#ISRAELHAMASWAR. In stallo i negoziati. Scontri a Gaza. Houthi colpiscono una nave: 3 morti persi i contatti con il resto dell’equipaggio

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I negoziati tra Israele e Hamas sono per usare un eufemismo in stallo. E l’avvicinarsi del Ramadan non porta buone novelle. Nella giornata del 6 marzo un comunicato stampa rilasciato da Hamas affermava: “Il movimento Hamas ha mostrato la necessaria flessibilità con l’obiettivo di raggiungere un accordo che richieda una cessazione globale dell’aggressione contro il nostro popolo, ma l’occupazione continua a sottrarsi ai diritti di questo accordo, in particolare ciò che prevede un cessate il fuoco permanente, il ritorno degli sfollati, ritiro dalla Striscia di Gaza e provvedere ai bisogni della nostra gente”.

E ancora hanno riferito: “Il movimento continuerà a negoziare attraverso i fratelli mediatori per raggiungere un accordo che soddisfi le richieste e gli interessi del nostro popolo.”

Il giornale israeliano Haaretz citando fonti di Hamas ha riferito: “I colloqui sono sull’orlo del collasso e Israele non risponde alle nostre richieste fondamentali”. 

A fare eco a queste parole quelle del Leader della resistenza palestinese alla testata vicino ad Hezbollah, Al-Mayadeen: “I negoziati sono arrivati ​​a un punto di svolta pericoloso che mette a rischio la possibilità del loro successo e del raggiungimento di un accordo definitivo. Dopo cicli di dialogo al Cairo con la partecipazione delle delegazioni egiziana e del Qatar, il movimento Hamas ha acquisito la certezza che l’occupazione non darà risposte chiare alle principali questioni richieste. Le principali richieste di Hamas, che non sono cambiate, sono il cessate il fuoco, il ritiro completo dalla Striscia di Gaza e il ritorno degli sfollati È chiaro che i mediatori hanno cercato di rassicurare Hamas sul fatto che le sue richieste erano accettabili per la parte israeliana, ma Hamas vuole che questo sia stabilito nell’accordo e non solo garanzie verbali. Riguardo alla questione del ritiro, Hamas conferma che l’accordo è poco chiaro e ambiguo”. 

A quanto si apprende dalla testata, Israele propone che il ritiro avvenga a est della Striscia di Gaza senza specificare i luoghi, e Hamas chiede che ciò avvenga attraverso mappe chiare.

Secondo il Wall Street Journal: “I dettagli e il meccanismo del ritorno al nord della Striscia di Gaza sono l’unica questione in sospeso nei negoziati di tregua, mentre Qatar, Egitto e Stati Uniti stanno esercitando forti pressioni per completare l’accordo”.

Sempre Hamas nella giornata del 6 di marzo ha lamentato che: “L’annuncio odierno da parte delle autorità nemiche dell’approvazione alla costruzione di circa 3.500 nuovi insediamenti a sud della città di Gerusalemme è la conferma del piano sionista volto a controllare la nostra terra. Non esiste alcuna base legittima o legale per dichiarare il nemico, ed è un messaggio di sfida e incoscienza da parte dell’entità sionista alla comunità internazionale. Chiediamo alle Nazioni Unite e alle parti interessate di adottare misure punitive contro questa entità criminale e i suoi leader nazisti, e mettiamo in guardia dal rimanere in silenzio sulle loro violazioni”.

Il ministero degli Esteri giordano in merito alla questione ha dichiarato: “Condanniamo il proseguimento da parte di Israele dei suoi piani di insediamento volti a cambiare la situazione storica e giuridica nei territori palestinesi occupati”.

Si scalda il confine nord con il Libano, il ministro della Difesa israeliano Yoaev Gallant ha detto: “Non voglio che combattiamo nel nord, ma Hezbollah ci sta portando a un punto decisivo”. 

Sempre nella giornata del 6 marzo si apprende dall’israeliano Channel 14 che un “colono è stato ferito in un attacco con accoltellamento a Gerusalemme”. La polizia israeliana ha annunciato l’arresto dell’accoltellatore nell’insediamento di Nabi Yaqoub a Gerusalemme. 

Nella sera del 5 marzo gli aerei americani effettuano nuovi attacchi sulle posizioni Houthi nella zona di Hodeidah. In risposta gli Houthi affermano di aver colpito due cacciatorpediniere statunitensi in un attacco con droni e missili sul Mar Rosso.

Nella giornata del 6 febbraio il British Maritime Trade Center ha segnalato un attacco nel Golfo di Aden. La compagnia di sicurezza navale britannica Embry ha detto che gli Houthi hanno esortato la nave portacontainer americana a tornare indietro e tornare verso est. È stato anche riferito che dopo che la nave si è girata, accanto ad essa è stata registrata un’esplosione. L’incidente è avvenuto a 54 – 57 miglia nautiche a sud-ovest di Aden, nello Yemen.

