PANDEMIA. Non è mica dalla lunghezza dei “bugiardini” che si giudica un vaccino

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Può la lunghezza del foglietto illustrativo di un vaccino, e il suo costo, determinare la sua efficacia?

La gara su quale sia il miglior vaccino si è innescata con l’inizio delle vaccinazioni. La realtà è che non c’è nessuna competizione in corso, così come nessun vaccino è migliore di un altro. I motivi sono due.

Il primo è la loro diversità, che dipende dall’età dei soggetti a cui vengono somministrati e dalla loro “cartella clinica” (se soffrono di particolari patologie o presentano situazioni di salute particolari). Ciò non vuol dire che il soggetto possa scegliere quale vaccino fare, proprio perché la somministrazione dipende da vari fattori. È comunque importante, prima di sottoporsi alla vaccinazione, consultarsi con il proprio medico.

Il secondo è che ciascuno dei quattro vaccini autorizzati dall’EMA ha una propria composizione, oltre a tempi di somministrazione e alle temperature di conservazione specifici.

Nell’ultimo periodo si è diffusa sul web la credenza che l’efficacia di un vaccino dipenda dalla lunghezza del suo foglietto illustrativo. Se è troppo corto non sarebbe affidabile perché non sarebbero riportate tutte le informazioni più rilevanti. Questa tesi è stata avvalorata anche da una giornalista del Wall Street Journal, e corrispondente dall’Unione Europea, Jenny Strasburg, che durante un suo intervento alla CBS News avrebbe poi aggiunto che se un vaccino è economico allora non sarebbe efficace quanto gli altri, più costosi. È il caso di AstraZeneca, al momento il meno caro sul mercato e questo, insieme ai casi di trombosi verificatisi recentemente in alcuni pazienti vaccinati, lo ‘condannerebbe’ nella lista nera redatta da alcuni paesi, che si sarebbero opposti alla somministrazione del vaccino nella popolazione.

La tesi “vaccino economico e con poche informazioni = non affidabile” non trova fondamento perché non è la lunghezza del “bugiardino”, così come il costo di un vaccino, a determinarne la sua affidabilità o meno, ma l’indicazione delle informazioni relative alla sua composizione, ai suoi effetti indesiderati e alla sua efficacia. Bugiardino è un termine con cui si indica simpaticamente e giornalisticamente, il foglio illustrativo contenuto nelle confezioni di medicinali o reperibile on line, in pratica la scheda informativa soggetta a precisi parametri e aggiornamenti.

Consultando le schede di ciascun vaccino, disponibili sia sul sito dell’EMA che su quello dell’AIFA, è possibile trovare tutte queste informazioni.

Il costo dei vaccini

Il costo per ogni singola dose di vaccino è un dato che ancora oggi non è possibile stabilire con certezza in quanto non sono state rilasciate dichiarazioni ufficiali in merito né dall’UE, né dalle singole casa farmaceutiche.

A dicembre 2020, però, sull’account Twitter della sottosegretaria al Bilancio belga Eva de Bleeker era comparsa, per errore, una tabella in cui era riportato il prezziario di ciascun vaccino. Il tweet è scomparso poche ore dopo, ma il giornale Het Laatste Nieuws è riuscito a catturare l’immagine e a riportare in un suo articolo del 17 dicembre 2020 i dati. Ecco i prezzi per dose di ciascun vaccino: “AZ (AstraZeneca) 1,78 € ; J&J 8,50 $ ; BioNTech/Pfizer 12,00 € ; Moderna 18,00 $”.

Una nuova ricerca, condotta da Airfinity e Statista, ha aggiornato i dati dello scorso anno con nuovi calcoli e nuove informazioni. Ciò che emerge è che: «una singola dose del vaccino Pfizer costa circa 15,50 € nell’Unione Europea. Tuttavia, considerando che sono necessarie due dosi affinché sia efficace, si tratta di circa 31 € a persona; Moderna costa fra i 20 e i 30 € a dose in UE ma, essendo necessarie due dosi, la cifra si aggira intorno ai 40 e i 60 € a persona; AstraZeneca costa, in Europa circa 3,20 € per dose quindi, visto che ne servono due, 6,40 € a persona; il costo di J&J per dose in Europa dovrebbe aggirarsi intorno agli 8,10 €. Essendo prevista una sola dose, sarebbe al momento il vaccino monodose meno costoso».

