#ISRAELHAMASWAR. Sciopero diffuso per le dimissioni di Bibi. Houti attaccano di nuovo nel Mar Rosso. Pubblicato da Hamas l’ultimo messaggio video dei prigionieri ritrovati a Rafah

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Al di là delle dichiarazioni di Israele ai mediatori di non voler una escalation con Hezbollah non ci sono progressi né sul fronte Libano meridionale né sulla questione dei prigionieri. 

Il 30 agosto la nave americana Trinity, ormeggiata nel porto di Ashdod, ha iniziato a scaricare merci per l’esercito israeliano dopo essere arrivata da Cipro. Secondo fonti israeliane, il segretario militare del primo Ministro israeliano è stato a Mosca nei giorni scorsi per promuovere un accordo sullo scambio di ostaggi con Hamas.

Il ministro degli Esteri israeliano, Yisrael Katz, ha complicato ulteriormente il dialogo minacciando di assassinare Khaled Mashal, già capo del Movimento di Hamas. Restano inoltre le tensioni interne: il primo settembre il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha dichiarato: “Il governo deve convocare immediatamente una riunione per annullare la decisione di Netanyahu di rimanere nell’Asse di Philadelphia, che è il principale ostacolo ai negoziati con la Resistenza”.

Il primo settembre i manifestanti israeliani hanno bloccato l’incrocio di Rehovot, vicino a Tel Aviv, dove si trova il Weizmann Institute of Science, chiedendo l’immediata firma di un accordo di scambio di prigionieri con la Resistenza islamica. La rabbia tra i manifestanti è scoppiata quando si è appreso che 3 dei 6 prigionieri israeliani i cui corpi sono stati trovati a Gaza avrebbero dovuto essere rilasciati nell’ambito di un potenziale accordo di scambio di prigionieri che il primo Ministro israeliano Netanyahu avrebbe bloccato.

Secondo fonti palestinesi i sei prigionieri trovati sono stati giustiziati e abbandonati in un tunnel a Rafah pochi giorni prima che l’esercito israeliano potesse raggiungerli. Nel post si legge: “Come ha detto una volta Hamas, se volete gli ostaggi vivi, negoziate un accordo per porre fine alla guerra e uno scambio di prigionieri. Questi 6 israeliani avrebbero potuto essere riuniti alle loro famiglie, ma Netanyahu ha deciso di prolungare il massacro a Gaza e per questo, caricherà altri israeliani di agonia e dolore per la perdita”.

Il leader dell’opposizione israeliana Yair Lapid ai microfoni ha dichiarato: “Netanyahu e il governo della morte hanno deciso di bloccare il rilascio dei prigionieri. Netanyahu non cerca un accordo con la Resistenza per ragioni politiche e dà priorità alle sue alleanze rispetto al rilascio dei prigionieri”. E ha chiamato i sindacati a scioperare in solidarietà con le famiglie dei rapiti. 

A rispondere il capo dell’Organizzazione generale dei lavoratori in Israele ha annunciato uno sciopero nazionale che ha coinvolto tutte le istituzioni economiche lunedì 2 settembre per spingere a trovare un accordo con la Resistenza. Anche l’aeroporto Ben Gurion ha sospeso le sue operazioni alle 8 del 2 settembre.

Nella sera del 1° settembre decine di migliaia di persone hanno deciso di riunirsi in Begin Street a Tel Aviv, in vista della manifestazione. Allo stesso tempo, migliaia hanno manifestando in tutto il Paese per chiedere il rilascio dei detenuti a Gaza. Nella notte idranti sono stati utilizzati per disperdere i manifestanti a Tel Aviv. Il due settembre si stima che circa mezzo milione di israeliani abbiano protestato in tutto il paese dopo che i corpi di sei ostaggi, tra cui un russo e un americano sono stati scoperti nella Striscia di Gaza. Ci sono stati scontri tra manifestanti e polizia. Decine di persone sono state arrestate e alcune sono rimaste ferite: 29 gli arresti. Chiusi per sciopero: il porto di Haifa; treni fermati dai manifestanti alla fermata Hagana a Tel Aviv; banche, ministeri governativi e una gran parte delle aziende di tecnologia avanzata, più di 200 grandi aziende commerciali, catene di negozi, aziende tecnologiche, hotel, alcune compagnie di autobus, la ferrovia Ghosh Dan, alcuni ospedali hanno aderito allo sciopero. 

