Un freno al Grande Fratello: Snowden Treaty

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ITALIA – Roma 01/10/2015. Tra poco esisterà un “Trattato Snowden”? Il 24 settembre è stato infatti presentato un documento sulla privacy in Rete che appunto prende il nome dal famoso analista della statunitense Nsa oggi esiliato in Russia: Edward Snowden.

Il trattato, presentato a New York, cerca di unire i governi di tutto il mondo nel rafforzare il diritto alla privacy, contro la sorveglianza di massa, di cui lo stesso Snowden è stato protagonista. Snowden, in video conferenza, ha ribadito che: «Si tratta di un problema globale che riguarda tutti (…) Dobbiamo discutere di questo, dobbiamo presentare proposte per determinare quali sono i nostri diritti, tradizionali e digitali, e proteggerli». Il movimento per lo Snowden Treaty è guidato dall’attivista David Miranda, partner del giornalista Glenn Greenwald, vincitore del premio Pulitzer. Nel 2013, lo stesso Miranda fu arrestato all’aeroporto di Heathrow e tenuto sotto chiave per nove ore in base ad una sezione del Terrorism Act. «Hanno seguito me, un comune cittadino, un giornalista che fa il suo mestiere. Potrebbe essere qualcuno di voi o potremmo essere interrogati tutti, e vederci sequestrate le nostre attrezzature, la prossima volta» ha detto Miranda.

Il “Trattato Snowden” sarebbe un nuovo trattato internazionale su diritto alla privacy, protezione contro la sorveglianza non dovuta e protezione degli informatori; una prima bozza è stata fatta circolare durante la presentazione ma quella definitiva dovrebbe essere pubblicata a breve.

È stata inviata alla maggior parte membri delle Nazioni Unite e molti starebbero presentando le loro osservazioni per poterlo ratificare,, riporta il blog ipolitics.ca. Il trattato invita i firmatari ad emanare leggi contro sorveglianza di massa e per difendere il diritto alla privacy; stabilisce un ente supervisore indipendente per garantire la trasparenza e la responsabilità pubblica delle violazioni; stabilisce protezioni internazionali per gli informatori, garantendo loro diritto di residenza sia all’interno dei loro confini o nelle loro ambasciate.

La necessità di un trattato internazionale che sancisca il diritto alla privacy on-line e protegga i cittadini del mondo dalla sorveglianza illimitata stato sottolineato dalle Nazioni Unite che hanno chiesto una sorta di Convenzione di Ginevra per frenare gli abusi il stile orwelliano della Rete di oggi.