Vaccino Comirnaty (Pfizer/BioNTech)

Composizione qualitativa e quantitativa
Si tratta di una fiala multi dose che va diluita prima dell’uso. Una fiala (0,45 mL) contiene 6 dosi da 0,3 mL, dopo la diluizione, mentre una dose (0,3 mL) contiene 30 microgrammi di vaccino COVID-19 mRNA (incorporato in nano particelle lipidiche).

Contiene un RNA messaggero che non può propagare se stesso nelle cellule dell’ospite, ma induce la sintesi di antigeni del virus SARS-CoV-2 (che esso stesso codifica). Gli antigeni S del virus stimolano la risposta anticorpale del vaccinato con produzione di anticorpi neutralizzanti. L’RNA messaggero è racchiuso in liposomi formati da ALC – 0315 e ALC – 0159 per facilitare l’ingresso nelle cellule. Il vaccino contiene inoltre altri eccipienti: 1,2-Distearoyl-sn-glycero-3-phosphocholine (DSPC); colesterolo; sodio fosfato bibasico diidrato; fosfato monobasico di potassio; cloruro di potassio; cloruro di sodio; saccarosio; acqua per iniezioni.

Tra i suoi eccipienti questo vaccino contiene meno di 1 mmol di potassio (39 mg) per dose (sostanzialmente è ‘privo di potassio’) e meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per dose (sostanzialmente è ‘privo di sodio’).

Efficacia rilevata
Uno studio sul vaccino ha dimostrato che Comirnaty offre un alto livello di protezione contro il COVID-19 pari al 95% .

Poiché la maggior parte degli effetti collaterali registrati nei soggetti vaccinati sono stati lievi o moderati, e sono scomparsi nel giro di pochi giorni, Comirnaty ha ottenuto dall’EMA l’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata in tutta l’UE .

Vaccino Moderna

Composizione qualitativa e quantitativa
Una fiala multi dose contiene 10 dosi da 0,5 mL che contengono 100 microgrammi di RNA messaggero (mRNA) (incorporato in nano particelle lipidiche SM-102). L’RNA messaggero (mRNA), a filamento singolo con cappuccio 5′ prodotto utilizzando una trascrizione in vitro senza cellule dai corrispondenti modelli di DNA, codifica la proteina virale spike (S) della SARS-CoV-2.

Nella lista degli eccipienti sono inclusi: lipide SM-102; colesterolo; 1,2-distearoil-sn-glicero-3-fosfocolina (DSPC); 1,2-dimiristoil-rac-glicero-3-metossipolietilenglicole-2000 (PEG2000 DMG); Trometamolo; Trometamolo cloridrato; Acido acetico; Sodio acetato triidrato; Saccarosio; Acqua per preparazioni iniettabili.

Efficacia rilevata
Il 6 gennaio 2021 Moderna ha ottenuto l’autorizzazione all’immissione in commercio condizionata e, oggi, offre un alto livello di protezione, mostrando un’efficacia del 94,1%.

Vaxzevria (ex AstraZeneca)

Composizione qualitativa e quantitativa
Le dosi somministrate sono due, a distanza di 4/12 settimane l’una dall’altra. Contiene:

  • meno di 1 mmol di sodio (23 mg) per 0,5 mL di dose, ossia essenzialmente “senza sodio”
  • 2 mg di alcol (etanolo) per 0,5 mL di dose. La piccola quantità di alcol contenuta non produrrà effetti evidenti.

Una dose (da 0,5 ml) contiene adenovirus di scimpanzé, che codifica per la glicoproteina spike del SARS-CoV-2 ChAdOx1-S (prodotto in cellule renali embrionali umane geneticamente modificate (HEK) 293 e mediante tecnologia del DNA ricombinante) non inferiore a 2,5 x 108 unità infettive.

Questo prodotto contiene organismi geneticamente modificati (OGM).