La Corte ha ordinato poi la fine dello sciopero alle 14:30. Il presidente dell’Histadrut Arnon Bar-David: “Viviamo in uno stato di diritto e rispettiamo la decisione della corte, quindi chiedo a tutti di tornare al lavoro alle 2:30 del pomeriggio.”

Bezalel Smotrich ministro per le Finanze israeliane ha detto: “La Corte ha accettato la nostra posizione e ha deciso che lo sciopero dell’Histadrut è politico e illegale. L’economia israeliana non può essere danneggiata per servire gli interessi di Sinwar e Hamas.”

Hamas ufficialmente ha ribadito che i sei prigionieri israeliani i cui corpi sono stati trovati dall’esercito israeliano erano stati tutti uccisi nei bombardamenti di Israele: “Se il presidente degli Stati Uniti Joe Biden è preoccupato per la vita dei prigionieri, dovrebbe smettere di offrire supporto finanziario e di armi al nemico israeliano”.

Hamas ha addossato la responsabilità della morte dei prigionieri a Gaza al primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu e al presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

L’Associazione delle famiglie dei prigionieri israeliani a Gaza ha chiesto a Netanyahu di assumersi la responsabilità per i falliti colloqui sullo scambio di prigionieri e per la sua negligenza che ha portato all’uccisione di prigionieri israeliani.

Il 31 agosto gli Houthi hanno dichiarato di aver colpito un’altra nave nel Golfo di Aden. Il British Maritime Trade Centre ha riferito che non sono state registrate vittime specifiche a seguito degli attacchi Houthi.

Il 1° settembre, il sito militare Aviationist riferisce che la portaerei americana Eisenhower è stata sottoposta a una raffica di attacchi da parte di droni, navi da attacco e missili da crociera; ancora riferisce che i cacciatorpedinieri del gruppo portaerei hanno finito i missili a causa dell’intensità degli attacchi, costringendoli a rifornirsi di missili dalle stazioni vicine. Dallo stesso sito si apprende che la fregata tedesca “Hessen” ha subito un destino simile ed ha esaurito il suo arsenale per cercare di intercettare le operazioni yemenite.

Il gruppo Eisenhower ha utilizzato tattiche difensive sviluppate per la guerra nel Pacifico contro la Cina per ridurre la propria esposizione agli attacchi nel Mar Rosso. Dopo nove mesi di servizio di combattimento nel Mar Rosso e nelle acque yemenite, il cacciatorpediniere statunitense DDG 58 Laboon ha attraccato a Norfolk, in Virginia.

Il 2 settembre il Centro britannico per la sicurezza marittima Embry dichiara che una nave commerciale è stata attaccata da un UAV Houthi nel Mar Rosso, senza danni o vittime. Il British Maritime Authority hadichiarato: “Una nave presa di mira da due proiettili sconosciuti e di un’esplosione avvenuta nei pressi, 70 miglia nautiche a nord-ovest di Al-Salif, Yemen”.

Secondo fonti della Resistenza islamica: “Nel loro ultimo attacco alle navi dirette ai porti israeliani, gli yemeniti hanno attaccato una nave con un drone suicida a 50 miglia nautiche a ovest del porto di Hodeidah”.

Ed ora uno sguardo all’aggravamento tra Israele – Hamas – Hezbollah aggiornato alle ore 14:00 del 2 settembre

Il 1° settembre sono stati registrati attacchi aerei segnalati a Taybeh, Odaiseh e Beit Yahoun. La Resistenza islamica in Libano afferma di aver preso di mira il sito “Al-Samaqa” nelle colline libanesi di Kfar Shuba con missili. Le IDF hanno riferito che durante la notte, “l’IAF ha colpito le strutture militari di Hezbollah nelle aree di Yaroun, Ayta ash Shab, Hanine, Tayr Harfa e Blida nel sud del Libano”.