Secondo l’agenzia Reuters, 3 marinai della nave mercantile presa di mira sono scomparsi a Bab al-Mandab e 4 hanno riportato ustioni. Il proprietario della nave ha dichiarato: “Abbiamo perso i contatti con 20 membri dell’equipaggio della nave e 3 guardie armate”. La notizia sarebbe confermata anche da Al Jazeera che cita funzionari americani. “Siamo a conoscenza di segnalazioni di morti e feriti da parte dell’equipaggio di una nave attaccata al largo della costa di Aden. La nave attaccata al largo di Aden è di proprietà di una compagnia liberiana”. 

Ed ora uno sguardo alla situazione tra Israele e Hamas

Secondo il corrispondente di Al Jazeera: Un’esplosione è avvenuta nello spazio aereo del Golan sotto il controllo di Israele. 

Anche la giornata del 6 marzo ha registrato reciproci attacchi nel sud del Libano e nord di Israele tra IDF e Hezbollah e alleati. La resistenza islamica in Libano ha rivendicato attacco al sito “Zabdin” nelle fattorie libanesi di Shebaa con armi missilistiche. L’esercito israeliano ha parlato di raid su una piattaforma missilistica Hezbollah a Taybeh utilizzata per bombardare Kiryat Shmona. E ancora un raid israeliano nei pressi della città di Yater, nel sud del Libano. In risposta la Resistenza islamica in Libano ha preso di mira il sito sionista “Ruwaisat Al-Alam” sulle colline libanesi di Kafr Shuba con armi missilistiche. Secondo i media israeliani: “Un drone è esploso nell’insediamento affacciato sul confine con il Libano”. Colpito l’insediamento di Metulla. 

Scontri tra uomini di Hamas e esercito israeliano a est di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza. Israele ha risposto con un bombardamento aereo. La al Quds hanno mostrato on line uso di artiglieria contro esercito israeliano nel nord della Striscia di Gaza.

Sette palestinesi sono stati uccisi e altri feriti da proiettili israeliani nel centro della Striscia di Gaza. L’esercito israeliano ha aperto il fuoco su gruppi di cittadini palestinesi vicino al ponte Wadi Gaza, nel centro della Striscia di Gaza, uccidendone sette e ferendone altri. I palestinesi stavano andando verso la riva del mare per cerare di prelevare i pacchi di aiuti sulla spiaggia. 

Le Brigate Al-Quds rivendicano bombardamento su uomini e mezzi israeliani con colpi di mortaio Khan Yunis, a sud della Striscia di Gaza scontri registrati anche a Al-Zaytoun. Imboscata dalle Brigate Al-Qassam ad Al-Qarara contro uomini dell’esercito israeliano due soldati sequestrati area nord-est di Khan Yunis.

L’IDF in un comunicato stampa ha affermato che la Brigata Commando, insieme all’Agenzia per la sicurezza israeliana (ISA), ha fatto irruzione nelle infrastrutture nelle “Torri di Hamad”, arrestato gli uomini di Hamas e localizzato armi. Le forze della 98a Divisione continuano le operazioni nell’area Hamad di Khan Yunis

I soldati delle unità Maglan ed Egoz della Brigata Commando, in collaborazione con Shayetet 13, sono arrivati di nascosto nell’area e hanno iniziato a spostarsi di edificio in edificio insieme ai coordinatori ISA attraverso le infrastrutture terroristiche nelle “Torri Hamad”, che sono importanti edifici a più piani nell’area utilizzata da Hamas.

I soldati hanno arrestato molti uomini di Hamas che si sono arresi, tra cui il comandante di una cellula di cecchini di Hamas e due comandanti di squadre di Hamas. Inoltre, i soldati hanno rinvenuto numerose armi, tra cui fucili Kalashnikov, granate, giubbotti, esplosivi, munizioni, kit esplosivi e sistemi di immersione a circuito chiuso destinati ad uso militare e terroristico.

Le squadre di combattimento della 7a Brigata e della Brigata Givati stanno isolando le infrastrutture di Hamas e alleati nell’area e stanno operando in altre località. La 7a Brigata, in collaborazione con l’Unità 504 e l’ISA, ha finora arrestato fino a 250 uomini di Hamas e del Jihad islamico. Alcuni degli arrestati hanno partecipato al massacro del 7 ottobre e alcuni sono delle forze Nukhba. 

In Cisgiordania si registrano scontri e arresti. Un giovane è stato ferito da proiettili durante gli scontri con le forze israeliane nella città di Sebastia a Nablus, raid nella città di Arraba, distretto di Jenin. 

Antonio Albanese e Graziella Giangiulio

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