Ogni dose contiene circa 2 mg di etanolo. Gli altri eccipienti sono invece: L-istidina; L-istidina cloridrato monoidrato; cloruro di magnesio esaidrato; polisorbato 80 (E 433); etanolo; saccarosio; cloruro di sodio; edetato disodico (diidrato); acqua per preparazioni iniettabili.

Perché ha cambiato nome?
Il vaccino AstraZeneca è stato autorizzato all’inizio di quest’anno sia dall’EMA, il 29 gennaio, sia dall’AIFA, il 30 gennaio.

Il 25 marzo 2021, l’EMA ha approvato la richiesta dell’azienda farmaceutica britannico-svedese di cambiare il nome di AstraZeneca in Vaxzevria. Il 1 aprile 2021, sul sito dell’AIFA è stata pubblicata la notizia ed è stato comunicato che sarebbero stati resi noti anche gli aggiornamenti relativi sulle nuove linee guida sulla sicurezza del farmaco, a seguito dei recenti episodi di trombosi verificatisi in alcuni soggetti vaccinati.

Sul cambio del nome di AstraZeneca sono circolate molte voci. Tra le più comuni quella che legava il cambiamento al voler generare confusione sul vaccino che in molti, dopo le morti causate da eventi tromboembolici, si sono rifiutati di fare.

A dare una risposta precisa sono state proprio alcune fonti della casa farmaceutica, che hanno spiegato la motivazione in un’intervista rilasciata ad Adnkronos Salute il 30 marzo 2021e in cui hanno dichiarato: «Dare un nome a un farmaco nuovo è una consuetudine ed un processo che avviene in maniera separata dall’approvazione normativa e regolatoria del farmaco stesso. Il vaccino rimane invariato, ma le informazioni sul prodotto, l’etichettatura e la confezione potrebbero presentare un aspetto diverso. La sigla Covid-19 AstraZeneca vaccine, non era il nome del farmaco. Ora ha un nome che, come prassi, è stato registrato».

Il ‘nuovo’ bugiardino di Vaxzevria
Dopo la comunicazione del nuovo nome, sul sito dell’EMA è stato pubblicato anche il bugiardino aggiornato del vaccino, che include tre novità: la sezione relativa agli eventi di trombosi, la specifica rivolta agli operatori sanitari che effettuano la vaccinazione e che devono spiegare al soggetto la procedura da seguire nel caso in cui dovesse verificarsi quello specifico effetto collaterale e l’aggiunta di nuovi effetti collaterali.

Tra le prime novità l’inclusione di “Eventi embolici e trombotici con un focus su trombosi con trombocitopenia”, spiegati in modo dettagliato nella sezione omonima in cui si legge che, seppur raramente, sarebbero stati rilevati in alcuni soggetti a seguito della vaccinazione.

La seconda riguarda gli operatori sanitari, per cui è stata introdotta la seguente specifica: «devono prestare attenzione ai segni e ai sintomi di tromboembolia e/o trombocitopenia. I soggetti vaccinati devono essere istruiti a consultare immediatamente un medico se sviluppano sintomi quali respiro affannoso, dolore toracico, gonfiore alle gambe, dolore addominale persistente dopo la vaccinazione. Inoltre, chiunque manifesti sintomi neurologici tra cui cefalea severa o persistente, visione offuscata dopo la vaccinazione oppure ecchimosi (petecchie) in una sede diversa da quella della vaccinazione dopo alcuni giorni, deve consultare immediatamente un medico».

La terza, e ultima, riguarda l’aggiornamento degli effetti indesiderati. Quello ad essere maggiormente segnalato è stato il dolore nel sito dell’iniezione, seguito da mal di testa, stanchezza, debolezza e febbre, brividi e nausea. Nella maggior parte dei casi queste si sono verificate con più frequenza dopo la prima somministrazione.

Efficacia rilevata
Nonostante la sfiducia propagatasi a seguito dei casi di decessi per coaguli di sangue e trombosi, l’efficacia di Vaxzevria si attesta oggi intro al 60%. La casa farmaceutica ha inoltre ribadito come i benefici superino i rischi.