Hezbollah nella giornata del 1° settembre ha rivendicato sei attacchi contro l’esercito israeliano: contro equipaggiamento intelligence nella base di Rwaysat al-Alam; soldati vicino a KfarYuval usando ATGM; soldati vicino alla base di Al-Marj; equipaggiamento intelligence vicino a Hadb Yaroun con un FPV; la base di Jal al-Allam con artiglieria; la base di Ramiah con artiglieria.

Il 2 settembre Hezbollah ha attaccato con missili la Galilea occidentale. Sirene in azione a allerta rossi a Ein Yacov e Ga’aton. Hezbollah ha rilasciato una dichiarazione annunciando di aver attaccato gli insediamenti di Ein Yaakov, Ja’aton e Yehiam in risposta agli attacchi israeliani ai villaggi libanesi e in particolare a Naqoura. Nessuno di questi insediamenti è stato evacuato. Le sirene hanno suonato anche a Mattat, nel nord di Israele.

Nel cuore della Striscia di Gaza, nell’area di Beit Hanon, il generale Barak Hiram ha preso il comando della divisione Gaza dal generale Avi Rosenfeld, che si è dimesso dal suo incarico e dall’IDF a causa del fallimento della campagna del 7 ottobre. I soldati israeliani feriti nelle battaglie nella Striscia di Gaza non hanno ricevuto cure all’ospedale Sheba a causa dello sciopero.

Il comune di Gaza ha emesso il due settembre un comunicato in cui afferma: “Questa mattina, lunedì 2 settembre 2024, Israele ha preso di mira un’auto appartenente alla municipalità di Gaza, che ha portato alla morte del dipendente Jalal Saeed Abu Dayyah (36 anni). Il comune condanna gli attacchi da parte di Israele contro i dipendenti comunali, come quello che hanno portato al martirio del suo dipendente, che stava svolgendo il suo dovere nazionale al servizio dei cittadini di Gaza City. Le Nazioni Unite e le organizzazioni internazionali chiedono un intervento urgente per proteggere i dipendenti comunali che lavorano dall’inizio dell’aggressione per continuare a fornire servizi di base ai cittadini nonostante i rischi di lavorare mentre l’aggressione continua da più di 11 mesi”.

Gli aerei israeliani hanno colpito nel quartiere di Al-Tanour, a est della città di Rafah, a sud della Striscia di Gaza. Rinnovati i bombardamenti dell’artiglieria israeliana sul quartiere di Al-Zaytoun, a sud-est di Gaza City.

Dopo l’operazione nei pressi del checkpoint di Tarqumiyah, a nord-ovest della città di Hebron nella Cisgiordania meridionale, in cui sono morti tre poliziotti israeliani, un gran numero di soldati israeliani ha attaccato la città di Ezna a nord-ovest di Al-Khalil per trovare i responsabili dell’operazione.

Le Saraya Al-Quds – Cisgiordania hanno rivendicato: “I nostri combattenti del Battaglione Tubas hanno effettuato 5 esplosioni di ordigni esplosivi contro soldati e veicoli israeliani. I nostri combattenti del Battaglione Tulkarem hanno effettuato 6 esplosioni di ordigni esplosivi, provocando la morte e il ferimento di militari israeliani. Nella sera del 1 settembre vi è stata la totale interruzione di corrente nel campo di Jenin. I bulldozer israeliani il due settembre distruggono le strade mentre attraversano la zona della rotatoria del cinema nella città di Jenin. Le Brigate Al-Quds – Battaglione Jenin riferiscono di combattimenti a Jenin tra militari israeliani e miliziani alleati ad Hamas. Scontri registrati anche a Hebron. 

Nella mattina del 2 settembre l’esercito chiude la strada 466 vicino all’area “Atarot” nella Cisgiordania centrale e convoca esperti di esplosivi dopo aver sospettato la presenza di un veicolo che trasportava un ordigno esplosivo.

Un’autobomba è stata neutralizzata all’ingresso dell’insediamento di Atart a Binyamin. Non ci sono vittime. La strada di collegamento di Binyamin è chiusa al traffico. L’autobomba conteneva due bombole di gas ed era collegata a un dispositivo di controllo remoto per attivarle, apparentemente per sparare all’auto quando una forza si avvicinava.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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