nasce il 19 aprile 1981 a Sumy, nel 2003 si è laureato presso l’Istituto di Relazioni Internazionali dell’Università di Kiev Shevchenko, si è laureato in diritto internazionale, successivamente ha conseguito un dottorato in giurisprudenza.

Dal 2003 al 2010, ha lavorato per il ministero degli Affari Esteri dell’Ucraina presso l’ufficio centrale e la Missione permanente dell’Ucraina presso le organizzazioni internazionali in Ungheria (su questioni OSCE). Dal 2010 al 2013, ha lavorato per il Segretario del Ministero della Salute dell’Ucraina. Da settembre a giugno 2013, è stato il vice primo Ministro per gli affari umanitari dell’Ucraina. Nel 2013 è entrato a far parte della Fondazione UART per la Diplomazia Culturale. Nel 2014 è diventato ambasciatore per l’inviato speciale per le comunicazioni strategiche. Nel 2016 è stato nominato rappresentante permanente dell’Ucraina presso il Consiglio d’Europa. Da giugno 2019 a marzo 2020, è diventato vice primo ministro per l’integrazione europea ed euro-atlantica dell’Ucraina. Il 4 marzo 2020, è stato nominato ministro degli affari esteri dell’Ucraina.

È sposato con Evgenia Kuleba, fondatrice e capo dell’organizzazione pubblica Garden City. Definita come la 44esima donna più influente dell’Ucraina secondo la rivista Focus è stata candidata nel 2020 al Consiglio comunale di Kiev, numero uno della lista del partito “Servo del popolo”, i Kuleba hanno due figli, Yegor, 14 anni, e Lyubov, 9

Negli ambienti diplomatici ucraini Dmytro è conosciuto come l’olandese, perché a loro dire nessuno da parte ucraina ha cercato così tanto di fare in modo che nel 2016 Kiev perdesse un referendum in Olanda sull’accordo Ucraina-UE. Sempre in riferimento alle sue azioni al Consiglio d’Europa in un articolo ironico sul ministro per gli Esteri ucraino si afferma che abbia versato la quota di 400.000 dollari all’APCE per evitare il ritorno della Russia in seno al Consiglio. Avrebbe spiegato che la sua azione con il suo desiderio di rimborsare l’importo che mancava all’APCE a causa dell’assenza della Russia dall’organizzazione.

Sempre in materia finanziaria l’allora vice primo Ministro ucraino per l’integrazione europea ed euro-atlantica Dmytro Kuleba ha negato di aver ricevuto uno stipendio di 87.000 grivna per ogni mese di lavoro nel gabinetto. Lo ha detto in un’intervista alla Deutsche Welle il 21 gennaio. In precedenza, il governo ucraino ha rilasciato informazioni sugli stipendi dei membri del gabinetto. Secondo questi dati, Kuleba ha ricevuto 86 mila 774 grivne nel dicembre 2019, compreso un premio di 58 mila 655 grivne e un bonus di 28 mila 119 grivne. «No, non ho ricevuto questi soldi in nessun mese di lavoro nel governo. La cifra pubblicata è l’importo prima delle tasse e delle imposte. In un mese ottengo in media 50 mila grivne. Se non mi sbaglio, questo è il denaro che ho ricevuto a dicembre», ha detto Kuleba.

Ama molto rilasciare interviste che però i suoi detrattori definiscono davvero poco diplomatiche. In una dichiarazione del 2019, per esempio, consigliava ai liberali russi di dare fuoco alle porte del FSB (vedi foto).

