Secondo Haaretz: “Netanyahu ha detto che Israele è pronto a fare concessioni per concludere un nuovo accordo sui prigionieri”. La Reuters ha riferito che “Israele e il movimento Hamas hanno ampiamente concordato, in linea di principio, sulla possibilità di scambiare detenuti israeliani con prigionieri palestinesi durante una tregua di un mese”. Fonti interne israeliane nel pomeriggio del 24 gennaio hanno detto che non ci sono stati effettivi progressi.
Il giornale Maariv riferisce che durante la sessione del mini-consiglio di sicurezza con i capi degli insediamenti del nord, è stato presentato al primo Ministro Netanyahu un rapporto in cui si afferma chiaramente che i coloni nella Galilea orientale non intendono tornare alle loro case finché non sarà garantita la completa sicurezza raggiunti nella regione.
L’ex sindaco di Kiryat Shmona, Bruce Ezran, ha confermato che ad essere scoraggiato nel nord è “Israele”, non Hezbollah. Parlando a Channel 12, ha detto che «coloro che negoziano ci dicono che esiste una soluzione politica che aiuterà a migliorare la situazione, ma la situazione è in realtà diversa», secondo Ezran, «poiché la soluzione trovata non è stata implementata e non viene implementato nulla. Vogliono concludere un contratto politico con Hezbollah e vogliono farci credere questo».
Secondo il New York Times: “Tel Aviv vuole demolire gli edifici vicino al confine con la Striscia di Gaza per creare una zona cuscinetto di sicurezza profonda un chilometro lungo il confine con la Striscia”. Mentre il Wall Street Journal, scrive che Israele ha detto a Washington che amplierà le sue operazioni in Libano e ha chiesto più munizioni e sostegno.
Il ministro degli Esteri britannico David Cameron è andato in Israele e all’Autorità Palestinese e ha poi proseguito il suo viaggio in Qatar e Turchia.
Il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov in un’intervista alla CBS ha detto che «Gli Stati Uniti devono aderire alla soluzione del Medio Oriente come un partecipante onesto che garantisce gli interessi del popolo palestinese. Lavrov ha consigliato a Joe Biden di fermare le ostilità e di non bloccare la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU per risolvere il conflitto in Medio Oriente. La Federazione Russa chiede a Israele di fermare le uccisioni politiche dopo il fallimento di diversi obiettivi IRGC a Damasco». In merito alle questioni delle relazioni con la Corea del Nord e alla domanda se la Corea del Nord condivida armi con la Russia in cambio di tecnologia ha risposto: «La Federazione Russa nei rapporti con la RPDC non viola alcuna norma del diritto internazionale».
Il Pentagono ha riferito che di aver disatrutto 25 lanciamissili e 20 missili nello Yemen. L’ammiraglio americano, James Starvidis, ex Saceur Nato, si è chiesto come mai gli Houthi non tocchino le navi russe. Inoltre il Financial Times, riferisce che negli ultimi mesi gli Stati Uniti hanno chiesto più volte alla Cina di contribuire a fermare la minaccia Houthi nel Mar Rosso, ma non hanno ricevuto una vera risposta.
Il British Maritime Trade Center ha segnalato un attacco ad una nave nel Golfo di Aden, a circa 45 miglia nautiche dalla città di Aden. Stessa notizia arriva dalla Marina britannica che ha segnalato un attacco da parte di ignoti su una nave a 45 miglia nautiche da Aden, nello Yemen.
La nave colpita sarebbe una nave portarinfuse greca Zografia. Colpito da un missile antinave che ha attraversato la nave mercantile. L’equipaggio della nave non è rimasto ferito.
Nel frattempo Ansar Allah ha concesso al personale delle Nazioni Unite con cittadinanza statunitense e britannica un mese per lasciare le aree sotto il suo controllo nello Yemen, secondo quanto riporta Al Mayadeen. Gli Houthi hanno chiarito che l’organizzazione internazionale non dovrebbe coinvolgere persone con cittadinanza americana o britannica nei territori sotto il controllo di Ansar Allah.
