#ISRAELHAMASWAR. Katz: abbiamo distrutto Hezbollah. 70 missili dal Libano colpiscono la periferia di Haifa, si intensificano i lanci dallo Yemen contro Israele. IDF: allargata la zona umanitaria a Gaza

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Jake Sullivan, consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti: “Hamas, non Israele, è ora l’ostacolo al cessate il fuoco nella Striscia di Gaza”. Nella giornata dell’11 di novembre l’inviato statunitense Amos Hochstein è arrivato a Tel Aviv.

La Compagnia Checkpoint ha spiegato che il guasto dei terminali di pagamento in Israele è il risultato di un attacco informatico iraniano. Il nuovo ministro per la Difesa israeliana, Israel Katz riferisce che: “Israele ha sconfitto Hezbollah” questo nonostante i coloni siano ancora nei rifugi e Hezbollah continui a bombardare Israele. 

Inoltre tra le dichiarazioni si segnala quella del 10 novembre del primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu che ha riconosciuto per la prima volta il coinvolgimento del Paese nell’operazione “cercapersone” in Libano, confermando di aver approvato l’attacco di settembre al movimento libanese Hezbollah in cui centinaia di dispositivi di comunicazione sono esplosi in tutto il Libano, ha detto un portavoce israeliano.

Channel 11 conferma che Tel Aviv amplierà le sue operazioni militari in Libano. “Saranno coinvolte migliaia di truppe aggiuntive e si addentreranno molto più in profondità nel Libano”.

L’autorità marittima del Regno Unito l’8 novembre ha ricevuto una segnalazione secondo cui una nave ha avvistato da 9 a 15 imbarcazioni a 53 miglia nautiche a sud-ovest di Aden, nello Yemen, che cercavano di attaccarla. Dallo Yemen nei giorni scorsi sono arrivate immagini delle unità militari in addestramento con simulazioni di combattimento a Gaza e in Libano. 

I media statali sauditi hanno riferito che due soldati della coalizione guidata dall’Arabia Saudita sono stati uccisi in un attacco nello Yemen. Secondo le notizie, l’aggressore era “collegato” al ministero della Difesa yemenita. Nella giornata dell’11 di novembre la testata Al Masirah riferisce che l’esercito saudita ha preso di mira:con colpi di artiglieria varie aree del distretto di confine di Razih. La sera prima aerei da guerra statunitensi hanno effettuato diversi attacchi contro depositi di armi Houthi nello Yemen. 

Sempre l’11 novembre in una dichiarazione delle forze armate yemenite, queste rivendicano attacco contro la base “Nahal Sorek” a sud-est di Giaffa, Israele, con un missile balistico ipersonico “Palestina 2”. E di nuovo si registra un attacco aereo americano e britannico sullo Yemen, secondo la testata al-Mayadeen: “i combattenti americani e britannici hanno effettuato 7 attacchi aerei sulla provincia di Imran e 2 attacchi aerei sulla provincia di Saada nello Yemen settentrionale”.

Hamas ha offerto a Fatah la piena gestione di Gaza, compresi i valichi e la sicurezza, ma Hamas non ha ancora ricevuto risposta, fonte al-Arabiya, media statale saudita. Secondo Channel 10 Mohammed Sinwar, fratello di Yahya Sinwar, è stato ucciso l’11 novembre. 

Il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina ha sottolineato l’11 novembre che “il diritto del nostro popolo a fondare il proprio Stato non può essere scambiato con il crimine di genocidio”.

Il Fronte Popolare ha dichiarato in un comunicato: “Affermiamo che le decisioni e i movimenti emessi dai fori arabi e islamici, dall’inizio dell’occupazione e dalle intense campagne di aggressione, non sono altro che un’estensione della linea di resa di fronte all’occupazione. e le forze di aggressione.

Ha aggiunto: “Affermiamo che il popolo palestinese è colui che decide il proprio destino, la forma della gestione della propria vita e i requisiti della sua fermezza nella battaglia in corso contro l’occupazione sionista, e che quei regimi che scommettono sulla tutela della Palestina e del suo popolo a beneficio dell’entità sionista perderanno le loro scommesse”. Il riferimento è anche a quanto sta accadendo in Arabia Saudita. 

A Riad l’11 di novembre è stato lanciato il vertice straordinario arabo-islamico. Il primo Ministro libanese Najib Mikati: “Chiediamo sostegno alla posizione del Libano secondo cui occorre fermare l’aggressione israeliana. Sottolineiamo la priorità di fermare l’aggressione israeliana contro il Libano e raggiungere un cessate il fuoco”. 

Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman: “Questo vertice è un’estensione del vertice precedente che ha discusso dell’aggressione contro Gaza e il Libano. Il Regno condanna e respinge l’aggressione e sostiene il popolo palestinese nell’ottenimento dei pieni diritti; rinnoviamo il nostro rifiuto categorico del genocidio commesso da Israele nella Striscia di Gaza; denunciamo il fatto di impedire all’UNRWA di fornire i suoi servizi nei territori palestinesi e di ostacolare il lavoro delle organizzazioni umanitarie; condanniamo le operazioni militari contro il territorio del Libano e respingiamo la violazione della sua sovranità; respingiamo gli attacchi israeliani sul territorio iraniano”.

Il segretario Generale della Lega degli Stati arabi, Ahmed Aboul Gheit: “Le parole non bastano più per ciò che sta sopportando il popolo palestinese”. “Ciò che sta facendo Israele sta distruggendo il futuro della coesistenza e della pace nella regione”. “Ciò che serve ora è un cessate il fuoco in Libano”. 

