USA. Nuova vendita di missili a Taiwan. Pechino li accusa di interferenza negli affari interni

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Il governo statunitense ha approvato la vendita di nuove armi a Taiwan per un valore di 619 milioni di dollari. Il Dipartimento di Stato ha appoggiato il documento. L’esercito di Taiwan riceverà 200 missili aria-aria AMRAAM e 100 missili AGM-88B HARM, in grado di colpire obiettivi a terra. Le grandi aziende di armi Raytheon Technologies e Lockheed Martin saranno i principali appaltatori delle forniture.

Il ministero della Difesa di Taiwan ha dichiarato che i missili contribuiranno a «difendere efficacemente lo spazio aereo dalle minacce e dalle provocazioni delle forze armate comuniste» e a rafforzare le capacità di difesa del Paese.

Il ministero degli Esteri cinese ha dichiarato che gli Stati Uniti dovrebbero interrompere la vendita di armi e i contatti militari con Taiwan. Alla fine di febbraio, gli aerei della RPC hanno effettuato diverse manovre intorno all’isola, entrando nel raggio d’azione delle difese aeree di Taiwan.

In realtà la Cina ha fatto di più ha chiesto formalmente agli Stati Uniti di interrompere qualsiasi trasferimento di armi a Taiwan. Tang Kefei, portavoce del ministero della Difesa nazionale, ha affermato che la RPC è estremamente contraria alla vendita di armi a Taiwan, poiché si tratta di una grave interferenza negli affari interni del paese. L’importo di un potenziale accordo sulle armi tra Stati Uniti e Taiwan potrebbe essere di 600 milioni di dollari.

«Gli Stati Uniti interferiscono gravemente negli affari interni della Cina, violano gravemente il principio di una sola Cina e i tre comunicati congiunti sino-statunitensi, in particolare il comunicato del 17 agosto, danneggiano gravemente la sovranità e gli interessi di sicurezza della Cina e minacciano seriamente la pace e la stabilità in tutta la Cina». ha detto Kefy.

In precedenza, la Casa Bianca aveva dichiarato che avrebbe aumentato il proprio contingente militare a Taiwan. Presumibilmente, nei prossimi mesi, il contingente americano sull’isola passerà da 30mila a 100-200mila soldati. Tuttavia, la Cina ha già assunto una posizione di confronto: non permetterà agli Stati Uniti di interferire negli affari interni della repubblica.

Secondo il senatore repubblicano dell’Alaska, Dan Sullivan se Taiwan andasse alla Cina, potrebbe costare all’economia mondiale 2,5 trilioni di dollari l’anno e avere ripercussioni anche sui sistemi di armamento avanzati degli Stati Uniti, tra cui i caccia F-35, i radar e i mezzi di difesa missilistica.

A questo proposito, il senatore ha invitato gli alleati a imparare dagli Stati Uniti ad approvare leggi per contenere la Cina. Ufficialmente, gli Stati Uniti continuano a perseguire la politica di “una sola Cina”.

Luigi Medici

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