#ISRAELHAMASWAR. Nessun passo avanti sugli ostaggi. Partita l’operazione Gideon’s Chariots. Libano: Hezbollah e Amal vincono le elezioni in 35 città del sud

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Portavoce della Casa Bianca Caroline Livit: “Il presidente Trump vuole porre fine alla guerra a Gaza.” Trump ha chiesto ad Hamas di rilasciare tutti gli ostaggi. Nel frattempo tra il 17 e il 18 maggio le IDF hanno annunciato di aver avviato le fasi iniziali dell’operazione Gideon’s Chariots in tutta la Striscia di Gaza, nell’ambito della quale aerei, artiglieria e navi da guerra stanno effettuando decine di attacchi contro obiettivi di Hamas in tutta la Striscia di Gaza. L’obiettivo dell’operazione è stabilire il controllo totale israeliano sulla Striscia di Gaza e la completa distruzione di Hamas. Il 18 maggio l’operazione è partita. 

Emmanuel Macron, presidente francese ha dichiarato:” La situazione a Gaza è inaccettabile e non può essere ignorata. Spero di discuterne presto con Netanyahu e Trump. Macron ha evitato di rispondere alla domanda se intende imporre “contro Israele le stesse sanzioni applicate alla Russia” dopo aver criticato le operazioni militari israeliane a Gaza.

Il 19 maggio Channel 12 riferisce che: “La decisione di portare aiuti nella Striscia di Gaza è collegata e fa parte dello stesso processo che ha portato al rilascio di Idan Alexander. Il governo ci aveva precedentemente detto che ciò era stato fatto gratuitamente, grazie solo alle pressioni militari israeliane, ma questo non è corretto. Questi movimenti sono certamente collegati. Gli Stati Uniti stanno adottando misure più ampie, che includono il rilascio di Idan Alexander, ora stanno esercitando pressioni per portare aiuti a Gaza e, naturalmente, cercano di esercitare pressioni per raggiungere un accordo che liberi i prigionieri e metta fine alla guerra”.

Israel Hayom, citando un diplomatico occidentale scrive: “Il piano israeliano di distribuire aiuti tramite una società americana “folle e sconsiderata” è inverosimile sul campo. In nessun caso due milioni di persone a Gaza possono ricevere il loro cibo attraverso quattro o cinque punti di distribuzione. Solo i quattro punti previsti richiederanno di servire 430.000 persone, e non c’è alcuna possibilità che funzioni”.

Il Presidente del Parlamento Muhammad Bagher Qalibaf, al termine del Forum di Dialogo di Teheran, ha affermato che “Israele” è il problema principale della regione ed è al centro delle sue crisi. Israele sta trascinando la regione nel caos. L’Iran vuole un’area sicura, e questo potrà avvenire solo attraverso la formazione di uno Stato palestinese”.

In Libano lo scorso 16 maggio si sono svolte le elezioni amministrative. Alle elezioni comunali di Rayak-Hosh Halla, i candidati cristiani hanno ritirato la loro candidatura per il consiglio comunale di 18 membri, che è solitamente suddiviso tra 10 seggi per i cristiani e 8 per gli sciiti, in base al numero di elettori della città, di cui i cristiani costituiscono due terzi e gli sciiti un terzo. Questo ha portato all’annuncio della vittoria del consiglio comunale per acclamazione, con uno squilibrio nella rappresentanza della comunità cristiana. Almeno 35 città nel Libano meridionale hanno accettato Hezbullah e Amal incondizionatamente e finora non si terranno elezioni in quelle città la prossima settimana per il comune. Una scelta che dimostra fiducia. Potrebbero unirsi altre città e questo sta irritando il primo Ministro libanese e gli stranieri che volevano che Hezbollah perdesse parte della rappresentanza sciita nella Beqaa e nel Libano meridionale.

Nonostante gli sciiti siano una minoranza a Beirut, hanno vinto tutti e tre i seggi assegnati e ottenuto il maggior numero di voti per candidato. Hezbollah a Beirut ha sostenuto una lista unitaria che includeva cristiani, consentendo un consiglio cristiano musulmano al 50%.

Nella social sfera vocino agli sciiti libanesi, si legge: “Invece di partecipare al vertice arabo a Baghdad, il Paese che fornisce l’elettricità al Libano e ha donato 20 milioni di dollari per la ricostruzione, il nostro presidente si è recato in Italia per partecipare all’insediamento del nuovo papa”.

Ed ora uno sguardo agli scenari militari aggiornato alle 17:00 del 19 maggio. Il 16 maggio 15 aerei da guerra dell’aeronautica militare israeliana hanno attaccato e sganciato oltre 30 munizioni su obiettivi Houthi. Diffuso il video di aerei da combattimento in decollo per attacchi nello Yemen. Il 17 maggio in risposta, a una settimana e mezza dopo gli attacchi delle IDF in Yemen, un aereo con a bordo 136 passeggeri atterra all’aeroporto di Sana’a. 