Ora a preoccupare sono le dichiarazioni del Segretario Generale delle Brigate “Maestri dei Martiri, Sadat al Shuhada”: «Mentre gli americani riprendono a prendere di mira le nostre forze, i nostri mujaheddin hanno iniziato la seconda fase delle loro operazioni che comprende l’applicazione del blocco alla navigazione marittima delle navi di Israele nel Mar Mediterraneo e la rimozione dal servizio dei porti di Israele». Nel post della Brigata si legge: “Le nostre operazioni continueranno fino a quando l’ingiusto assedio di Gaza non sarà revocato e gli orribili massacri di Israele contro il suo popolo non saranno fermati”. Lo sguardo è puntato all’eventuale appoggio che le milizie anche vicino ad Al Qaeda potrebbero avere in Marocco e Algeria.
Alle 16:32 ore italiana segnalato un altro incidente marittimo dalla British Maritime Trade Operations Authority: “Una nave ha segnalato un’esplosione a circa 100 metri di distanza vicino a Mokha, Yemen”. Due navi battenti bandiera americana si allontanano dallo stretto di Bab al-Mandab dopo che nelle loro vicinanze sono avvenute delle esplosioni.
Hamas lamenta che l’attacco deliberato e continuo agli ospedali è un crimine di guerra che avviene in audio e video davanti al mondo intero e con il sostegno dell’amministrazione americana: “Chiediamo alle Nazioni Unite e alle sue istituzioni di agire e di assumersi le proprie responsabilità nei confronti della brutale guerra sionista contro gli ospedali di Gaza”. “Chiediamo al mondo di pensare all’era post-israeliana”.
Ed ora uno sguardo all’aggravamento alla linea del fronte aggiornato alle 17:00.
Per il Jerusalem Post: “Israele non può ottenere a livello strategico più risultati di quelli che ha già ottenuto”. Nel frattempo la rete social afferente ad Hamas ha postato video delle brigate che attaccano l’IDF nella Striscia di Gaza, comprese barche con lanciarazzi chiamate Sair, che utilizzano razzi non guidati di tipo S-5 da 57 mm di fabbricazione sovietica.
A Gaza nord, le Brigate Al-Quds stanno cercando di limitare l’avanzata di Israele attaccando nella zona di Jabal Al-Rayes, a est di Jabalia. Sostengono di aver bombardato la linea di rifornimento e il movimento dei veicoli nemici sionisti con una raffica di colpi di mortaio a est di Jabalia.
Ancora scontri registrati a Gaza centro a est del campo profughi di Bureij, nel centro della Striscia di Gaza. E ancora a est del campo di Maghazi attacchi contro i carri armati israeliani. In generale si registrano scontri a est del campo di Maghazi.
A Gaza sud account delle Forze del martire Omar Al-Qasima affermano: “Siamo impegnati in violenti scontri a ovest di Khan Yunis e abbiamo lanciato un proiettile R.P.G contro le forze di occupazione”. Bombardamenti israeliani hanno colpito diverse zone di Khan Yunis. Le Brigate dei Martiri di Al-Aqsa parlano di scontri con mitragliatrici nell’asse Al-Taqaddum, “nel quartiere austriaco”, a ovest della città di Khan Yunis. Secondo l’UNRWA: “I combattimenti si stanno intensificando a Khan Yunis e un centro di formazione dell’Agenzia che ospita 10.000 sfollati è stato appena bombardato, gli edifici hanno preso fuoco e ci sono numerose vittime”.
Israele ha cominciato ha bombardare la così detta linea Filadelfia, a Rafah sulla social sfera sono emersi video della conseguenza dei bombardamenti
Si registrano arresti in Cisgiordania e scambi di banco di razzi tra Israele nord e Libano sud.
Antonio Albanese e Graziella Giangiulio