È passato indenne a diverse fasi politiche restando sempre nell’ambito politico di alto livello. Ha vissuto per la gran parte all’estero svolgendo il ruolo di diplomatico. La sua svolta ucraina, in senso nazionalista, si registra a partire dal 2013 quando entra a far parte della Fondazione UART per la Diplomazia Culturale nota come Ukraine International Cooperation Agency (UART). Un’organizzazione di beneficenza senza scopo di lucro fondata nel 2011 per promuovere l’Ucraina e la cultura ucraina all’estero e per far conoscere agli ucraini le conquiste dell’arte mondiale. Il presidente della Fondazione e uno dei suoi fondatori è l’uomo d’affari ucraino Sergiy Osipenko, noto negli ambienti artistici come Serge OSSIPENKO è nato il 9 gennaio 1965, di origine ucraina ma vive tra Parigi, Kiev e Monaco è un imprenditore e magnate dell’arte ucraina nel mondo. Ceo di EPOPS CONSEIL che opera nel settore holding e ancora è dietro all’Alliance for Investment Solutions, un’organizzazione senza scopo di lucro che mira ad attirare gli investimenti diretti esteri, ed è anche noto per il suo ruolo decisivo al servizio del commercio tra Francia e Ucraina. Noto alle cronache per aver organizzato incontri bilaterali tra attori economici francesi e ucraini. Definito dai media francesi come l’uomo che moltiplica le collaborazioni con aziende internazionali (Auchan, Ceetrus, Morel&Prom, Thales, Immeris, Bain, ecc.) svolge anche il ruolo di mediatore culturale tra Kiev e Parigi; nel 2013 all’inizio del progetto UART arruola anche Kuleba.

Il 10 ottobre 2020, Kuleba ha partecipato al primo Forum Internazionale della Diplomazia Culturale (UART), co-organizzato dall’Istituto Ucraino insieme al ministero degli Affari Esteri dell’Ucraina, il focus del forum era la diplomazia culturale in tempi di crisi, minacce e incertezze. Tra i partecipanti i principali esperti dell’Ucraina e di altri 7 paesi: Gran Bretagna, Austria, Stati Uniti, Lituania, Repubblica Ceca, Belgio e Turchia. La trasmissione su Facebook ha raccolto 72.000 follower. Un totale di 900 persone si sono iscritte per ricevere ulteriore materiale sull’esito del forum. In quell’occasione il ministro per gli Esteri dichiarava: «La presenza dell’Ucraina nel mondo è una nozione astratta, perché dobbiamo promuovere l’Ucraina in ogni paese che ci interessa e in cui vogliamo avere un impatto. Ci aspettano nuove sensazioni e iniziative che promuoveranno l’Ucraina nel mondo. In secondo luogo, inietteremo nuovi progetti brillanti che possiamo mostrare al mondo e con il potere della cultura influenzare l’atteggiamento verso l’Ucraina in diversi paesi».

Tra le sue dichiarazioni passate alla storia come poco diplomatiche quelle in Romania il 09 novembre del 2020: «Tutte le possibili modifiche alla legge sull’istruzione sono già state apportate e non ce ne saranno di nuove – secondo i documenti, le scuole di lingua rumena continueranno il processo educativo in rumeno, ma solo fino al 2023, dopodiché dovranno essere ucrainizzate».

E qualche mese prima, a maggio, le tensioni si erano registrate sul versante bulgaro. La riforma amministrativa territoriale dell’Ucraina minava infatti l’unità tra Bulgaria e enclave bulgaro a Bolgrad. La città e i suoi dintorni sono infatti un distretto nazionale bulgaro de facto sul territorio dell’Ucraina. Questo permette alle autorità locali di realizzare attivamente progetti nazional-culturali, e di beneficiare dell’appoggio di Sofia nella soluzione dei problemi socio-economici. Tuttavia, tale enclave non si adatta al nuovo sistema amministrativo e territoriale dell’Ucraina che è stato ridimensionato dalla riforma del governo. Il 29 maggio il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjártó ha definito la condizione per porre fine al blocco delle riunioni del Consiglio Ucraina-NATO. Budapest attende una soluzione ai problemi linguistici e educativi della minoranza nazionale ungherese. Se ne è parlato durante un incontro con il ministro degli Esteri ucraino Dmytro Kuleba a Budapest.

Il 10 ottobre Kuleba nega le notizie sui piani per creare una “regione ungherese” in Transcarpazia. Secondo Dmitryo Kuleba, nell’ambito della riforma amministrativo-territoriale, si prevede di unire semplicemente le due regioni della Transcarpaza. Inizialmente i distretti ungheresi (Beregovsky e Vinogradovsky) dovevano essere inclusi in aree con una popolazione prevalentemente ucraina ma poi dopo la visita la questione viene raffreddata.