L’UE chiede un cessate il fuoco immediato in Libano. L’Egitto si è offerto di addestrare le forze di sicurezza di Gaza sul suo territorio per operare nella Striscia post-Hamas, e gli Stati Uniti hanno approvato il piano, con l’approvazione di Tel Aviv ora attesa.

Ed ora uno sguardo alla linea del fronte aggiornato alle ore 15:30 dell’11 novembre.

L’aeronautica israeliana, a partire dall’8 novembre, ha colpito un’area di Damasco in cui sono attivi Hezbollah ed elementi filo-iraniani, le vittime sarebbero salite a nove, riferisce la stazione radio filogovernativa Sham FM. Nella giornata dell’11 novembre Israele attacca un convoglio vicino a Homs, nella Siria occidentale. Per Israele si tratta di armi per Hezbollah, per la Siria si tratta di convoglio umanitario. Sempre l’11 novembre la resistenza islamica ha postato video dell’attacco con missili “Malak 1” al sito “Avital” dell’esercito israeliano nel Golan. 

Nei giorni 8-9-10-11, numerosi gli attacchi di Israele nella città del quartier generale di Hezbollah: Tiro. Hezbollah ha risposto sparando un missile teleguidato, contro un mezzo di trasporto truppe israeliana nelle vicinanze della città di Kafr Kila. Secondo Hezbollah vi sarebbero morti e feriti. In Libano è stato segnalato un attacco aereo israeliano sulla città di Sur. Secondo i media libanesi si registrano distruzioni diffuse e un gran numero di morti e feriti, nel fine settimana attacchi aerei sul quartiere Daahiya a Beirut. Hezbollah ha risposto sparando contro un raduno di forze israeliane a est della città di Maroun al-Ras usando droni suicida.

Per quanto riguarda Israele nord le città sotto tiro da parte della resistenza islamica anche per il fine settimana sono state: Nahariya, Kiryat Shmona, Misgav Am, insediamento di Margaliot contro militari, insediamento di Manara, contro un raduno di forze armate israeliane nell’insediamento di Dovev con una salva di razzi. 

E ancora presa di mira la base aerea di Tel Nof, a sud di Tel Aviv, con razzi. Colpita la base di addestramento per la Brigata Paracadutisti nell’insediamento di Karmiel, con salva di missili. Rivendicazione della resistenza islamica. Ci sono stati dei feriti. Allarme rosso udito a Beit Shemesh, Kiryat Arba, Hevron Jewish Settlement, Har Hevron, Mateh Yehuda, Yoav, Lakhish, Gush Etzion

L’IDF afferma che le sirene sono state attivate dopo che un razzo è stato lanciato dallo Yemen verso Israele. Affermano che non è entrato in territorio israeliano. Un lancio fermato dall’IDF proveniva dall’area del Mar Morto.

Nella giornata dell’11 novembre, le sirene hanno suonato a Neot Mordechai, nord di Israele a Beit Shemesh e nelle aree circostanti, Israele centrale. E ancora a Shfelat Yehuda, Yehuda e Lakhish, nel centro di Israele, a causa di un proiettile che ha attraversato Israele da est. I dettagli sono in fase di revisione. Anche nella giornata dell’11 proiettili intercettati dall’IDF provenivano dallo Yemen. 

Sirene udite a Avivim, nell’Alta Galilea, Yiftah nella mattinata dell’11 novembre l’IDF 50 proiettili che attraversavano il Libano verso il territorio israeliano. Alcuni dei proiettili sono stati intercettati e altri sono caduti nell’area. Nel pomeriggio le sirene hanno suonato a Malkia a Margaliot a “Ma’alot-Tarshiha”, Nahariya. La Resistenza Islamica rivendica nel pomeriggio un attacco con uno sciame di droni contro un raduno di forze israeliane nell’insediamento di “Avivim”. Infine segnalato attacco di Hezbollah su larga scala su Kiryat Yam vicino ad Haifa ha causato vari impatti e una distruzione diffusa nell’insediamento

Le sirene hanno suonato nei villaggi a nord di Haifa come Kiryat Bialik, Kiryat Ata arrivi a Nahariya, Acri, Al-Karyut e Haifa. Secondo le IDF sarebbero stati 70 i missili lanciati dal Libano

L’IDF afferma in un comunicato di aver ampliato l’area umanitaria a Gaza che ora include: ospedali da campo istituiti dall’inizio della guerra, complessi di tende, forniture per rifugi e scorte di cibo, acqua, medicine e attrezzature mediche. Ciò è stato coordinato da COGAT in collaborazione con la comunità internazionale.

Le Brigate Al-Qassam, insieme alle Brigate Omar Al-Qassim, rivendicano attacco con colpi di mortaio a sud-est del quartiere Shujaiya nella città di Gaza. Sempre le Brigate Al-Qassam: rivendicano stacco contro mezzo da trasporto di truppe di occupazione con un proiettile “Tandum” vicino alla moschea Al-Amin Muhammad, a est del campo di Jabalia, a nord della Striscia di Gaza.

Nel pomeriggio si registra un raid israeliano nelle vicinanze dell’ospedale battista nella città di Gaza sarebbe stato colpito un mercato, Omar Al-Mukhtar, a est della città di Gaza

In Cisgiordania nel fine settimana scontri con le forze di israeliane dopo aver preso d’assalto la città di Osrin, a est di Nablus, arresti di diversi giovani nel quartiere di Tabqa, nella città di Dura, a sud di Hebron da parte delle forze israeliane.

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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