#ISRAELHAMASWAR. La “Questione Israele-Hamas” è immersa nelle contraddizioni politiche internazionali

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Dalla Turchia lamentano che l’esercito israeliano ha distrutto i monumenti in Palestina: distrutto un monumento a Gaza dedicato alla Freedom Flotilla e ai marinai turchi uccisi. Il monumento è stato demolito poco dopo che un ente di beneficenza turco aveva annunciato l’intenzione di inviare una nuova “flottiglia della libertà” nell’enclave palestinese assediata.

La tragedia della carovana umanitaria “Freedom Flotilla”, di cui faceva parte la nave “Mavi Marmara” diretta nella Striscia di Gaza, è avvenuta il 31 maggio 2010. I commando israeliani intercettarono la flottiglia nelle acque internazionali del Mar Mediterraneo e aprirono il fuoco sui passeggeri della nave. Di conseguenza, nove attivisti turchi rimasero uccisi. Il monumento era stato eretto a Gaza in memoria delle vittime della tragedia.

L’ONU avverte che con la pioggia e il freddo, le condizioni in cui vivono i rifugiati dal nord di Gaza al sud, stanno peggiorando a causa della mancanza di aiuti e dei continui attacchi israeliani. Sono oramai più dii 11.000 i morti censiti nella guerra in corso tra Israele e Hamas nella Striscia di Gaza, ma molti altri potrebbero morire a causa di disidratazione e malattie trasmesse dall’acqua.

In Israele, la Israel Construction Association ha invitato la coalizione di governo guidata da Netanyahu ad accelerare il processo di attrazione di lavoratori dall’India per occupare i posti di lavoro lasciati vacanti dai lavoratori sfollati.

A livello politico internazionale dieci diplomatici francesi hanno criticato la posizione filo-israeliana del presidente Emmanuel Macron sulla guerra nella Striscia di Gaza. Il quotidiano Le Figaro ha riferito che circa una dozzina di diplomatici francesi in servizio in Medio Oriente e nella regione del Maghreb hanno inviato una lettera al ministero degli Esteri criticando il sostegno “distorto” di Israele a Israele alla luce degli eventi in corso nella Striscia di Gaza. Va osservato che la crisi di fiducia tra la Francia e il Medio Oriente ha raggiunto un livello “pericoloso” e rischia di diventare permanente.

Il Parlamento norvegese ha approvato una risoluzione in cui chiede al governo di essere pronto a riconoscere uno Stato palestinese indipendente. La dichiarazione adottata a stragrande maggioranza dei voti in parlamento apre la strada al pieno riconoscimento della Palestina come proprio Stato, ma non adesso, ma quando questa decisione potrà avere un impatto positivo sul processo di pace. Ad oggi, diversi paesi hanno già accettato il riconoscimento legale di uno Stato palestinese. Tra questi c’erano Islanda, Svezia, Polonia, Repubblica Ceca e Romania.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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