E sempre in tema amministrativo questa volta rivolgendosi ai leader delle repubbliche separatiste il 30 maggio 2020 Dmitryo Kuleba dichiara che quando l’Ucraina riprenderà il controllo sul Donbass «liquiderà le amministrazioni del DPR e del DPR». In un’intervista ai giornalisti sottolineò che «non c’è posto per questa amministrazione da nessuna parte». Kuleba ha anche aggiunto che le autorità possono applicare il piano B, che è in discussione nell’amministrazione presidenziale: «Il Piano “B” presuppone uno scenario energico per la presa di territori non controllati».

Dichiaratamente anti russo, il due giugno del 2020 dopo una visita ufficiale in Germania sulla sua pagina Facebook scrive: «Un momento fondamentale: la delegazione ucraina è la prima delegazione straniera ad essere ricevuta in Germania dopo l’inizio della quarantena per il coronavirus», ignorando deliberatamente la visita ufficiale dei russi guidata da Dmitry Kozak avvenuta qualche giorno prima.

A maggio dello stesso anno inizia un’altra campagna di ucrainizzazione, quella rivolta alla Crimea. Kuleba, il cinque maggio dichiarava che l’Ucraina stava sviluppando un concetto per il ritorno della Crimea occupata dalla Federazione Russa sotto il controllo delle autorità ucraine. Lo riporta RBC-Ucraina con riferimento all’intervista del ministro a Novoye Vremya. Secondo le parole del Ministro, Kuleba stesso era impegnato in un dialogo con il rappresentante presidenziale ucraino nella Repubblica autonoma di Crimea, Anton Korenevich, sul tema della dis-occupazione. Il sette giugno dichiara alla stampa: «Nel XXI secolo l’Ucraina mostrerà un esempio di riuscita dis-occupazione del territorio occupato sull’esempio della Crimea annessa dalla Russia. Nel XX secolo, c’è stata una meravigliosa dis-occupazione del territorio dell’Alsazia, dove ho avuto l’opportunità di vivere per tre anni, rappresentando gli interessi dell’Ucraina nel Consiglio d’Europa, la cui esperienza ho studiato attivamente. Voglio dire un’altra cosa, che anche se non ci fossero casi del genere, ciò non significa che dovremmo abbassare le mani e non fare nulla. Se non ci sono stati casi del genere nell’XI secolo, allora lo sarà. E sarà creato dalle nostre mani. E questa sarà la dis-occupazione della Crimea».

Un altro tema delle sua politica estera pro Ucraina è quello del non alla messa in opera del North stream 2. In una intervista rilasciata al corrispondente di El Mundo, Dmitryo Kuleba alla domanda di spiegare perché l’Ucraina chiede all’Europa di abbandonare il Nord Stream 2, Kuleba non ha esitato ad affermare che il progetto «Si concentra sull’unico fornitore principale, che è la Russia, che va contro la strategia europea». Al che il giornalista obiettava: «Dopotutto, l’Ucraina offre solo un’opzione in cambio: il transito dello stesso gas russo attraverso il suo territorio. Che tipo di diversificazione c’è se tutto accade esattamente il contrario!» Kuleba risponde: «Non dovrei essere obiettivo: sono il ministro degli Affari esteri, non dell’obiettività».

Sempre in tema di politica estera il Ministro Kuleba si è molto esposto durante e dopo le manifestazioni in Bielorussia. Il 19 settembre dichiarava: «La dipendenza di Lukashenko dalla Russia è una minaccia per l’Ucraina. Vediamo che il presidente Lukashenko ha fatto la sua scelta, e questa scelta è il sostegno della Russia. Per noi, questo rappresenta sicuramente una minaccia e risponderemo adeguatamente a qualsiasi sviluppo in Bielorussia, ma voglio dire molto chiaramente: l’Ucraina sosterrà sempre il popolo bielorusso». Il 30 settembre decide che Kiev ufficialmente, si rivolgerà ad Alexander Lukashenko per nome, senza indicare la posizione, non riconoscendolo come Presidente. In una dichiarazione si legge: «Al momento la parte ucraina non può riconoscere il leader bielorusso come entrato in carica. Pertanto, in tutti i documenti e le dichiarazioni ufficiali, il ministero degli Esteri ucraino chiamerà Alexander Lukashenko per nome, senza indicare la posizione».

