Sistema energetico in Messico: evoluzioni e riforme

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MESSICO – Messico City 19/08/2013. La nuova riforma energetica proposta al Senato dal Presidente del Messico Enrique Peña Nieto lo scorso 13 agosto, avente come scopo il rafforzamento della presenza dello Stato sulle risorse energetiche attraverso la modifica degli articoli 27 e 28 della Costituzione, rappresenta solo l’ultima fase di un lungo processo di evoluzione e definizione (normativo, amministrativo ed anche tecnologico-scientifico) del settore di uno dei maggiori produttori ed esportatori al mondo di materie prime per la generazione di energia.

Negli anni trenta l’industria petrolifera messicana era quasi completamente nelle mani di compagnie straniere, soprattutto inglesi ed americane, che sfruttavano le risorse naturali del Paese, ma sottopagavano la manodopera locale. Tale stato di cose portò nel 1937 a molteplici scioperi da parte dei lavoratori messicani al fine di ottenere aumenti salariali e  nuovi vantaggi sociali. Il presidente Lazaro Cardenas del Río si schierò a fianco dei lavoratori ed il 18 marzo del 1938 decretò l’espropriazione di beni mobili e immobili di 17 compagnie petrolifere straniere a favore della nazione. Dopo il voto favorevole del congresso, il 7 giugno dello stesso anno fu creata la Pemex (Petróleos Mexicanos), l’azienda petrolifera pubblica messicana. Nel 1942 la stessa Pemex e l’Unione dei lavoratori del petrolio della Repubblica Messicana firmarono il primo contratto collettivo di lavoro.

Tra la seconda metà degli anni quaranta e la prima metà degli anni sessanta si scoprirono nuovi giacimenti di petrolio e di gas, soprattutto nel Nord-Est del Paese, e vennero inaugurate alcune grandi raffinerie quali: la raffineria “18 de Marzo” nel Distretto Federale; la raffineria “Ing. Antonio M. Amor” a Salamanca, nello Stato di Guanajuato; la raffineria “Gral. Lázaro Cárdenas del Río”, a Minatitlán, nello Stato di Veracruz. Nel 1965, inoltre, venne creato l’Istituto messicano del petrolio (IMP), istituzione pubblica decentrata dedicata alla ricerca per lo sfruttamento del petrolio.

Lo Stato centramericano negli anni settanta accrebbe in maniera esponenziale le esportazioni di petrolio. Ciò fu possibile grazie all’enorme produzione dei giacimenti di Cantarell, di Ku-Maloob-Zaap e della la regione petrolifera denominata Mesozoico Chiapas-Tabasco, scoperti rispettivamente nel 1971, nel 1979 e nel 1972. Il complesso offshore di Cantarell, situato in acque poco profonde a 80 km dalla baia di Campeche e comprendente i campi Akal, Nohocj, Chac, Kutz e Sihil, in particolare, nel 2004 arrivò a produrre 2,2 milioni di barili di petrolio al giorno, diventando il secondo più grande produttore mondiale di petrolio dopo il campo di Ghawar in Arabia Saudita. Il record di esportazioni, però, venne raggiunto nel 1986, quando queste furono, in media, di un milione 298 mila barili al giorno. L’anno successivo, inoltre, iniziarono le operazioni di espansione della raffineria “Miguel Hidalgo” a Tula, nello Stato di Hidalgo, inaugurata nel 1976, che quasi raddoppiò la propria produzione giornaliera, passando da 165.000 a 320.000 barili. 

All’inizio degli anni novanta il settore energetico messicano fu interessato da importanti novità sia tecnologiche che normative. Nel 1990 venne messa in vendita la benzina senza piombo “Magna Sin” e nel 1997 a Cantarell fu avviato un progetto per ottimizzare lo sfruttamento del giacimento. Nel 1991 Pemex partecipò con il 5% del proprio capitale sociale alla compagnia petrolifera spagnola Repsol e nel 1992 una nuova legge trasformò la società pubblica in un organo decentrato con quattro aree di intervento: PEMEX Esplorazione e Produzione (PEP), PEMEX Raffinazione (PXR), PEMEX gas e chimica di base (PGPB), Petrolchimica PEMEX (PPQ).

All’inizio del nuovo millennio il Messico diventò il quinto produttore al mondo di petrolio, mentre nel 2005 con una produzione media giornaliera di 3.333.000 barili salì addirittura al terzo posto. Sempre nei primi anni 2000 fu riservata grande attenzione alla ricerca e all’estrazione di gas ed alle problematiche ambientali derivanti dalla trasformazione delle materie prime per la generazione di energia. Testimonianza di ciò furono il “Progetto Burgos”, avviato nel 2001 nel nord del Paese per aumentare la produzione di gas naturale, ed una serie di progetti ambientali realizzati da Pemex al fine della tutela delle acque.

Notevole importanza, poi, ebbe la riforma energetica pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Federazione Messicana il 28 novembre 2008, comprendente sette decreti, che diede ulteriore slancio ad un settore comunque in costante evoluzione ed espansione.

Quest’anno, infine, pochi mesi prima dalla riforma energetica proposta dal Presidente Peña Nieto, il Dipartimento dell’Energia pubblica ha annunciato l’accordo per la scorporazione del complesso petrolchimico ”Pajaritos” di Coatzacoalcos, nello Stato federato di Veracruz, di proprietà della Pemex, per essere venduto alla società Mexichem.