Una fonte della sicurezza israeliana ha dichiarato al canale saudita Al-Arabiya che Israele sta valutando ulteriori opzioni per colpire gli Houthi. Ogni serie di attacchi contro gli Houthi richiede settimane di preparazione, ha affermato. Ha anche affermato che l’accordo di Trump con gli Houthi ha lasciato Israele sbalordito. Per quanto riguarda Gaza, un funzionario della sicurezza israeliano ha affermato che la guerra a Gaza sta per finire perché non abbiamo ancora ottenuto una vittoria completa. Riguardo ai colloqui tra Iran e Stati Uniti, ha affermato: “Stiamo aspettando l’esito dei colloqui e agiremo di conseguenza”.

In Libano non cessano gli attacchi di Israele. Il 16 maggio si è verificata anche una colluttazione tra la popolazione locale e le forze dell’ONU che hanno tentato di entrare in una proprietà privata e di perquisirla. Gli abitanti del posto hanno difeso la loro terra e poi le Nazioni Unite hanno iniziato a sparare sulla gente e a lanciare gas lacrimogeni. L’ONU ha proceduto a rilasciare una dichiarazione affermando che il loro mandato e movimento non includono l’essere sempre accompagnati dall’esercito libanese durante gli spostamenti o le missioni.

Gli Israeliani hanno sparato un proiettile al fosforo tra le case nella città di Aadayseh, nel Libano meridionale; distrutte numerose case prefabbricate ad Aita al-Shaab e in altre città di confine. Il 17 maggio poche ore prima dell’alba, gli israeliani hanno attaccato diverse case prefabbricate ad Aita al-Shaab, tra cui una che fungeva da farmacia. Tutti i farmaci della città sono stati bruciati. Un altro drone ha preso di mira una stanza di una fabbrica di blocchi di cemento, distruggendola.

E ancora: sganciata una bomba su un trattore agricolo nella città di Duhayra; sganciate bombe assordanti sui pescatori di Naqoura; proiettili al fosforo a Markaba, bruciando degli ulivi; sganciata una bomba assordante su un peschereccio a Naqoura; sganciate 3 bombe assordanti su una casa distrutta a Kfarkila

I droni militari MQ-9 statunitensi e francesi continuano a essere attivi 24 ore su 24, 7 giorni su 7 sul Libano, dalla Beqaa a sud. Anche il 18 maggio registrate attività di droni israeliani in Libano. Esplosione seguita da un incendio a Tiro, nel Libano meridionale. Possibile attacco con un drone israeliano contro un’auto al checkpoint dell’esercito libanese a Beit Yahoun

Il 19 maggio, un drone ha sganciato una bomba su una casa a Duhayra, danneggiandola. Un uomo è stato colpito e ferito alla spalla a Kfarkila. Un altro è stato ucciso in un attacco con drone nel cortile della sua casa nella città di Hula. Due uomini sono rimasti feriti nella città di Sarbeen, uno alla guida di una motocicletta e l’altro di un trattore agricolo. L’artiglieria delle IDF prende di mira la periferia della città di Kfar Shuba.

A Gaza continuano i bombardamenti soprattutto nell’area a Est, centro e sud della striscia di Gaza. Secondo Al Jazeera: 71 morti nei raid aerei israeliani sulla Striscia di Gaza, 40 dei quali nel centro e nel sud della Striscia nella giornata del 19 maggio

Feriti a seguito del bombardamento di un’abitazione da parte di un aereo israeliano nel quartiere di Al-Jarn a Jabalia al-Balad, a nord di Gaza. Bombardamento di un’abitazione da parte di aerei di Israele nel quartiere di Al-Jurn a Jabalia al-Balad, a nord della Striscia di Gaza.

Un incidente operativo nella Striscia di Gaza – Spari a vuoto da parte di una forza dell’esercito contro un’altra forza. Almeno un soldato israeliano sarebbe stato ucciso. Gli elicotteri di soccorso hanno evacuato i soldati feriti da Gaza all’ospedale Soroka di Beersheba. Registrati 8 morti e feriti in un attacco aereo israeliano sulla scuola di Al-Huseina, a ovest del campo di Al-Nuseirat, nella Striscia di Gaza centrale. 

Hamas in una dichiarazione scrive: “Israele e la sua leadership hanno subito un nuovo fallimento dopo che una forza speciale israeliana si è infiltrata nella città di Khan Yunis, travestita da donna, e il suo tentativo di rapire il leader delle Brigate di Nasser Salah al-Din, Ahmed Kamal Sarhan, che ha fallito l’operazione ed è stato ucciso negli scontri diretti”. 

Altre Cinque morti di una sola famiglia in un bombardamento di artiglieria israeliana contro un’abitazione nella città di Al-Fakhari, a est di Khan Yunis, nella Striscia di Gaza meridionale. Aerei israeliani lanciano attacchi aerei sui quartieri di Al-Manshiyeh e Al-Hubiyeh nella città di Beit Lahia, a nord della Striscia di Gaza.

Bombardamenti di artiglieria israeliani hanno preso di mira il quartiere di Shuja’iyya, a est di Gaza.

Decine di soldati di Israele hanno preso d’assalto la città di Burqin dalla direzione di Kfar al-Dik, a ovest di Salfit. Il Ministero degli Esteri Palestinese: “Chiediamo un intervento internazionale urgente per fermare l’aggressione dell’occupazione sulla Striscia di Gaza e sulle città di Kfar al-Dik e Burqin, a ovest di Salfit”. Le IDF assaltano il villaggio di Tel, a ovest di Nablus.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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