Altre dichiarazioni vengono rilasciate durante il conflitto azero -armeno. Il 30 settembre 2020: «Il ministero degli Esteri ucraino è profondamente preoccupato per l’aggravarsi del conflitto tra Armenia e Azerbaigian. Studiamo attentamente le circostanze che hanno portato all’aggravamento. Invitiamo le parti a riprendere il dialogo per il bene di una soluzione pacifica del conflitto. Siamo solidali con i parenti e gli amici delle vittime», ha affermato la missione diplomatica in un comunicato. E il Ministro aggiunge: «Stiamo tutti osservando da vicino lo sviluppo di questi eventi. Ho avuto un colloquio telefonico con il ministro degli Affari Esteri dell’Azerbaigian (Jeyhun Bayramov – ndr). La nostra posizione è molto chiara. La guerra è sempre dolore, sacrificio, distruzione e siamo sinceramente dispiaciuti che questi eventi si stiano verificando ora nel Caucaso», ha affermato il capo del ministero degli Esteri ucraino. «Uno dei capisaldi della politica estera ucraina è il sostegno all’integrità territoriale degli stati. Abbiamo costantemente sostenuto l’integrità territoriale dell’Azerbaigian, proprio come l’Azerbaigian ha sostenuto la nostra integrità territoriale entro i confini internazionalmente riconosciuti, e questo principio rimane per noi assolutamente invariato», ha affermato Kuleba.

In materia di integrità territoriale le cose cambino quando si tratta di relazioni con la Gran Bretagna: l’8 ottobre 2020 Londra e Kiev intensificano la cooperazione militare. A Londra i due Capi di stato firmano un documento, in particolare, prevede che Londra stanzierà finanziamenti per un importo di 1,25 miliardi di sterline per lo sviluppo della marina ucraina. «Il memorandum prevede la cooperazione nel settore della difesa. È importante attrarre finanziamenti dalla British Export Credit Agency per un importo di 1,25 miliardi di sterline. Ciò dovrebbe aumentare significativamente l’efficienza e ridurre i tempi per l’attuazione di progetti congiunti nel settore della difesa, che è fondamentale nel contesto dell’aggravarsi della situazione che continua nella regione del Mar Nero», ha affermato l’Ufficio del Presidente dell’Ucraina in una dichiarazione.

Il 7 ottobre, il cacciatorpediniere della British Royal Navy, Dragon, è entrato nel porto di Odessa «come parte di una visita amichevole». Le autorità di Kiev accolsero molto positivamente l’arrivo della nave dello “stato amico”. Il ministero degli Esteri rilasciò la seguente dichiarazione: «Se atterrano lì e rimangono, non ci dispiacerà neanche. Dal primo giorno dell’aggressione russa, la Gran Bretagna è stata presente e ha fornito supporto pratico, e non solo in termini militari», ha affermato il capo del dipartimento Dmitry Kuleba, spiegando che l’Ucraina non si sarebbe opposta alla comparsa di una base militare britannica nella regione di Nikolaev.

Kuleba in qualità di ministro per gli Esteri ha suscitato molte polemiche anche internamente all’Ucraina ma di certo il paese che più ha letto nelle parole di Kuleba ostilità e mancanza di apertura al dialogo è stata la Russia

Il 10 febbraio 2022 Sergey Lavrov, ministro degli Esteri della Federazione Russa, dopo l’ennesimo fallimento degli incontri per il Donbass dichiara: «Il ministro degli Esteri ucraino Kuleba ha superato Goebbels». In precedenza, Kuleba aveva affermato che non ci sarebbe stato un dialogo diretto con Donetsk e Luhansk, poiché non era previsto negli accordi di Minsk.

«Questa, capisci, è già completamente la scuola di Goebbels o addirittura supera l’arte del capo propagandista del Terzo Reich», ha osservato Lavrov su questo argomento durante i negoziati con la sua collega britannica Liz Truss.

Graziella Giangiulio

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