Vaccino Janssen – Johnson & Johnson

Composizione qualitativa e quantitativa
Si tratta di una fiala multi-dose che contiene 5 dosi da 0,5 mL.

Una dose (0,5 mL) contiene l’adenovirus tipo 26, che codifica la glicoproteina spike SARS-CoV-2* (Ad26.COV2-S), prodotto nella linea cellulare PER.C6 TetR e con la tecnologia del DNA ricombinante, non meno di 8,92 log10 unità infettive (Inf.U). Ogni dose contiene, approssimativamente, 2 mg di etanolo.

Per quanto riguarda la lista di eccipienti dobbiamo fare una distinzione tra la confezione da 10 fiale e quella da 20. Nella prima sono contenuti: 2-idrossipropil-β-ciclodestrina (HBCD); Acido citrico monoidrato; Etanolo; Acido cloridrico; Polisorbato-80; Cloruro di sodio; Idrossido di sodio; Citrato trisodico diidrato; Acqua per iniezioni. Nella seconda sono contenuti gli stessi eccipienti, tranne il citrato trisodico diidrato.

Efficacia rilevata
È stato dimostrato che la sua efficacia si attesta intorno al 67%.

Sicurezza dei vaccini al vaglio dell’OMS
Un’altra questione su cui si è tanto dibattuto è stata la sicurezza dei vaccini.

Questo compito è demandato all’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che ha lavorato con le autorità nazionali di ciascun paese per garantire che i vaccini anti-Covid19 fossero sicuri, efficaci e accessibili.

I vaccini COVID-19 seguono lo stesso iter di approvazione degli altri e che passa per una serie di test, che si sviluppano in più fasi, tra cui ampi studi clinici in cui sono coinvolte migliaia di persone che consentono di identificare e risolvere in anticipo eventuali problemi di sicurezza prima che i vaccini vengano messi in commercio.

Altro tema di discussione è stata la velocità con cui questi vaccini sono stati approvati e la loro affidabilità, messa in dubbio dal fatto di essere stati approvati velocemente. A rispondere a questo dubbio è stata ancora una volta l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha dichiarato: «I test richiesti dalle autorità ed effettuati sui candidati vaccini contro il Sars-Cov-2 sono gli stessi di tutti gli altri farmaci e vaccini già approvati in precedenza. In Europa si è riusciti a velocizzare l’iter grazie alle maggiori risorse a disposizione e adottando un sistema di revisione della documentazione particolare, che prevede di esaminare i risultati delle varie fasi della sperimentazione man mano che arrivano e non in blocco alla fine»

L’OMS è composto da un gruppo di esperti esterno, lo Strategic Advisory Group of Experts on Immunization (SAGE), che si occupa di dare consigli sulle politiche e le strategie globali, che vanno dai vaccini e tecnologia, ricerca e sviluppo, alla fornitura di immunizzazione e ai suoi collegamenti con altri interventi sanitari. Questo comitato si occupa di analizzare i risultati delle sperimentazioni cliniche e raccomanda come debbano essere utilizzati i vaccini. Dopodiché saranno i funzionari dei singoli paesi a decidere se approvare i vaccini per uso nazionale e sviluppare politiche sul loro utilizzo sulla base delle direttive fornite dall’OMS.

Una volta prodotto e introdotto il vaccino, l’OMS si mette in contatto con i suoi produttori, con i funzionari sanitari di ciascun paese e con altri partner per dare il via a operazioni di monitoraggio, al fine di scongiurare eventuali problemi di sicurezza.

I soggetti su cui vigilare maggiormente sono quelli anziani e più fragili, affetti da malattie gravi o da patologie quali diabete, asma, malattie polmonari, epatiche o renali. Gli ampi test condotti su persone di vario sesso, età, etnia e con condizioni di salute differenti, hanno permesso di sviluppare vaccini altamente efficaci, compresi per le categorie di soggetti qui sopra elencate, che rientrano in quelle più a rischio. In ogni caso, prima di sottoporsi alla vaccinazione, è consigliabile rivolgersi al proprio medico.

Coraline Gangai