SERBIA. Arriva il sistema di difesa missilistico cinese FK-3

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Per la prima volta il sistema di difesa missilistica antiaereo FK-3, acquistato dalla Cina dal governo serbo, è stato mostrato nel corso di un’esercitazione militare nei pressi di Belgrado.

Lo scorso aprile il presidente serbo Aleskandar Vučić aveva confermato l’arrivo del sistema, il cui acquisto era stato concordato con Pechino nel 2019. Già tre anni fa la notizia aveva provocato una reazione da parte degli Stati Uniti: secondo Washington, se vuole davvero ambire a una prospettiva di integrazione europea e a rafforzare la collaborazione con i partner occidentali, la Serbia non può prescindere da un adeguamento dell’equipaggiamento militare agli standard occidentali.

Ora, con il crescere dell’ambiguità della posizione serba di fronte alla guerra in Ucraina, l’arrivo del sistema di difesa da Pechino compromette ancora di più il rapporto di Belgrado con Bruxelles e Washington.

Tra i paesi di area balcanica, la Serbia è al primo posto per quanto riguarda gli stanziamenti per le spese militari. Recentemente il governo ha anche optato per un riequilibrio del bilancio di stato, per favorire un aumento delle spese militari del 44% rispetto a quanto inizialmente stabilito.

La presenza cinese in Serbia è particolarmente stabile, con una forte politica di investimenti. Questo non ha finora impedito a Belgrado di poter ambire almeno a parole all’avvio di un dialogo con Bruxelles per una prospettiva di ingresso in Unione europea.

Pechino finora si è soltanto limitata a sottolineare che la consegna del sistema FK-3 era stata stabilita ancora tre anni fa, e che comunque l’arrivo dell’equipaggiamento non riguarda le tensioni dovute alla guerra in Ucraina. Secondo il portavoce del Ministero degli Esteri cinese si tratterebbe di una regolare fornitura, eppure il fatto che ora la partnership con Pechino riguardi anche le politiche di difesa del paese ancora più in difficoltà il rapporto della Serbia con l’Ue.

Carlo Comensoli